12 settembre 2005

sezioni_didattiche Fondazione Burri. Un mondo fatto di materia

 
Il fascino della materia di Burri. Contro chi a lungo ha ritenuto l’opera del maestro troppo forte per un pubblico di bambini. Ne parliamo con Chiara Sarteanesi, curatrice della Fondazione Albizzini…

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Le attività didattiche proposte all’interno dei Musei Burri hanno coinvolto da subito classi di ogni ordine e grado. A partire da quelle dell’infanzia. Quali sono stati i metodi adottati per avvicinare i più piccoli?
Essenzialmente la manipolazione dei materiali della quotidianità, usati anche da Burri, in modo che i ragazzi possano acquisire consapevolezza delle loro peculiarità e potenzialità. Ritengo fondamentale sottolineare che il lavoro di conoscenza e sperimentazione dei materiali con i ragazzi deve essere preliminare alla visita ai musei. La visione delle opere di Burri va considerata fase finale della conoscenza, utile a mostrare come l’artista si sia misurato con i materiali sperimentati. La scelta di far visionare il Museo soltanto successivamente allo svolgimento dell’attività manipolativa è finalizzata inoltre ad evitare l’istinto di riproduzione delle opere dell’artista con un esercizio di copiatura, che rischia di portare ad uno sterile e dannoso scimmiottamento delle opere.

Oltre all’avvicinamento all’arte e al mondo di Burri, i percorsi didattici prevedono momenti introspettivi, in cui i bambini entrano dentro l’opera, la ascoltano, le prestano il loro volto, le danno voce. Quali segnali può lasciare questa esperienza e quali codici di lettura ulteriori può offrire un approccio così forte e personale?
La visione delle opere di Burri non può prescindere da un approccio soggettivo. I percorsi attivati dal Museo tendono a coinvolgere il ragazzo attraverso l’esaltazione di quel che si prova di fronte ad opere di così forte impatto. Nel corso del laboratorio quindi gli educatori si sono limitati a stimolare ed esaltare tasti emotivi già attivi nel piccolo alunno, ottenendo momenti di forte coinvolgimento da parte di tutti i partecipanti. I bambini hanno osservato le opere con occhi diversi, hanno prestato le loro emozioni alla materia, al colore, alle forme; i risultati sono stati sorprendenti. I quadri hanno gridato, pianto, sono scoppiati a ridere, hanno detto cose belle e cose brutte, cose cattive, il tutto con i volti, le azioni, le voci dei bambini.

I percorsi didattici su Burri hanno incluso anche aspetti formativi rivolti ad insegnanti ed educatori. Cosa si aspetta un insegnante dall’arte di Burri, quali sono le potenzialità di uso didattico?
E’ impensabile portare avanti un lavoro di questo genere senza la complicità degli insegnanti di riferimento. La prima fase consiste proprio nell’avvicinare, in modo appropriato all’arte di Burri, gli insegnanti che aderiscono al progetto. Incontri di manipolazione dei materiali si sono alternati a momenti teorici con riflessioni sulle opere viste durante la visita ai musei per identificare e privilegiare le linee conduttrici da elaborare con i bambini: l’obiettivo è di evidenziare il cromatismo pittorico, comprendere l’identità e le potenzialità estetiche dei materiali, le strategie compositive che l’artista ha attuato, la trasformazione dei materiali per coglierne i suggerimenti poetici.

Le attività didattiche sinora proposte sono sperimentali ed hanno segnato un percorso importante nelle scuole che hanno partecipato. Quali sono gli obiettivi che la Fondazione Burri si pone per il futuro, nell’ambito della didattica all’interno dei suoi musei?
Gli obiettivi della Fondazione sono di far conoscere ai ragazzi e agli insegnanti di scuole di ogni ordine e grado l’arte di Burri con approcci diversificati in base all’età, data la ricchezza della testimonianza che l’artista ha lasciato, ma anche e soprattutto perché l’approccio con l’arte materica di Burri può diventare un passpartout per non sentirsi estranei a tutta l’arte contemporanea.

intervista a cura di fabiana giulietti


SEZIONE DIDATTICA FONDAZIONE ALBIZZINI “COLLEZIONE BURRI”: Palazzo Albizzini
ed Ex Seccatoi Tabacco (Viale Vittorio Emanuele Orlando, Via Pierucci). INFO: t. 0758 554 649 / 0758 559 848. e-mail: info@fonsazioneburri.org  – www.fondazioneburri.org
I laboratori sono organizzati dalla Fondazione in accordo con l’Amministrazione comunale di Città di Castello ed in collaborazione con la Cooperativa Il Poliedro Saranno riproposti anche per l’anno scolastico in corso, e sono denominati “L’opera di Alberto Burri”.


[exibart]

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