15 novembre 2005

fino al 21.XI.2005 Richard Antohi Roma, Ph7 Art Gallery

 
Un pittore che decide di rifiutare le immagini. E procede per cancellazione. Ne viene un’arte astratta e gestuale, che nega e afferma nello stesso tempo. Colori squagliati e riciclati…

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Come sottolineato anche dall’artista, in mostra è proposta una fase di transito, un passaggio avvenuto nei primi anni Sessanta. Richard Antohi passa in quel tempo da una “pittura-natura”, materica, creata con i mezzi che la natura stessa gli metteva a disposizione, e fondamentalmente astratta, ad un completo rifiuto dell’immagine. Un rifiuto provocato da un surplus di immagini, che si configuravano come una presenza massiccia ed invadente nel loro essere forma di qualcosa che in realtà celava inconsistenza. “Passai così dalla materia all’antimateria”. Nascono in questo modo le cancellazioni, una “pittura a togliere”, una liquefazione -nel vero senso della parola- dell’immagine.
L’opera del pittore ha inizio su poster, locandine, manifesti pubblicitari. E prosegue cancellando e squagliando i colori per poi rifondenderli tra loro, a volte aggiungendo pittura, a volte inserendo nuovo materiale (come in Un resto d’immagine). I colori fusi sono ben diversi da quelli ottenuti spremendo un tubetto ex novo. Appartengono alla storia di un’altra immagine, distrutta e poi ricreata. La ricerca di Antohi ben si inserisce nel panorama artistico coevo. Il percorso di Rauschenberg (di pochi anni precedente) ma soprattutto di Mimmo Rotella, non sono poi così distanti. Nei poster di Rotella viene sottratta materia tramite strappo, Antohi parte forse da uno stesso intento -quello di togliere- ma dopo aver tolto si serve ancora di quella materia, per riassemblarla, suscitando nello spettatore l’interrogativo su cosa ci sia sotto.
Oltre alle cancellazioni in mostra anche le opere del periodo immediatamente precedente, quelle materiche.
Una delle "cancellazioni" di Richard Antohi
La base, l’immagine (anche se si tratta di opere astratte) su cui Antohi ha operato la cancellazione della sua arte creandone una nuova, abbandonando in parte oli, vernici, pigmenti e sabbia. Come ha scritto Dessì nel 1963 a proposito della sua opera, “i quadri sono come le pagine di un libro, e hanno un posto ben preciso nello sviluppo dell’autore, e si illuminano a vicenda”.

valentina correr
mostra visitata il 26 ottobre 2005


Richard Antohi – Opere 1957-1964
Dal 22 ottobre al 21 novembre 2005
Ph7Art Gallery, Via della Scrofa, 46 – 00186 Roma
Tel. 06 97602663 – riposati@cartesegrete.com
catalogo Edizioni Carte Segrete a cura di Massimo Riposati
ingresso libero – Dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 20, o su appuntamento


[exibart]

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