Alla Galleria Pack si presenta il catalogo della mostra Troubled Times

Presentazione del catalogo della mostra internazionale d’arte contemporanea “Troubled Times”, svoltasi a Trieste con grande successo nell’autunno scorso.
Ospitata nell’insolita location del Civico Museo triestino di Guerra per la Pace “Diego de Henriquez”, la mostra ha avuto il suo tratto saliente nell’originale connubio tra l’arte e l’ingombrante quanto sinistra documentazione bellica della prima e seconda guerra mondiale ivi contenuta. Un intreccio dove gli strumenti di guerra si caricavano del dissenso contro ogni violenza palesemente espresso dagli artisti con i loro disparati interventi, tra video, installazioni, fotografia.

Scopo di Troubled Times è stato quello di indagare le reazioni degli artisti nei confronti di quanto succede oggi sul nostro travagliato pianeta, ed è apparso chiaro il loro dissenso verso ogni genere di limite, che mini o riduca la libertà di cui ogni individuo dovrebbe godere e verso ogni tipo di violenza. Gli artisti chiamati ad attraversare gli impervi sentieri di una negatività diffusa, hanno spesso raggiunto picchi di intensa drammaticità e nel contempo di alta poesia, come nel video “Cleaning the mirror“ della serba Marina Abramovic, dove vita e morte si compenetrano in sequenze di immagini crudamente provocatorie – uno scheletro che si muove sul ritmo del lento respiro dell’artista adagiata sotto di lui – o nel racconto accorato della devastazione bellica, riferito alla prima guerra mondiale, del milanese Marco Vaglieri, quale supporto ad un video imperniato su di un unico grandioso proiettile rotante. Per non parlare della pregnante immagine simbolo della mostra, “Blood Rain” una gigantografia di Robert Gligorov, col sangue grondante sul tergicristallo di una macchina, che assottiglia lo scarto tra lo stato di guerra e quello di pace. Egli esempi potrebbero continuare.
27 gli artisti raccolti per Troubled Times da tutto il mondo, ma con particolare riguardo ai paesi dell’Est Europeo. Spesso nomi altisonanti già largamente affermati in meeting internazionali, come Shirin Neshat, Jota Castro, Santiago Sierra, Armin Linke, gli Irwin, Zwelethu Mthethwa, Dalibor Martinis, Sanja Ivekovic… ma anche giovani artisti proiettati verso affermazioni future, come Biljana Djurdjevic, Katia Kameli, Massimo Poldelmengo.

Il catalogo, impostato graficamente da Sabina Bonfanti, ha il pregio di mantenere inalterata la suggestione di una mostra sovrappostasi ad una realtà museale preesistente, con tutti i salutari contrasti che ne potevano derivare.
Un libro che può vivere autonomamente, al di là del motivo fondante che l’ha determinato. Arricchito, oltre alla presentazione della mostra e degli artisti da parte della curatrice Maria Campitelli, da preziosi contributi critici che ne estendono il significato.
Quello di Predgar Matvejevic, il ben noto studioso di problematiche balcaniche, che sconfina nel ragionamento sul futuro assetto dei nuovi stati dell’Est entrati nell’U E, quello della sociologa croata Melita Richter Malabotta che si sofferma sul contributo costruttivo delle donne nella difficile situazione balcanica determinatasi durante gli atroci recenti conflitti, quello del filosofo Fabio Polidori, che con apparente provocazione, affronta la diversità del discorso dell’arte, rapportato alle convenzioni che condizionano i comuni convincimenti dell’uomo della strada.

All’iniziativa hanno partecipato due artisti della Galleria Pack : Gianmaria Conti e Robert Gligorov.
Promossa dall’Associazione culturale triestina Gruppo 78 International Contemporary Art, all’interno del ciclo Natura Naturans 9° edizione, la mostra è stata realizzata con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, e con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste, dell’A.I.A.T. e delle Assicurazioni Generali.