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MĒDÈN ÁGAN
La mostra, ponendo in dialogo gli artisti Romario Bardhoshi e Stefania Delli Compagni, intende riflettere sul rapporto tra scenario antropizzato e paesaggio naturale; esplorando le modalità operative dell’artista, figura costantemente in bilico fra automatismo e consapevolezza.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 30 gennaio, alle ore 18.00, presso la Galleria Commerciale di Via Roma a L’Aquila si terrà
la terza mostra d'arte contemporanea organizzata da Spazio Genesi, associazione culturale che nasce
come interfaccia tra gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila ed il contesto cittadino
che li ospita.
Nel corso di tale appuntamento verranno presentate le ricerche artistiche di Romario Bardhoshi e
Stefania Delli Compagni; giovani artisti provenienti dall’accademia in grado di fondere nel proprio
lavoro automatismo e consapevolezza, mediante un approccio intimista e soggettivo nei confronti
della realtà esterna.
Fondamentale è il rimando ai territori d’esperienza in cui l’artista ha modo di muovere i propri passi
e di riedificare man mano narrazioni preesistenti.
La compenetrazione tra luoghi, corpi e memorie avviene attraverso una costanza fragile ed un
profondo senso di cura. L’utilizzo dell’elemento sonoro, del riciclo, della sovraesposizione e del
segno risultano primari nel processo e nella sperimentazione di materiali e supporti.
La gestualità diviene una sorta di valvola di sfogo tramite cui esternare pulsioni tacite riguardanti il
rapporto col corpo e con il contesto in cui esso è immerso.
Graffiare, scalfire con forza, incidere nella memoria del materiale, servirsi della preponderanza del
segno per dar vita a forme di identità negoziabili.
Il corpo umano si trasforma in campo di battaglia e di contrattazione. L’individuo non prevale
sull’elemento naturale o viceversa, vi è piuttosto un rapporto di proficua interdipendenza.
Nella rappresentazione, il soggetto cede deliberatamente i propri attributi fisiognomici specifici in
favore di una corporeità universale e trasferibile. Egli, manipolato e sovraesposto, diviene mezzo
mediante cui narrare un’infinità di storie possibili; che si tratti di narrazioni d’epica utopia, ipotesi
per la ricostruzione di mondi passati o di scenari in cui abolire l’icona ed i suoi significati.
Per raggiungere tali scopi, il paesaggio antropizzato e quello naturale stringono un sottile patto di
alleanza al fine di rievocare memorie e suggestioni in via di estinzione.
Il tema dell’abbandono, della dispersione ed i tentativi di cristallizzazione da parte dell’artista
vengono proposti evidenziando costantemente il rapporto precario tra costrizione, messa in
sicurezza e perdita del controllo.
Inoltre, il fascino per la “rovina” ed un certo tipo di immaginario classico vengono stemperati grazie
all’utilizzo di un taglio prettamente fotografico, garantendo di conseguenza autonomia
all’immagine; quest’ultima avrà così modo di svincolasi dalla subordinazione della memoria ed
assumere una dimensione tattile, palpabile.
Il titolo della mostra fa riferimento al concetto greco di mēdèn ágan, ossia nulla di troppo.
Tale principio, originariamente riferito all’equilibrio e all’importanza del mantenimento di un limite
invalicabile, diviene nelle opere esposte uno stimolo che fa dell’eccedenza, del posticcio e della
saturazione elementi fondamentali per analizzare il proprio lavoro e la propria struttura identitaria.
Qui, la libertà ottenuta e garantita dal superamento del confine non assume valenze romantiche o
eroiche ma piuttosto diviene parametro quotidiano tramite cui mettere in discussione la realtà che ci
circonda, il proprio operato e le proprie chiavi di lettura.
Il troppo come modo per arrivare al poco, al minimo, al necessario.
L’esposizione sarà fruibile fino a sabato 22 febbraio su appuntamento.
Romario Bardhoshi ( Lezhë, 1998)
In corso - Diploma Accademico di primo livello in Grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila
2018/2021 – Percorso di studi di primo livello in Grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze
Esperienze pregresse
2020 – Podcast Radio Accademia a cura della Galleria dell’Accademia e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze
Stefania Delli Compagni (Teramo, 2004)
In corso - Diploma Accademico di primo livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila
INFO
Titolo: Mēdèn ágan
Genere: mostra d’arte contemporanea
Data: 30 gennaio 2025, ore 18.00
Sede: Galleria Commerciale via Roma, Via Roma, 215, L'Aquila, primo piano Cc via Vicentini
Da un’idea di Spazio Genesi
A cura di Sara Dias
Coordinamento di Massimo Camplone
Allestimento di Giulia Bartolomei
Grafica di Daniela Tracanna
Si ringraziano gli artisti Romario Bardhoshi e Stefania Delli Compagni
Si ringrazia per lo spazio Feel it!
la terza mostra d'arte contemporanea organizzata da Spazio Genesi, associazione culturale che nasce
come interfaccia tra gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila ed il contesto cittadino
che li ospita.
Nel corso di tale appuntamento verranno presentate le ricerche artistiche di Romario Bardhoshi e
Stefania Delli Compagni; giovani artisti provenienti dall’accademia in grado di fondere nel proprio
lavoro automatismo e consapevolezza, mediante un approccio intimista e soggettivo nei confronti
della realtà esterna.
Fondamentale è il rimando ai territori d’esperienza in cui l’artista ha modo di muovere i propri passi
e di riedificare man mano narrazioni preesistenti.
La compenetrazione tra luoghi, corpi e memorie avviene attraverso una costanza fragile ed un
profondo senso di cura. L’utilizzo dell’elemento sonoro, del riciclo, della sovraesposizione e del
segno risultano primari nel processo e nella sperimentazione di materiali e supporti.
La gestualità diviene una sorta di valvola di sfogo tramite cui esternare pulsioni tacite riguardanti il
rapporto col corpo e con il contesto in cui esso è immerso.
Graffiare, scalfire con forza, incidere nella memoria del materiale, servirsi della preponderanza del
segno per dar vita a forme di identità negoziabili.
Il corpo umano si trasforma in campo di battaglia e di contrattazione. L’individuo non prevale
sull’elemento naturale o viceversa, vi è piuttosto un rapporto di proficua interdipendenza.
Nella rappresentazione, il soggetto cede deliberatamente i propri attributi fisiognomici specifici in
favore di una corporeità universale e trasferibile. Egli, manipolato e sovraesposto, diviene mezzo
mediante cui narrare un’infinità di storie possibili; che si tratti di narrazioni d’epica utopia, ipotesi
per la ricostruzione di mondi passati o di scenari in cui abolire l’icona ed i suoi significati.
Per raggiungere tali scopi, il paesaggio antropizzato e quello naturale stringono un sottile patto di
alleanza al fine di rievocare memorie e suggestioni in via di estinzione.
Il tema dell’abbandono, della dispersione ed i tentativi di cristallizzazione da parte dell’artista
vengono proposti evidenziando costantemente il rapporto precario tra costrizione, messa in
sicurezza e perdita del controllo.
Inoltre, il fascino per la “rovina” ed un certo tipo di immaginario classico vengono stemperati grazie
all’utilizzo di un taglio prettamente fotografico, garantendo di conseguenza autonomia
all’immagine; quest’ultima avrà così modo di svincolasi dalla subordinazione della memoria ed
assumere una dimensione tattile, palpabile.
Il titolo della mostra fa riferimento al concetto greco di mēdèn ágan, ossia nulla di troppo.
Tale principio, originariamente riferito all’equilibrio e all’importanza del mantenimento di un limite
invalicabile, diviene nelle opere esposte uno stimolo che fa dell’eccedenza, del posticcio e della
saturazione elementi fondamentali per analizzare il proprio lavoro e la propria struttura identitaria.
Qui, la libertà ottenuta e garantita dal superamento del confine non assume valenze romantiche o
eroiche ma piuttosto diviene parametro quotidiano tramite cui mettere in discussione la realtà che ci
circonda, il proprio operato e le proprie chiavi di lettura.
Il troppo come modo per arrivare al poco, al minimo, al necessario.
L’esposizione sarà fruibile fino a sabato 22 febbraio su appuntamento.
Romario Bardhoshi ( Lezhë, 1998)
In corso - Diploma Accademico di primo livello in Grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila
2018/2021 – Percorso di studi di primo livello in Grafica d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze
Esperienze pregresse
2020 – Podcast Radio Accademia a cura della Galleria dell’Accademia e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze
Stefania Delli Compagni (Teramo, 2004)
In corso - Diploma Accademico di primo livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila
INFO
Titolo: Mēdèn ágan
Genere: mostra d’arte contemporanea
Data: 30 gennaio 2025, ore 18.00
Sede: Galleria Commerciale via Roma, Via Roma, 215, L'Aquila, primo piano Cc via Vicentini
Da un’idea di Spazio Genesi
A cura di Sara Dias
Coordinamento di Massimo Camplone
Allestimento di Giulia Bartolomei
Grafica di Daniela Tracanna
Si ringraziano gli artisti Romario Bardhoshi e Stefania Delli Compagni
Si ringrazia per lo spazio Feel it!
30
gennaio 2025
MĒDÈN ÁGAN
Dal 30 gennaio al 28 febbraio 2025
arte contemporanea
Location
Via Vicentini
L'Aquila, Via Edmondo Vicentini, (AQ)
L'Aquila, Via Edmondo Vicentini, (AQ)
Orario di apertura
opening ore 18.00
ingresso gratuito
lun-sab 17.30-19.30
Vernissage
30 Gennaio 2025, ore 18.00
Sito web
Ufficio stampa
Massimo Camplone
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
GiuliaBartolomei
Progetto grafico
Media partner
Sponsor