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Valerio Adami – Ripensando la realtà
Dep Art Gallery è lieta di annunciare la mostra “Valerio Adami Ripensando la realtà”, curata da Lorenzo Madaro. Saranno esposte opere realizzate tra gli anni ’70 e gli anni 2000.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
VALERIO ADAMI
Ripensando la realtà
A cura di Lorenzo Madaro
Milano, Dep Art Gallery
Opening giovedì 6 marzo, ore 18:00
7 marzo – 17 maggio 2025
Dep Art Gallery è lieta di annunciare la mostra “Valerio Adami Ripensando la realtà”, curata da Lorenzo Madaro. Saranno esposte opere realizzate tra gli anni ’70 e gli anni 2000 in una alternanza di scene di viaggio e dipinti dove l’artista si pone nell’atto di ripensare alla realtà vissuta, come nell’imponente dipinto “Mnemosine machine à écrire et violon” del 1987.
La mostra, che inaugura in occasione di Museo City Milano, include una sezione speciale realizzata insieme all’Archivio Valerio Adami, e propone alcuni momenti privati dell’artista e la sua passione per il viaggio e nello specifico per le barche.
Il curatore Lorenzo Madaro descrive con queste parole l’artista: “Colto, ironico, sofisticato, il lungo e complesso lavoro di Valerio Adami ha ribadito che al centro di tutto il suo interesse visivo c’è ininterrottamente un persistente ripensamento della realtà in tutti i suoi aspetti filosofici, culturali, metafisici, ma anche ironici e solo apparentemente banali e quotidiani.
La ricerca di Adami infatti è come un enorme archivio in cui i brandelli del reale si incontrano e si concatenano in luoghi, ruoli e visioni sorprendenti, da un lato intimamente legati a un territorio di concretezza, a uno spazio fisico che è quello della pittura e del disegno; e dall’altro a una dimensione onirica in cui affiancamenti arditi – di senso ma anche di segno – tracciano nuove letture per investigare i confini tra questi spazi di intermezzo tra ciò che è tangibile e ciò che è legato alla immaginazione.
Segno e scrittura e colore sono i tre paradigmi attorno a cui ruota la costruzione di ogni opera nei decenni presi in esame da questa mostra a partire dagli anni Settanta, a conferma di suoi specifici orientamenti e, soprattutto, del suo ruolo di primissimo piano nelle vicende della storia della pittura italiana e internazionale della seconda metà del Novecento.
In un momento dominato dalla bidimensionalità dell’icona di consumo, in America ma non soltanto lì, e dall’ossessivo ricorso a immagini appartenenti al mondo pubblicitario o alla storia dell’arte più popolare e d’uso comune, Adami in Italia (e poi nel suo lungo peregrinare da nomade intellettuale qual è sempre stato) in solitaria ha inventato una propria via per far sì che la pittura si occupasse del reale senza inciampare nella retorica neorealista e neanche nell’ossessiva ricerca del banale a tutti i costi.
All’assenza di sfumature pittoriche e quindi grazie a una tecnica raffinata che privilegia campiture dense e piatte, e una tavolozza che muta pur rimanendo fedele a sé stessa sin dagli esordi più compiuti, si contrappone un’iconografia nuova che va decifrata di volta in volta, perché frutto di stratificazioni, rimandi e ossessivi ricorsi a determinati luoghi in cui tutto convive, l’alto e il basso, la mitologia e un amplesso, l’architettura e il grande tema del quadro nel quadro, la musica e un radiatore. Perciò questa mostra è un viaggio tra gli infiniti mondi di Adami, ritmati dal suo inconfondibile tratto che è disegno e pensiero insieme.
Nota biografica
Valerio Adami nasce a Bologna il 17 marzo 1935. Trasferitosi poi a Milano, si iscrive nel 1952 all’Accademia di Brera, dove avrà come docente di disegno Achille Funi. Terminati gli studi si sposta momentaneamente a Parigi e qui conosce i pittori Wilfredo Lam e Roberto Sebastian Matta. Tornato in Italia, nel 1959 tiene la prima mostra personale presso la Galleria del Naviglio. Dal 1960 iniziano per Adami una serie di lunghi soggiorni che lo porteranno in tantissime nazioni: da Cuba all’India, fino all’Israele e all’Argentina. Questi viaggi saranno fondamentali poiché fonte inesauribile di amicizie, come quella con il filosofo Jacques Deridda e i pittori Saul Steinberg e Richard Lindner. Adami lavora tra Londra e Parigi dal 1961 al 1964, anno in cui sarà presente con una sala personale a Documenta 3 di Kassel.
La sua pittura è caratterizzata da un cromatismo e da un disegno marcato, complice anche il confronto con la pop art, Adami rafforzerà uno stile che si distingue nell’uso di una materia cromatica in stesure piatte, dentro i netti contorni neri del disegno. Dal 1964 utilizza come campo di indagine il fumetto, sfruttandone il linguaggio conciso e sintetico, tipico delle opere di Roy Lichtenestein. Caratteristica della sua pittura sono i contorni netti, le larghe campiture e l’ambientazione in scenari fantastici o ambienti della vita quotidiana: camere da letto e saloni. Le tecniche utilizzate sono: l'olio, l'acquerello, l'acrilico e la serigrafia.
Numerose nel corso degli anni le mostre personali, come quella tenuta presso lo Studio Marconi di Milano nel 1969, al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris nel 1970 e l’ampia antologica tenutasi al Centre Pompidou nel 1985. Ha partecipato inoltre alle Biennali di Venezia nel 1968 e nel 1986, e a Documenta III di Kassel con una sala personale.
Dal 2023 Valerio Adami è tornato a vivere in Italia stabilendosi nella sua casa-studio di Meina, sul Lago Maggiore.
Scheda della mostra
Titolo: “Valerio Adami. Ripensando la realtà”
A cura di: Lorenzo Madaro, in collaborazione con Archivio Valerio Adami
Date: 7 marzo – 17 maggio 2025
Orari: martedì - sabato ore 10.30 - 19.00; chiuso domenica e lunedì.
Sede: Dep Art Gallery, Via Comelico 40, 20135 Milano
ufficiostampa@depart.it - tel. +39 0236535620
@DepArtGallery @archivio_valerioadami @lorenzo_madaro
Ripensando la realtà
A cura di Lorenzo Madaro
Milano, Dep Art Gallery
Opening giovedì 6 marzo, ore 18:00
7 marzo – 17 maggio 2025
Dep Art Gallery è lieta di annunciare la mostra “Valerio Adami Ripensando la realtà”, curata da Lorenzo Madaro. Saranno esposte opere realizzate tra gli anni ’70 e gli anni 2000 in una alternanza di scene di viaggio e dipinti dove l’artista si pone nell’atto di ripensare alla realtà vissuta, come nell’imponente dipinto “Mnemosine machine à écrire et violon” del 1987.
La mostra, che inaugura in occasione di Museo City Milano, include una sezione speciale realizzata insieme all’Archivio Valerio Adami, e propone alcuni momenti privati dell’artista e la sua passione per il viaggio e nello specifico per le barche.
Il curatore Lorenzo Madaro descrive con queste parole l’artista: “Colto, ironico, sofisticato, il lungo e complesso lavoro di Valerio Adami ha ribadito che al centro di tutto il suo interesse visivo c’è ininterrottamente un persistente ripensamento della realtà in tutti i suoi aspetti filosofici, culturali, metafisici, ma anche ironici e solo apparentemente banali e quotidiani.
La ricerca di Adami infatti è come un enorme archivio in cui i brandelli del reale si incontrano e si concatenano in luoghi, ruoli e visioni sorprendenti, da un lato intimamente legati a un territorio di concretezza, a uno spazio fisico che è quello della pittura e del disegno; e dall’altro a una dimensione onirica in cui affiancamenti arditi – di senso ma anche di segno – tracciano nuove letture per investigare i confini tra questi spazi di intermezzo tra ciò che è tangibile e ciò che è legato alla immaginazione.
Segno e scrittura e colore sono i tre paradigmi attorno a cui ruota la costruzione di ogni opera nei decenni presi in esame da questa mostra a partire dagli anni Settanta, a conferma di suoi specifici orientamenti e, soprattutto, del suo ruolo di primissimo piano nelle vicende della storia della pittura italiana e internazionale della seconda metà del Novecento.
In un momento dominato dalla bidimensionalità dell’icona di consumo, in America ma non soltanto lì, e dall’ossessivo ricorso a immagini appartenenti al mondo pubblicitario o alla storia dell’arte più popolare e d’uso comune, Adami in Italia (e poi nel suo lungo peregrinare da nomade intellettuale qual è sempre stato) in solitaria ha inventato una propria via per far sì che la pittura si occupasse del reale senza inciampare nella retorica neorealista e neanche nell’ossessiva ricerca del banale a tutti i costi.
All’assenza di sfumature pittoriche e quindi grazie a una tecnica raffinata che privilegia campiture dense e piatte, e una tavolozza che muta pur rimanendo fedele a sé stessa sin dagli esordi più compiuti, si contrappone un’iconografia nuova che va decifrata di volta in volta, perché frutto di stratificazioni, rimandi e ossessivi ricorsi a determinati luoghi in cui tutto convive, l’alto e il basso, la mitologia e un amplesso, l’architettura e il grande tema del quadro nel quadro, la musica e un radiatore. Perciò questa mostra è un viaggio tra gli infiniti mondi di Adami, ritmati dal suo inconfondibile tratto che è disegno e pensiero insieme.
Nota biografica
Valerio Adami nasce a Bologna il 17 marzo 1935. Trasferitosi poi a Milano, si iscrive nel 1952 all’Accademia di Brera, dove avrà come docente di disegno Achille Funi. Terminati gli studi si sposta momentaneamente a Parigi e qui conosce i pittori Wilfredo Lam e Roberto Sebastian Matta. Tornato in Italia, nel 1959 tiene la prima mostra personale presso la Galleria del Naviglio. Dal 1960 iniziano per Adami una serie di lunghi soggiorni che lo porteranno in tantissime nazioni: da Cuba all’India, fino all’Israele e all’Argentina. Questi viaggi saranno fondamentali poiché fonte inesauribile di amicizie, come quella con il filosofo Jacques Deridda e i pittori Saul Steinberg e Richard Lindner. Adami lavora tra Londra e Parigi dal 1961 al 1964, anno in cui sarà presente con una sala personale a Documenta 3 di Kassel.
La sua pittura è caratterizzata da un cromatismo e da un disegno marcato, complice anche il confronto con la pop art, Adami rafforzerà uno stile che si distingue nell’uso di una materia cromatica in stesure piatte, dentro i netti contorni neri del disegno. Dal 1964 utilizza come campo di indagine il fumetto, sfruttandone il linguaggio conciso e sintetico, tipico delle opere di Roy Lichtenestein. Caratteristica della sua pittura sono i contorni netti, le larghe campiture e l’ambientazione in scenari fantastici o ambienti della vita quotidiana: camere da letto e saloni. Le tecniche utilizzate sono: l'olio, l'acquerello, l'acrilico e la serigrafia.
Numerose nel corso degli anni le mostre personali, come quella tenuta presso lo Studio Marconi di Milano nel 1969, al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris nel 1970 e l’ampia antologica tenutasi al Centre Pompidou nel 1985. Ha partecipato inoltre alle Biennali di Venezia nel 1968 e nel 1986, e a Documenta III di Kassel con una sala personale.
Dal 2023 Valerio Adami è tornato a vivere in Italia stabilendosi nella sua casa-studio di Meina, sul Lago Maggiore.
Scheda della mostra
Titolo: “Valerio Adami. Ripensando la realtà”
A cura di: Lorenzo Madaro, in collaborazione con Archivio Valerio Adami
Date: 7 marzo – 17 maggio 2025
Orari: martedì - sabato ore 10.30 - 19.00; chiuso domenica e lunedì.
Sede: Dep Art Gallery, Via Comelico 40, 20135 Milano
ufficiostampa@depart.it - tel. +39 0236535620
@DepArtGallery @archivio_valerioadami @lorenzo_madaro
07
marzo 2025
Valerio Adami – Ripensando la realtà
Dal 07 marzo al 17 maggio 2025
arte contemporanea
Location
DEP ART GALLERY
Milano, Via Comelico, 40, (Milano)
Milano, Via Comelico, 40, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10:30 - 19
Vernissage
6 Marzo 2025, dalle 18 alle 21
Sito web
Autore
Curatore