Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
réclame – Edoardo Aruta
réclame è una mostra di Edoardo Aruta (Roma, 1981) a cura di Marta Ferrara, ospitata nello spazio di Barriera in occasione della quindicesima edizione di Mirror Project, un programma espositivo in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito di CAMPO.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una logica del desiderio, indotta da una mano che muove tutto.
Una voce suadente di sirena scivola dallo schermo luminoso
ammalia i piccoli Ulisse
con la promessa di una guerra di plastica
a misura di infante.
réclame di Edoardo Aruta (Roma, 1981) è una mostra curata da Marta Ferrara e ospitata nello spazio di BARRIERA in occasione della quindicesima edizione di Mirror Project, un programma espositivo in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito di CAMPO, corso in studi e pratiche curatoriali.
réclame è un progetto espositivo che si sviluppa come un viaggio attraverso il tempo e la memoria, esplorando il retaggio culturale e simbolico della pubblicità e dei giocattoli.
Le bambole per maschi, le action figures, sono nate negli anni '60 come dispositivi di intrattenimento infantile maschile e sono divenute potenti veicoli di miti e archetipi, plasmando intere generazioni attraverso immagini iperboliche di forza, eroismo e dominanza.
Piccoli elmetti, pistole giocattolo e granate di plastica. Muscoli sproporzionati, arsenali infiniti e superpoteri malvagi. La televisione, lo spot pubblicitario, lo slogan, la sigla e infine i cartoni animati sono stati strumenti di una spietata propaganda pro-war che ha formato generazioni di aspiranti piccoli soldati.
Edoardo Aruta si addentra in una memoria intergenerazionale, quella del bambino cresciuto a pane e pubblicità. Un piccolo umano soggetto e oggetto di discorsi legati alla dominanza e al potere, sedotto da un eroismo forzoso oltremisura.
La mostra intende attivare una riflessione ampia sul conflitto tra bene e male che si insinua nella coscienza infantile e sulla costruzione del potere "soft" attraverso il gioco, gettando una luce sul retaggio patriarcale incarnato da questi oggetti d’uso e sulle narrazioni tossiche che perpetuano. Le action figures, per Aruta, non sono più solo giocattoli, ma memorie anatomiche riemerse che rivelano tanto la confusione quanto il potenziale creativo del rapporto con il passato. L’artista reinterpreta vecchi giocattoli recuperati e attraverso calchi e collage anatomici li trasforma in sculture. Un processo creativo che nobilita il materiale quotidiano e lo carica di una nuova profondità, interrogando il rapporto tra memoria personale e collettiva, tra infanzia e cultura patriarcale.
Come afferma Baudelaire nella sua riflessione sulla Morale del giocattolo (1853), un saggio sul paradiso perduto dell'infanzia, «i fanciulli coi loro giochi testimoniano la propria grande facoltà d'astrazione e la loro alta potenza immaginativa». In questo senso, i giocattoli non sono semplici oggetti, ma diventano veicoli di un dramma interiore, dove il bambino dà vita a mondi immaginari che riflettono e rielaborano la realtà.
Immaginare la morte, immaginare il conflitto:
fighting man, from head to toe!
Una voce suadente di sirena scivola dallo schermo luminoso
ammalia i piccoli Ulisse
con la promessa di una guerra di plastica
a misura di infante.
réclame di Edoardo Aruta (Roma, 1981) è una mostra curata da Marta Ferrara e ospitata nello spazio di BARRIERA in occasione della quindicesima edizione di Mirror Project, un programma espositivo in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito di CAMPO, corso in studi e pratiche curatoriali.
réclame è un progetto espositivo che si sviluppa come un viaggio attraverso il tempo e la memoria, esplorando il retaggio culturale e simbolico della pubblicità e dei giocattoli.
Le bambole per maschi, le action figures, sono nate negli anni '60 come dispositivi di intrattenimento infantile maschile e sono divenute potenti veicoli di miti e archetipi, plasmando intere generazioni attraverso immagini iperboliche di forza, eroismo e dominanza.
Piccoli elmetti, pistole giocattolo e granate di plastica. Muscoli sproporzionati, arsenali infiniti e superpoteri malvagi. La televisione, lo spot pubblicitario, lo slogan, la sigla e infine i cartoni animati sono stati strumenti di una spietata propaganda pro-war che ha formato generazioni di aspiranti piccoli soldati.
Edoardo Aruta si addentra in una memoria intergenerazionale, quella del bambino cresciuto a pane e pubblicità. Un piccolo umano soggetto e oggetto di discorsi legati alla dominanza e al potere, sedotto da un eroismo forzoso oltremisura.
La mostra intende attivare una riflessione ampia sul conflitto tra bene e male che si insinua nella coscienza infantile e sulla costruzione del potere "soft" attraverso il gioco, gettando una luce sul retaggio patriarcale incarnato da questi oggetti d’uso e sulle narrazioni tossiche che perpetuano. Le action figures, per Aruta, non sono più solo giocattoli, ma memorie anatomiche riemerse che rivelano tanto la confusione quanto il potenziale creativo del rapporto con il passato. L’artista reinterpreta vecchi giocattoli recuperati e attraverso calchi e collage anatomici li trasforma in sculture. Un processo creativo che nobilita il materiale quotidiano e lo carica di una nuova profondità, interrogando il rapporto tra memoria personale e collettiva, tra infanzia e cultura patriarcale.
Come afferma Baudelaire nella sua riflessione sulla Morale del giocattolo (1853), un saggio sul paradiso perduto dell'infanzia, «i fanciulli coi loro giochi testimoniano la propria grande facoltà d'astrazione e la loro alta potenza immaginativa». In questo senso, i giocattoli non sono semplici oggetti, ma diventano veicoli di un dramma interiore, dove il bambino dà vita a mondi immaginari che riflettono e rielaborano la realtà.
Immaginare la morte, immaginare il conflitto:
fighting man, from head to toe!
14
marzo 2025
réclame – Edoardo Aruta
Dal 14 marzo all'undici aprile 2025
arte contemporanea
Location
BARRIERA
Torino, Via Crescentino, 25, (Torino)
Torino, Via Crescentino, 25, (Torino)
Orario di apertura
Aperto su prenotazione associazione.barriera.torino@gmail.com
Vernissage
14 Marzo 2025, h. 19
Sito web
Autore
Curatore
Progetto grafico
Patrocini