04 dicembre 2000

L’amore del collezionismo. Pittura, incisione, disegno dal X al XVIII secolo Padova

 
Nel 1888 Gerolamo Bonguadagno, banchiere genovese e mecenate, si fece ritrarre dal pittore lombardo Gaspare Domenico Rastellini, nato a Bussagno Ottola nel 1860...

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Aveva poco più di 40 anni ed aveva da poco sposato la bellissima Baronessa Adelina Vismara Currò di Milano, ritratta nel 1899 dal pittore Giacomo Grosso da cui ebbe, in avanzata età, un’unica figlia, Maria Immacolata, divenuta poi la Contessa Bulgarini d’Elci, sposando il Conte Giuseppe.
Gerolamo, uomo di grande cultura, dedicò gran parte della sua vita a seguire e consigliare i suoi amici genovesi negli acquisti di opere d’arte ed a collezionare lui stesso mobili e quadri che arredarono il suo palazzo in Genova ed il castello al mare in Loano. Chi lo ricorda, lo descrive un uomo bello, elegante, galante e di una sensibilità per l’arte veramente notevole. I mezzi finanziari non gli mancavano ed una parte di questi li destinò all’acquisto di quadri che ancora oggi fanno bella mostra nelle dimore degli eredi. Citiamo un rame (89×71 cm) di Jean Brueghel il giovane ed Hendrick van Balen il giovane, il Paradiso Terrestre una tela di Jacopo e Francesco Bassano (175×130 cm.), la Primavera, oggi esposto alla mostra al Palazzo Chigi di Ariccia (Roma) (si veda la foto d), un S.Gerolamo (130×104 cm.) di Giovanni Francesco Gessi, un ritratto di bambina (117×91 cm.) di Giò Bernardo Carbone, una testa di vecchio (50×38) di Ferdinand Bol, un mercato romano (130×83 cm.) del fiammingo Pierre Bolcman, ora esposto alla mostra di Palazzo Chigi di Ariccia (Roma), un incendio di Troia (190×160 cm.) del fiammingo Gillis van Valckenborch, una Carità Romana (200×140), siglato, di Stefano Magnasco ( forse il piu’ bello che si conosca), un ritratto di gentiluomo su lavagna (35×25) di Gioacchino Assereto, una battaglia navale (92×69 cm.) di Cornelis de Wael, un trionfo di Nettuno, su rame, (62×48) di Vincent Malò, un ritratto di alto prelato (120×92) di Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccia, già esposto alla mostra monografica al palazzo Chigi di Ariccia (1999/2000), una scenografia (20×13) su legno di Niccolò Barabino ed altri ancora forse non meno importanti.
Nettuno: Vincent Malò-olio su rame-cm. 62x48
L’intelligenza, la passione, la preparazione culturale ed artistica di Gerolamo hanno reso questa collezione uno vero spaccato significativo del ‘600 genovese dove vengono messi in risalto, fra l’altro, gli scambi culturali, grazie anche all’intenso commercio navale, con i fiamminghi, l’influenza di Rubens e Van Dyck, durante il loro soggiorno genovese presso i due fratelli de Wael, il lungo soggiornare in Genova di Malò e di Lucas e Cornelis de Wael.

Ma, perché tutto questo possa essere ricordato e tramandato ai posteri quale bagaglio culturale del nostro Paese, dobbiamo incoraggiare l’integrità di collezioni come queste, ed in Italia ce ne sono tante, anche e certamente più importanti.
ArtBank, che ha ricostruito, individuando e rimettendo insieme, questa collezione, vuol essere un esempio ed uno sprone, soprattutto, a continuare su questa strada, consapevole che questa è la maniera per dare un senso di attualità e vitalità al nostro patrimonio artistico con il fine che tutti possano goderne e farne strumento per la propria cultura e diletto.

Gerolamo Bulgarini d’Elci

Archivio fotografico

[exibart]

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