08 novembre 2005

fino al 30.XI.2005 Daniele Cudini Bologna, Galleria Marabini

 
Una pittura che deforma il corpo umano per svelare il carattere delle persone. E quello dell’intera società. Tele, disegni e libri d’artista. Abitati da cantanti, santi e pazienti di manicomio...

di

La sua ultima mostra risale al 2002, la personale Interiors tenutasi all’Università di Bologna. Oggi, dopo tre anni, ecco il ritorno, nella stessa città, ma in una galleria privata e con opere inedite, create per l’occasione.
Un’installazione di più di sessanta disegni montata in modo caotico su tre pareti fittizie, una decina di tele dipinte in acrilico e tre voluminosi libri d’artista ottenuti da altrettanti campionari di carta da parati. I libri, che si possono -e si devono- sfogliare, presentano ad ogni pagina un diverso dipinto, che Daniele Cudini ha realizzato sui campioni. Non di rado rimangono attaccati l’uno all’altro, a causa del pastoso strato di colore della sua pittura materica, di cui si sente ancora l’odore.
I soggetti sono gli stessi in tutte e tre le serie. Si tratta di personaggi più o meno noti: cariche religiose e politiche, autorità culturali, protagonisti dello spettacolo. Affiancati da pazienti di manicomi che Cudini ha visitato o da suore di cui ha rintracciato delle foto nei cimiteri. I volti sono tratteggiati in maniera eccessiva, come si trattasse della caricatura di una caricatura. La pelle abbonda da ogni angolo, i colori sono stravolti, le espressioni sembrano maschere dilatate e il corpo è fuso con elementi animaleschi. Per di più questi personaggi si muovono su uno scenario che sta a metà tra il grottesco e l’ironico, con riferimenti al mondo del fumetto e della religione, parole che ondeggiano dietro il dipinto con riferimenti poetici o motti dissacranti, decorazioni e macchie di colore.
Daniele Cudini, Fireworks, 2005 - acrilico su tela - cm 152x163
Il tutto va a formare un’atmosfera che sembra onirica e che a un’analisi attenta si rivela essere anche metaforica. Il corpo, la cui pelle ha perso consistenza e plasticità, lo possiamo associare al carattere molle della società; l’espressione forzata, innaturale, sorridente ma artificiale la si può considerare come la sete di apparenza della nostra epoca; e l’atmosfera satura di colori, forme e motivi, è l’ingombro inutile del nostro spazio e del nostro tempo. Quella di Cudini è, infatti, una pittura a cui precede una ricerca importante. La ricerca dei personaggi, del carattere invisibile delle persone e di come renderlo evidente, dei meccanismi della socialità, delle mode dei ritmi di vita e della libertà individuale.

carolina lio
mostra visitata il 26 ottobre 2005


Daniele Cudini
Bologna, vicolo della Neve 5
orario di visita: dal lunedì al sabato 10,30-13 e 15-19,30
per informazioni: tel. 0516447482 – desk@galleriamarabini.it


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