20 luglio 2005

live_resoconto Domenico Sciajno – Tran[siti] Palermo, Biblioteca Comunale

 
L’anima dei mercati storici palermitani in una spettacolare istallazione audio-visiva. Il paesaggio sonoro di Ballarò registrato dal vivo ed interpretato in una composizione inedita di immagini e suoni...

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L’attualità del tema “paesaggio” e la sua fortuna trasversale a più discipline specialistiche –dalla filosofia alla storia dell’arte, dalla geografia all’architettura– dimostrano quanto vivo sia l’interesse per i modi in cui si struttura la nostra percezione dello spazio. Se il mondo che ci circonda, e di cui facciamo quotidiana esperienza, diviene paesaggio, questo non racconterà solo di se stesso, ma anche, e soprattutto, di chi lo osserva e abita. La rappresentazione del paesaggio è la nostra risposta alla percezione dello spazio. Le immagini che ne derivano, mentali o materiali che siano, avvalorano il senso di questa esperienza e, nella comunicazione, ne rivelano la complessità di rimandi e di sollecitazioni.
Nel lavoro presentato da Domenico Sciajno lo scorso 12 luglio a Palermo, una lettura del paesaggio in questi termini si è arricchita di un’ulteriore qualità: il suono. L’installazione Tran[siti], negli spazi dell’ex-convento dei Gesuiti di Casa Professa, oggi sede della Biblioteca Comunale, proponeva un’indagine a tutto campo su Ballarò, i cui i suoni, i colori, le immagini, e persino gli odori (vista la continuità fisica della biblioteca con il mercato storico) sono stati oggetto di una rivisitazione creativa dall’impaginazione impeccabile, di estremo rigore compositivo ed insieme di grande suggestione poetica.

Il lavoro è stato condotto come un gioco continuo su elementi presi in prestito dalla realtà. Riprese video e registrazioni audio sono state combinate in un percorso di serratissima tensione emotiva: nelle due grandi proiezioni video, nell’atrio principale della biblioteca, il normale brulichio della vita fra le bancarelle è stato accelerato in maniera inverosimile, come in un’inedita rats race fra i tendoni del mercato. Allo stesso modo l’incalzare rutilante di alcuni still sulle pareti dello stretto corridoio che bisognava percorrere per raggiungere il retro della biblioteca, inchiodavano lo spettatore ad un’immersione totale nei colori e nei suoni della strada. Attraverso le grate di alcune finestre il ritratto di un signore anziano ritornava emblematico quale custode superstite di un’umanità che è ancora parte in causa e identità viva di quei luoghi, lungo un percorso quasi di iniziazione scandito da ritmi elettronici rotti e sempre più incisivi.

Nell’ultimo atrio esterno le proiezioni sghembe di immagini graficamente rielaborate al computer, in dissolvenza o pulsanti come animate da una loro autonomia biologica, erano accompagnate da un crescendo di sonorità ruvide e martellanti, in cui la retorica del folklore veniva progressivamente aggredita, per finire smantellata in ogni sua componente, e deflagrare del tutto in quella deriva senza ritorno che è anche, però, il residuo ultimo e prezioso di un mondo che agonizza sotto i nostri occhi distratti, implorando solo consapevolezza.

davide lacagnina
evento visitato il 12 luglio 2005


L’istallazione Tran[siti] è l’evento finale del progetto MERCATI SONORI, ideato dall’associazione culturale C L A C e curato da Domenico Sciajno. Il progetto è iniziato nel gennaio 2005 con un workshop tenuto da Sciajno presso il nuovo laboratorio audiovisivo dell’Accademia di Belle Arti e Restauro “Abadir” con gli allievi del corso di “Tecniche di elaborazione digitale del suono e dell’immagine” – www.sciajno.net

[exibart]

13 Commenti

  1. Lisa, prima di sparare cazzate gratuite – la tua è la retorica della retorica, quella che il progetto in questione ha il pregio di eludere con rara, raffinata intelligenza – vai a vedere le cose che pretendi di commentare
    DAL NORD

  2. Basta con questa pseudo cultura con la coppola, sulla scia di Camilleri e ora addirittura di Fiorello!! Non solo non piace, ma irrita pure.

  3. L’unica coppola che sovviene leggendo i commenti è la coppola di minch… che ha al posto della testa tale Andrea di Modena che si irrita per la cultura in Sicilia.
    Noi del sud invece siamo estasiati dalla cultura che si produce a Modena innaffiata con aceto balsamico e servita con crudo e cappelleti…… ma va a cag….

  4. Il commento volgare che leggo di tale aldocoppola in realtà dimostra, se ve ne fosse bisogno, che andrea di modena dice il giusto. Se a qualcuno piace la pseudocultura con la coppola si accomodi pure, ma non pensi di poterla imporre ad altri che, francamente, hanno forse qualcosa di meglio e di più elevato da proporre. E’ ora veramente di finirla con un certo provincialismo di nuova e dubbia alfabetizzazione.

  5. Ha ragione Andrea di Modena, possibile che noi meridionali siamo così provinciali che ci critichiamo addosso ma non tolleriamo che lo facciano altri? Oggi l’arte al sud è quella che ci è stata lasciata nei secoli scorsi, non si venga a dire che ne produciamo ancora! Se si vuole vedere qualcosa bisogna salire al nord dove la creatività è sempre in fermento. Caro Coppola, in merito alle tue osservazioni ritengo che oggi a Modena si produca più arte di quanta ne abbiamo prodotta in Sicilia e Calabria negli ultimi dieci anni! Forse tu non conosci Modena o la realtà settentrionale e allora ti invito ad allargare i tuoi orizzonti isolani. E forse la redazione di Exibart non dovrebbe ammettere certe volgarità in un sito che si occupa di arte:
    Ciao a tutti

  6. Bravo Andrea di Modena, hai perfettamente ragione! Di Camilleri, fiorello e co. ne abbiamo abbastanza, che li vadano a imporre altrove. E la volgarità del lettore di Noto rafforza le tue considerazioni!

  7. Coppola di Noto, modera i termini, qui non sei a casa tua dove puoi esprimerti in questo modo. Exibart dovrebbe richiamarti e ripristinare il decoro che hai infranto.

  8. Aldocoppola parli per se stesso, quando dice “noi del sud….” non mi rappresenta certo. Se oggi al sud non riusciamo produrre arte e cultura che possa piacere non dico in Europa e nel mondo, ma più semplicemente a nord di Roma il problema è evidentemente nostro e non possiamo per questo prendercela con gli altri. Andrea ha tutto il diritto di trovare irritanti gli stereotipi di Camilleri. Aldocoppola, invece, non ha alcun diritto di esprimersi con i termini che ha usato.

  9. Dedicato a tutti quelli che hanno risposto sotto (a parte forse 2 o 3). Voi siete il motivo per cui mi vergogno di essere italiano. Questi commenti rispecchiano in pieno la mentalitá folle, irrazionale, improduttiva e patetica della gente di questo paese, e la cosa peggiore é che questi commenti vengono da giovani. Questo é esattamente il motivo per cui siamo “impantanati” rispetto al resto del mondo (incluso cina, paesi dell’est europeo, sud america e africa che con meno risorse di noi re-agiscono).
    Pontificate, tanto poi ci aiuta la mamma, no?

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