Un confronto insolito… in occasione della prima Fiera dell’Arte di Bolzano

E’ possibile che la firma autografa di Giorgio Morandi si depositi dal nulla su una tela, mentre due amici discorrono dell’artista incontrato anni prima?

“L’opera d’arte è la vittoria dell’uomo contro la morte, anche se quell’opera d’arte rappresenta la più angosciosa delle tematiche: la morte stessa. Il poeta o il pittore sanno farti sentire quanto è vivo il bagliore della morte”.
Così Vittorio Sgarbi in “Dell’Anima”, l’ultimo suo libro che presenterà il 19 novembre prossimo in occasione di Vineart, prima edizione della Fiera dell’arte moderna e contemporanea di Bolzano. A confrontarsi con lui, in una serie di riflessioni sul tema “Dell’anima: ciò che esiste e ciò che resiste”, sarà Renato Balsamo: l’artista di Sorrento che, passato dalle atmosfere del mediterraneo a quelle delle dolomiti (passando per Torino, nello studio di Felice Casorati), da molti anni vive ed opera nella meravigliosa cornice di Cortina d’Ampezzo.
L’idea dell’insolito confronto è partita quest’estate proprio da Cortina, nell’antica e bellissima casa dell’artista, dove era ospite lo stesso Vittorio Sgarbi. Qui, nello studio ricco di cimeli e sprofondato in un’atmosfera sacrale e senza tempo, Renato Balsamo raccontava della sua amicizia e delle straordinarie esperienze vissute con Gustavo Rol, il grande sensitivo capace di evocare dal nulla oggetti e prove tangibili del passato, come la firma di Giorgio Morandi, apparsa all’improvviso nella penombra di una sera. E qui Renato Balsamo mostrava ad un Vittorio Sgarbi incredulo e stupefatto una piccola prova delle straordinarie apparizioni evocate da Gustava Rol: “Non lo toccare, Vittorio, perché come è apparso dal nulla, nel nulla può tornare…”. Ci si può credere o no, ma è certo che dai ricordi di Renato Balsamo promana una particolare energia: la stessa carica emozionale lasciata sulle tante tele accatastate nello studio, che sembrano immortalare una e più vite.
Esiste l’anima? E soprattutto: può un’opera d’arte renderci immortali? Questi ed altri saranno gli interrogativi al centro dell’incontro, che proporrà due punti di vista diversi e speculari: quello dell’artista, che in ogni sua creazione riversa un frammento della propria anima; e quello del critico e del collezionista, che impossessandosi delle emozioni altrui ricostruisce un mosaico altrettanto fedele di sé stesso, da consegnare comunque all’eternità. Chi nell’esistenza dell’anima ripone ogni fede, e chi confida solo nella sua resistenza alle intemperie della vita.

Perché l’arte non è soltanto business: e se anche la cornice proposta è quella di una Fiera, e dunque di un mercato, costituisce pur sempre una singolare occasione per guardare alle ragioni profonde che spingono un artista a lasciare delle orme sulla tela, e tutti noi a seguirne i fili di un tracciato segreto: quando si dispera di poter cambiare la propria sorte, quando si è commossi di riuscire a viverla fino in fondo, quando si è angosciati di vederla finire. Quando ci sentiamo noi stessi, insomma: ciascuno con un proprio confine di libertà, di paure e di emozioni, e ciascuno con un’anima. Che esiste nel tempo, o che al tempo resiste.

Immagine: Giorgio Morandi, “Natura morta”, 1947
Courtesy by Marescalchi Art Gallery