22 dicembre 2000

Fino al 25.II.2001 Giuseppe Verdi. L’uomo, l’opera, il mito Milano, Palazzo Reale

 
Milano commemora il centenario dalla morte del più amato compositore italiano, Giuseppe Verdi, con una monumentale mostra allestita nelle restaurate sale del piano nobile di Palazzo Reale…

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In occasione del centenario dalla morte di Giuseppe Verdi, una grande mostra, promossa dalla Fondazione Teatro alla Scala e da Casa Ricordi, insieme con il Comune di Milano e il Comitato Nazionale per le Celebrazioni Verdiane, traccia un affascinante percorso attorno alla figura del Maestro di Busseto.
L’allestimento, realizzato da Pier Luigi Pizzi, regista e scenografo verdiano, ha tutto il sapore di una scenografia teatrale ed è reso ancor più interessante dal luogo dell’esposizione, le sale del piano nobile del piermariniano Palazzo Reale tornate a splendere di stucchi e affreschi dopo il recente restauro.

La mostra è scandita in tre sezioni, corrispondenti ai tre temi scelti per raccontare Verdi: l’Uomo, l’Opera, il Mito.
Raggiunto il piano nobile attraverso lo scenografico scalone a volta del Piermarini, la sala di ingresso accoglie il visitatore con una gigantografia dei funerali a Milano del noto compositore.
E’ in realtà la traslazione dei corpi di Verdi e della moglie, Giuseppina Strepponi, che il 27 febbraio 1901 attraversarono il centro della città, circondati da una folla impressionante.
Il vero funerale si tenne un mese prima e, per volere del Maestro, fu privatissimo e di estrema povertà.
Nella medesima stanza un’enorme riproduzione in terracotta del ritratto di Verdi di Vincenzo Gemito scruta dal centro chi si appresta a visitare l’esposizione.
Dalla morte si passa subito alla nascita e all’infanzia: una riproduzione scenografica della facciata della povera casa di Busseto introduce agli oggetti alle persone che circondarono il giovane Verdi.
La spinetta sulla quale si esercitava da bambino, l’atto di nascita, il ritratto della prima moglie Margherita Barezzi, sua prima allieva di pianoforte.
Milano è la protagonista delle sale successive, una città che inizialmente non fu benevola al grande compositore e gli impedì l’ingresso al Conservatorio come si legge sulla busta con il risultato dell’esame.
Le tele di Angelo Inganni e di altri meno conosciuti pittori ottocenteschi ci restituiscono l’aspetto della città che accolse Verdi al suo arrivo dalla campagna: il Teatro alla Scala sotto la neve senza la piazza antistante, i Navigli, l’Ospedale Maggiore. Non mancano i ritratti dei grandi protagonisti del melodramma, Bellini e Donizzetti, e delle belle ed affascinanti cantanti Pasta e Malibran.
Verdi fu un assiduo frequentatore di mostre d’arte ed ammirò le opere del grande Francesco Hayez. Di quest’ultimo artista, membro della Commissione Braindese incaricata di seguire e controllare le scenografie scaligere, sono esposte numerose opere atte a dimostrare la forte consonanza tra la grande pittura storica di epoca romantica e il melodramma verdiano. Famose opere del Maestro quali I due Foscari, I Lombardi alla prima crociata, I Vespri siciliani dimostrano suggestive coincidenze con i dipinti dedicati pochi anni prima da Hayez ai medesimi soggetti. La sintonia i melodrammi di Verdi e la pittura di Hayez va certamente estesa, come mostrano altre opere esposte, anche al tema biblico. Le suggestioni orientaliste e l’esasperata sensualità delle eroine dei dipinti rimandano alle melodie e alle atmosfere del Nabucco e dell’Aida.

Il grande compositore fu anche un grande amico di Domenico Morelli come dimostra un fittissimo carteggio. Con questo artista le consonanze risultano molto meno evidenti tanto che solo I Vespri Siciliani, tela del 1859 qui esposta, mostra una certa relazione con l’opera verdiana.
Il compositore a Milano frequentò anche i salotti più alla moda dove si discuteva d’arte e letteratura ma anche di politica. I ritratti della contessa Clara Maffei, di Cristina Belgioioso Trivulzio e di Alessandro Manzoni introducono alla vita mondana del musicista, considerato come uno dei sostenitori del Risorgimento ma in realtà molto slegato dalle questioni politiche del tempo.
Dal pubblico si torna di nuovo al privato.
Una perfetta ricostruzione della camera da letto del compositore conduce il visitatore a Sant’Agata, vicino a Busseto, dove nel 1853 si trasferì con la nuova moglie, la cantante Giuseppina Strepponi, in un’isolata casa di campagna.
In una sala semibuia, illuminata dalla fioca luce che filtra dalle gelosie, su un parquet a doghe lunghe il comodo letto, un comodino, una poltroncina in stile egizio e il grande pianoforte a coda modello Erard. Obbligatoria una sosta prolungata di fronte alle due librerie con una biblioteca ricca e di taglio europeo.
Non poteva mancare una sezione dedicata al rapporto tra Verdi e Ricordi: la maggior parte dei pezzi presenti in mostra proviene dal caveau di Casa Ricordi a Milano.
Viene esposto un imponente torchio proveniente da Lipsia e nelle vetrine le prime edizioni a stampa dei più famosi melodrammi.
Si giunge così al testamento di Verdi, da leggere in originale, seguito da una esatta riproduzione della camera al Grand Hotel et de Milan dove il compositore trascorse le sue ultime ore.
Le sale dedicate all’Opera del Maestro sono forse le meno interessanti e le più monotone. Fanno luce su tutta la produzione di Verdi dall’Oberto al Falstaff con i progetti delle scenografie e dei costumi, gli spartiti musicali ed altri documenti inediti.
Un’ultima sorpresa attende il visitatore nell’ampia Sala delle Cariatidi. E’ qui ricostruito il boccascena della Scala con l’esatta ricostruzione del Trionfo dell’Aida così come fu rappresentato al debutto milanese 8 febbraio 1872. Manichini, cavalli ed elefanti tra colonne egizie sono immersi nelle note trionfali delle Marcia.
Sembrerebbe questa la conclusione della mostra ma in realtà ancora si prosegue con il Mito verdiano.
Dopo una carrellata di ritratti, affiche, cartoline e costumi di primo 900 si giunge alla riproduzione a grandezza ridotta ,ma pur sempre impressionante, del monumento eretto per Verdi a Parma dall’architetto Lamberto Cusani. Un lungo porticato sorretto da cariatidi rappresentanti ciascuna le opere verdiane, fu distrutto durante la guerra.



Micol Fontana


Fino al 25 febbraio
Giuseppe Verdi: l’Uomo, l’Opera, il Mito
Milano, Palazzo Reale
Orario: tutti i giorni 9.30-18.30 ; Giovedì 9.30-22.30, chiuso il Lunedì
Informazioni e prenotazioni : 89.24.24 attivo 24 ore / Gruppi e scuole : 02/3922662, fax 02/700444854
Informazioni on-line: www.verdi-2001.com
Prenotazioni on-line: www.ticketone.it
Ingresso: intero L.15.000 – gruppi L.12.000 – ridotto L.10.000 – scuole L.6000 – gratuito bambini sotto 6 anni.
Visite guidate: Ardea 02/43911119 – fax 02/43989956
Gruppi L.150.000 – Scuole obbligo L.80.000 – Scuole superiori L.100.000 escluso biglietto d’ingresso
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