30 giugno 2005

fino al 24.IX.2005 Robert Gligorov – Divina Milano, Galleria Pack

 
Ultima tappa milanese del ciclo the Season. Ci sarebbe da averne a stufo. E invece no. Anche stavolta l’appuntamento si ripropone con uguale freschezza. Ci pensano le immagini stranianti di Robert Gligorov...

di

Si ispira alla Commedia di Dante Alighieri, l’ultima fatica di Robert Gligorov (Kriva Palanka, 1960), di ritorno, tre anni dopo la sua prima personale alla Galleria Pack di Milano, con Divina. Facendosi, per l’occasione, pittore, con una serie di tele di grande formato, intitolate the Fragments. Volti, particolari, presenze fasciate in stoffe preziose, sono visibili da uno spiraglio aperto dall’artista sulla superficie bianca. Seguendo percorsi enigmatici, cancellando molti fattori di identificazione, amalgamando, infine, il corpo organico nell’equilibrio strutturale dell’astrazione geometrica, avverata sulla scorta di un disinteresse incondizionato per la rappresentazione. Pur ammiccando, con sadismo, allo spettatore, che nella relazione col referente, con il frammento celato, ma riconosciuto, cerca la salvazione. Un’àncora, che non arriva certo nella fruizione delle rielaborazioni fotografiche, collisioni realizzate per analogia tra realtà distanti, eppure tragicamente convergenti. Come nel caso di Africa, mappa concettuale di una geopolitica della miseria, in cui le sembianze del continente sono funestamente sostituite da quelle di un teschio, in una metamorfosi esasperata del concetto in immagine. Cercando nel principio di trasfigurazione la carica simbolica ed eversiva in grado di rinvenire nel cortocircuito visivo l’incrollabile certezza del messaggio. Una trasfigurazione che non si ferma agli innesti tra il corpo umano e le consuete fantasie zoo/fitomorfiche, in un utilizzo spregiudicato del mondo come patrimonio iconografico inesauribile. Il messaggio acquista tridimensionalità nell’installazione centrale, Dollar Note, un doppio pianoforte cui sovrappone una voliera abitata.

Che fa pensare ad una precedente opera di Gligorov, in cui l’incontro fuorviante avveniva inserendo una gabbia di uccelli in un acquario, nella fusione di due realtà elementari per noi fiabesche ed irraggiungibili, realizzando il sogno di Icaro. Qui, invece, l’indagine avviene sul suono e la sua percezione da parte dell’uomo –l’arte di Gligorov è assolutamente antropocentrica -, sulle informazioni che ogni singola componente dell’opera veicola nel nostro immaginario, mutuando lo straordinario bagaglio allegorico medievale da cui Dante partorì il suo Inferno. Con un atteggiamento ai limiti del grottesco, che evoca il topos letterario dello scienziato -tramandatoci dalla fantascienza- pronto al sacrificio massimo pur di concretizzare l’incrocio perfetto tra entità organiche dissimili. Tra corpo e tecnologia, tra naturale ed artificiale, nella confusione generale dell’equilibrio ordinario delle cose.

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mostra visitata il 7 giugno 2005


dal 7.05.2005 al 24.09.2005 . Divina- Robert Gligorov, Galleria Pack, Foro Buonaparte 60 (MM Lanza) – 20121 Milano – T. +39 02 8699 6395 – galleriapack@libero.it – www.galleriapack.com – dal martedì al sabato – dalle 13,00 alle 19,30 (possono variare, verificare sempre via telefono)

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20 Commenti

  1. che delusione! i quadri post koons ma senza forza alcuna….le foto un po scialbe nella presentazione …il pianoforte divertente doveva presentare solo quello…tremenda l’opera in cemento in memoria dei deceduti ebrei nella grande guerra…strano ci mancava un po di morale anche se la presentazione mi ricorda gia’ un’altra artista un po piu presente in cataloghi internazionali.

  2. la grande guerra è quella del ’15-’18, il monumento non è in memoria delle vittime della shoah ma di tutti coloro che sono stati schiacciati nel loro tentativo di crescere come uomini, per quanto riguarda i dipinti cosa dire allora della nuova produzione di damien Hirst? gioa, mi sa tanto che sei solo un/una studentello/a presuntuoso/a…

  3. eccezionali! ero all’inaugurazione tutti hanno avuto un atteggiamento di disturbo verso quei lavori enormi pittati per benino.
    e’ stata invece una nuova reimpostazione del concetto di rady made!
    ma non l’hai capita…gia’.. perche’ non hai ancora letto nulla di quella mostra sui manuali che tanto ti bisognano e ti scandiscono i pensieri.
    fatti idee tue e capiscici qualcosa.
    la grande guerra e’ anche l’altra anzi forse di piu’ l’altra visto che hanno partecipato:america, giappone, cina, australia,etc. etc.
    guardati anche il film con sordi e gasman e poi va a rinfrescarti le idee che il caldo fa fare strane reazioni.
    presunzione mia ma ignoranza tutta tua.

  4. daccordissimo con gioia.
    morimura attacca attacca ma non ne azzecca una.
    parla solo perche siamo in un paesecon la liberta di stupidita’!

  5. e ti pare poco “una nuova reimpostazione del concetto di ready-made”? per quanto riguarda la Grande Guerra, essendo il nome stato dato a quella la rimarrà anche se ce ne dovesse essere una contro i venusiani…tu sandro lascia parlare i grandi e torna a giocare con le figurine

  6. mò sta a vedere che dobbiamo pure mettere il dubbio che la Grande Guerra sia stata quella del 15/18. Va bene che siamo postmoderni, va bene che le guerre mondiali per le generazioni d’oggi valgono quanto le guerre puniche. Però che cazzo: almeno ammettiamo le puttanate, quando sono così manifeste.

  7. Morimura e Urko, per piacere, vi assicuro che non vale la pena, a parte di non sapere quale guerra é definita “grande”, assurda ignoranza di Gioia e Sandro, evidentemente non hanno superato la 5ª elementare, avete notato bene la critica “artistica” che ha fatto? Qui bisogna inserire le parole di Sandro: parla parla perché siamo in un paese con la libertá di stupiditá!

  8. che menti…che dolcezza…che maturita’…che preparazione storica e artistica, che educazione,e comunque le grandi guerre sono tutte quelle guerre scaturite in occidente e che hanno comportato un coinvolgimento “mondiale”.
    la 15 18 e’ stata la prima grande guerra poi e’ arrivata anche la 2° grande guerra etc etc…fate fatica a capire quello che leggete sui manuali…a memoria senza capire nulla.

  9. a fresconaaa. Con questa logica gli anni di piombo sono stati tutti i periodi storici nei quali si è fatto uso di armi da fuoco. Nel vietnam sono stati anni di piombo, le guerre d’indipendenza, ecc. E magari pure la sfida all’Ok Corral. Io avrò pure capito poco del mio manuale ma il tuo, di manuale, chi l’ha scritto? Topo Gigio?

  10. UN COINVOLGIMENTO “MONDIALE” NON MI SEMBRA DI AVER DETTO TUTTE LE GUERRE COMBATTUTE CON ARMI.
    MA SAI LEGGERE? MA CAPISCI CHE VERGOGNA CHE SEI.
    LA COSA CHE MI PIACE DI URKO CHE FA UNA MAGRA FIGURE DIETRO L’ALTRA E CONTINUA A FARSI MALE.
    TOPO GIGIO MI HA DETTO DI DIRTI :MA COSA MI DICI MAI!!

  11. A ME MI PIACE LUIGI PER CHE’ E’ SINCERO E POI LA SUA MULA CHE E’ DI TUTTI NON LA PENSA COSI’.
    LA MOTHER OF LUIGI IS CURVA. CHE IN CEKO SINNIFICS.
    QUANTE CAGATE DA HER PROFEXOR?
    LA 5à ELEMENTARE E’ DI TUTTI DI LUIGI PIU’ DI TUTTI.
    PACE AL GLANDE MORIMURA DALLA CINA.

  12. In Italia si definisce Grande Guerra quel conflitto che ha visto il nostro paese coinvolto dal 1915 al 1918, lo so pure io che in altri paesi è iniziata prima, ma grazie al cielo non è stato il caso nostro.

  13. l’amore per sordi e gassman mi impone di chiarire che – appunto – il film riguarda la 1GM; detto questo, vorrei riportare il discorso sui contenuti… penso che oltre a sforzarsi di cogliere un gesto poetico in sè
    (facile leggere i manuali: altri si sono sforzati per noi!) si debba anche valutare complessivamente il lavoro di gligorov!sarebbe più facile coglierne la ricchezza e la poesia. l’opera col piano: stupenda, geniale: gli uccelli che cantano nella voliera, producono invece note muovendosi…
    il monolite: non è solo simbolico, la sospensione (quasi impossibile) è reale! ecc,ecc, i lavori precedenti sulla metamorfosi, sull’ibridazione… i video…ma stiamo scherzando?! è un’artista completo e attualissimo.

  14. caro LJ, hai proprio ragione. Quello che però conta, secondo me, non è tanto la palese figuraccia che fanno persone come Gioia, quanto come esse non si rendano conto che se da un lato hanno tutto il diritto di avere un parere, e anche di esprimerlo, dall’altro è
    un parere che per gli altri è assolutamente povero di spirito e insignificante. Come dire: forse è meglio riflettere se quando si critica si dice qualcosa che abbia un minimo di valore, che sia interessante per qualcuno… il diritto di criticare non si trasforma in un obbligo, anzi!
    la capacità di essere incisivi su un mondo culturale o su di un evento sono tutt’altra cosa del semplice aprire la bocca.

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