15 luglio 2005

fino al 30.X.2005 Seven – Everything goes to hell Certaldo, Palazzo Pretorio

 
Everything goes to hell, ogni cosa va a rotoli. Dunque, perché resistere alle tentazioni? Trentasei artisti compiono un viaggio nei meandri del vizio. Ne esplorano i drammi, le inquietudini, i piaceri...

di

Paese che vai, mostra che trovi. La gente dell’arte va in vacanza, ma non del tutto. Emigra dall’afa delle metropoli e, riversandosi nei luoghi del piacere turistico, ne visita le iniziative d’arte con fermo stakanovismo. Una mostra interessante, ad esempio, anima dagli inizi di luglio la patria di Giovanni Boccaccio, il borgo di Certaldo, affidatosi per la bella stagione alla cura di Maurizio Sciaccaluga. Che ha orchestrato, nella cornice di Palazzo Pretorio -affascinante scenografia medievale- un viaggio complesso nella mente dell’uomo. Seven, questo è il titolo della mostra, sottolinea la natura carnale della dissoluzione, le sue innegabili attrattive, sorvolando sulla componente decadente, al di là di ogni bigotteria. Fino a formulare la conclusione che essa è, malgrado tutto, implicita nella natura di ogni individuo.
L’arte, poi, non offre alcuna possibilità di riscatto. Essa, dannata per antonomasia, permane nel proprio stato adrenalinico di tensione pura, dà sfogo alle inquietudini che albergano l’animo umano, registrando la scossa nell’attimo che precede il terremoto. Con queste premesse, il percorso espositivo ideato dal curatore, si dà alla descrizione dei vizi capitali della tradizione religiosa -uno per ogni sala- tramite le riflessioni di trentasei artisti, di cui sceglie come patroni ideali Matthew Barney, Fabrizio Orsi ed Alessandro Lupi. Creando uno spostamento di senso. L’accidia, da stato di inettitudine, muta in abbandono, desolazione, mollezza in cui l’individuo si ritrova, solo, a fronteggiare la propria condizione umana (Vanessa Beecroft, Nan Goldin), o esistenziale (Margherita Manzelli).

L’invidia diviene ansia di trasfigurazione negli autoritratti di Yasumasa Morimura, o descrive i turbamenti della vecchiaia, del corpo in decadenza, nella scultura di Paolo Schmidlin. La gola non è considerato neppure un vizio. E’ gioia di vivere nelle fastose creazioni arcimboldesche di Carlo Bonomi, o violenta voracità nella pittura di Dario Arcidiacono, cui fanno da contrasto i quadretti di famiglia tra l’erotico e il grottesco fotografati da Wolfgang Tillmans, o i volti malinconici delle donne ritratte da Nobuyoshi Araki. Il tema dello scontro -fisico, eroico, metaforico- è materia degli scatti dei fr.lli Calgaro. Uguale furore è impiegato da Federico Guida per dipingere le atmosfere plumbee in cui andrà ad immergere i propri angeli, ingaggiati in lotte senza quartiere, in universi fantascientifici. Fino alle morfologie scarne, che nulla concedono al compiacimento estetico, di Alex Pinna, testimone dell’avarizia, descrizione di uno stato d’assenza e abnegazione, prescindendo dalla cupidigia, e al tripudio neoclassico di incontri erotici tra figure umane e divine, acquerellato da Luigi Ontani, a rappresentare la Superbia.

Senza alcun rimorso. Poiché è inutile affannarsi per apparire migliori. Tanto, spiega Sciaccaluga, ricordando una ballata di Tom Waits, Everything goes to hell.

santa nastro
mostra visitata il 2 luglio 2005


SEVEN… everything goes to hell – a cura di Maurizio Sciaccaluga – Certaldo (FI), Palazzo Pretorio – dal 2 luglio al 30 ottobre 2005
orario: 10-19; ingresso: euro 3,00 -info: tel. 0571 661219 656721 – ufficiostampa@comune.certaldo.fi.it


[exibart]

7 Commenti

  1. che brutto articolo! scritto malissimo! e fate scrivere a una santa un articolo su Everything goes to hell…mmmm non ci siamo proprio!

  2. Italiani, popolo di giornalisti! E’ sempre divertente constatare i danni della democrazia. Dai a tutti la possibilità di parlare…e vedi cosa ne viene fuori…mi faccia una cortesia, signor mmm, scriva un articolo lei e me lo invii! Lo sottoporrò al direttore! Così da poter constatare la sua magistrale grandezza…Come giornalista, oltre che arguto critico.. E risparmi il facile, nonchè bieco umorismo di natura onomastica..Almeno io mi firmo…Lei faccia lo stesso..Cordialmente…

  3. difendere non è proprio il mio ruolo…

    ma questa volta mi oppongo duramente alla critica acida e selvaggia, che muove contro una Santa Nastro al massimo del suo splendore creativo, del suo fervore ideativo…
    e dico a te che ti permetti di ironizzare beffardamente sul nome dell’interessata di coprire la tua vergogna con una bella manciata di rispetto, se non per altro, per chi mestamente cerca di esprimersi!
    e soprattutto per non suscitare nei miti di spirito uno strano accostamento tra allargamento della democrazia e diffusione dell’ignoranza…

  4. topopuce, fammi un’analisi della mostra, degli artisti e ragioni per cui sarebbe una sciaccalugata..perchè altrimenti non dici nulla, non fai capire nulla ed è meglio allora zittirsi.

  5. grazie a coloro che si sono schierati dalla mia parte. Le critiche, per carità, sono sempre bene accette. Le offese no.Soprattutto se fatte a viso coperto, nascosti dalla cortina del web ai danni di una persona che mette in gioco tutta se stessa, i propri dati personali, visibili su Exibart, la propria creatività. Di certo non sempre condivisibile all’unanimità, ma apprezzabile. Sparare a zero è facilissimo, mettersi in gioco un pò meno. Rinnovo l’invito.

  6. Cara Santa, sbagli a prendertela così a cuore. Sei giovane, brava ed entusiasta di ciò che fai con passione. Le critiche anonime (come gli elogi anonimi, vedi sottoscritto) non dovrebbero toccarti. Continua così!
    n.

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