08 gennaio 2001

Fino al 31.I.2001 Fortunato Depero Bologna, Galleria D’Arte Maggiore

 
Più di novanta opere che illustrano l’attività creativa di Depero dal 1913 fino agli anni cinquanta, attraverso quadri, disegni e arazzi...

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Questa mostra è un’ottima occasione per conoscere o approfondire i caratteri principali dell’artista trentino attraverso importanti opere provenienti da musei e collezioni private,.
Depero nasce in Val di Non nel 1882 e vive molti anni a Rovereto in un ambiente a metà tra Austria e Italia, dove si incontrano influenze contraddittorie. Il primo incontro artistico non è con la pittura, ma bensì con la scultura, che, poi, contaminerà la solidità delle figure, la linearità e l’ampiezza delle aree di colore dei suoi quadri. Negli anni successivi, i suoi interessi si ampliano e si complicano: si dedica alle stesura di libri accompagnati da interessanti disegni; intanto viene a contatto con i principali futuristi, Balla, di cui sarà allievo, Boccioni, Martinetti, nel pieno della loro rivoluzione; comincia le esposizioni pittoriche dei suoi quadri che si inseriscono in pieno clima futurista; si interessa anche al teatro sperimentale.

Questo polimorfismo è perfettamente rispecchiato dallo scenario offerto alla Galleria d’Arte Maggiore. Ci sono disegni che corredavano i libri e numerosi quadri che rientrano nei canoni del Secondo Futurismo, cioè quel periodo successivo al futurismo vero e proprio che ne porta avanti il credo ideologico attraverso variazioni stilistiche. Ritroviamo i temi propri di quest’epoca: la velocità, la ruota, la guerra. A tutto questo si aggiunge un elemento giocoso e teatrale. Ricorrono castelli, scenari da fiaba, bambole, pupazzi. Colori vivaci e temi allegri e infantili che nascondono una sottile incrinatura. In particolare l’elemento scenografico si esprime negli arazzi, costituiti da pezzi di stoffa accostati in brillanti abbinamenti cromatici. Marionette che si muovono freneticamente sullo sfondo policromo.
L’esposizione testimonia anche le tendenze dell’artista nel dopoguerra. Nel 1919 fonda la Scuola d’arte futurista in cui si occupa principalmente di arredamento. Poi, a partire dal 24 la sua attenzione è convogliata sulla attività pubblicitaria. Collabora con molte aziende italiane, ma il partner preferito, come testimoniato dal grande quadro che ci accoglie alla sinistra dell’ingresso nella Galleria d’Arte maggiore, è la Campari per la quale farà non un cartello, ma un “quadro pubblicitario”.

Depero proseguirà questa attività durante il soggiorno americano, arricchendola degli spunti del mondo newyorkese.
Per chi volesse approfondire ulteriormente questo artista dalle mille sfaccettature, la città di Rovereto offre un interessante ed ampio museo interamente dedicato a lui.


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Per saperne di più:
www.depero.it


Marta Severo




Galleria d’Arte Maggiore, via d’Azeglio 15, Bologna.
Ingresso gratuito.
Info: 051-235843
Lunedì 16.30-19.30. Da martedì al sabato 10.30-12.30 e 16.30-19.30. Domenica chiuso.



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4 Commenti

  1. Sono capitata per caso a vedere questa mostra, mentre passegiavo per il centro di Bologna.Cominciamo dalla cornice splendida in cui è inserita la galleria, un vecchio palazzo ristrutturato nel pieno centro della città, l’esposizione è sinteica quel tanto che basta per documentare efficacemente il lavoro del futurista nostrano, molto accattivante per la varietà delle tecniche utilizzate nei lavori esposti (in particolare segnalerei gli arazzi), ed infine c’è un delizioso mini-catalogo promoziale gratuito, in cui si possono leggere spunti tratti dalla produzione anche letteraria di questo artista a tutto tondo.Estremamente consigliabile, insomma!!!!!!!!!!!!!!!

  2. Annuncio scandalosa latitanza dei galleristi nostrani per quanto riguarda il Fortunato in questione. Ad ArteFiera chiedevano 200 milioni per un Licini (formato 4×4, come una Jeep) e non si trovava nemmeno mezzo Depero…
    Speriamo abbia qualche estimatore almeno all’estero considerando che insieme a Boccioni e Sironi è alla base dell’arte italiana del novecento…E poi…solo italiana? Guardiamo alcuni lavori di Depero…e poi guardiamo Warhol…mha!

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