23 giugno 2005

decibel_ resoconti festival Dissonanze 2005 Roma, Palazzo dei Congressi

 
In bilico tra la presentazione delle tendenze più sperimentali e la celebrazione della club culture. E l’Eur si trasforma in un’isola delle Baleari. Dissonanze promette molto e mantiene qualcosa…

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Il 19 maggio il Teatro Palladium apre la rassegna con l’Alter Ego Ensemble e i Matmos chiamati a una performance comune sulle note di quattro brani del compositore Giacinto Scelsi. Figura fondamentale della musica contemporanea, il musicista partenopeo ha basato la sua ricerca sulle variazioni microtonali del suono, per approdare ad una sorta di densità timbrica e melodica nell’utilizzo degli strumenti tradizionali. Grazie anche alla latitanza del duo statunitense, impegnato semplicemente a campionare e riproporre in chiave digitale il lavoro dell’ensemble, è proprio la straordinaria forza della musica originale di Scelsi a tenere viva l’attenzione grazie anche ad esecutori capaci, che impreziosiscono il registro espressivo del compositore. È come se i Matmos non trovino la chiave per rendere maggiormente interessante un autore così profondamente trasgressivo e, per questo, l’esibizione diventa una vera e propria celebrazione della genialità di Scelsi. Molto suggestive le immagini scelte da Casotti per accompagnate tutta l’esibizione, vera opera di ibridazione tra musica d’avanguardia, musica elettroacustica e vjing. La serata si è poi spostata al Goa Club per il party d’apertura che, oltre ad amene mondanità, non ha destato altri stupori.
Il giorno dopo la location del Palazzo dei Congressi risulta funzionale e suggestiva, capace di valorizzare sia le esperienze immersive audio-video di Granular Synthesis, Rioji Ikeda e Thomas Koener, sia di regalare un dancefloor dove 5000 persone hanno potuto apprezzare le variazioni technominimali di Hatwin e Villalobos, impegnati in un set back to back da estasiare gli amanti del genere.

Tornando alle proposte audiovisive presentate all’interno del piccolo auditorium, bisogna aggiungere che il lavoro di Ikeda ha raggiunto una sorta di perfezione nella simbiosi tra immagini, parole e suoni. L’opera qui proposta -intitolata C4i dal nome di alcune procedure militari dell’esercito USA- analizza il rapporto tra le nuove tecnologie e il loro utilizzo come strumenti di dominio sulla natura e sull’ordine mondiale. Proprio l’utilizzo di testi letterari all’interno delle proiezioni, permette all’esibizione di crescere attraverso rumori e sonorità ambientali per approdare a ritmiche glitch furiose e taglienti dove frequenze altissime e bassi poderosi accompagnano il filmato in un climax finale veramente ben studiato. Diversamente dal giapponese, gli austriaci del collettivo Granular Synthesis abbandonano totalmente qualsiasi volontà narrativa, facendo precipitare la platea in un vortice di frequenze al limite degli infrasuoni e feedback video che accompagnano le variazioni di frequenze audio con cambiamenti continui nello spettro di colori utilizzati. Il concept del lavoro è basato tutto sulle sensazioni piacevoli o ansiogene che possono scaturire dall’esposizione a input sensoriali così elevati ed estremi.
Nella sala grande, oltre alle già citate guest stars si è assistito alle proiezioni dei Tiny Little Elements davvero bravi a movimentare con il loro immaginario post digitale le quasi sei ore di cassa in quattro quarti. Per tutta la serata inoltre, i Light Surgeons hanno rimodellato con luci e colori la facciata marmorea del Palazzo dei Congressi in un progetto intitolato Requiem for Concret, indubbiamente affascinante ma trascurato dal pubblico impegnato all’interno delle sale.
L’ultima sera, sempre al Palazzo dei Congressi, si segnala per la delusione di Karl Bartos. Uno dei padri storici della musica elettronica continua a proporre le medesime sonorità che resero celebri i Kraftwerk già dagli anni Settanta, non introducendo alcun elemento nuovo nel famigerato sound teutonico.

Discorso totalmente diverso per Jamie Lidell -sempre a suo agio in ogni situazione– che sembra divertirsi un mondo nel campionare i suoi vocalizzi ricavandone un funky beat davvero sanguigno che non riesce a non farti muovere e a non farti fissare l’artefice di tutto questo mentre -con un cappotto improbabile- si dimena dietro le sue macchine. Tiga riporta tutto all’atmosfera della sera precedente, facendo muovere il pubblico con il suo personalissimo gusto electroclash. Ad accompagnare visivamente l’operato musicale della sala grande il giovane videoartista Videogeist, capace di amalgamare con successo la varietà stilistica di chi si alternava in console.
La serata è stata condita da alcune performance sulla terrazza del Palazzo dove -come consuetudine per Dissonanze- si è focalizzata l’attenzione sulle proposte sperimentali di una specifica nazione. Quest’anno è stato il turno dell’Olanda con uno Speedy J finalmente fuori dal suo stesso clichè, intento a proporre una miscela sonora innovativa per chi è abituato ad ascoltare i suoi storici cavalli di battaglia. Da segnalare tra queste esibizioni, quella avvenuta nel pomeriggio ad opera del collettivo Radiodd, vera novità della giornata intenta – con i suoi quattro Djs – a proporre un impasto sonoro all’insegna dell’eclettismo.
Che dire? Sicuramente è stata l’edizione di Dissonanze più riuscita a livello di pubblico. Per ottenere questo risultato si è ricorso ad una scaletta con nomi di richiamo che ha finito per oscurare la parte più genuinamente sperimentale del festival, sempre presente e interessante. Forse sarebbe stato meglio differenziare a livello di location o di giorni le due anime proposte dal festival, anche perché non sempre è stato possibile seguire tutti i nomi del programma senza provare disagio.

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link correlati
dissonanze.it
alteregogroup.it>sito ufficiale dell’ensemble di musica contemporanea Alter Ego
thelightsurgeons.co.uk>The Light Surgeons
cocoon.net>Sito del Cocoon Club di Ibiza
forma.org.uk>Sito di notizie su Rioji Ikeda
radiodd.com>Sito ufficiale del collettivo Radiodd
granularsynthesis.info>GRANULAR~SYNTHESIS

emiliano barbieri

*photo: claudia gianvenuti e tania russo

decibel – Sound art e musica elettronica è un progetto editoriale a cura di marco altavilla


Dissonanze – Festival internazionale di musica elettronica e arte digitale
19-20-21 maggio 2005
Roma, Palazzo dei Congressi – piazzale J.F. Kennedy
Mattatoio – Via Aldo Manuzio 72
Goa – Via Libetta 13
Teatro Palladium – Piazza Bartolomeo Romano 8
info: Dissonanze, Largo Brindisi, 5 – Roma
tel 0677254457
Info@dissonanze.it 
www.dissonanze.it


[exibart]



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