10 gennaio 2001

QUADERNO CREATIVO N.1. Materiali irregolari di cultura libertaria. Arte – ricerca, tracce emozioni, progetto, anarchia

 
Il Quaderno creativo dove domina il pensiero libero e libertario...

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Premessa: Mi trovo oggi a recensire il primo numero di una rivista des anarchiques uscita nel febbraio del 2000 e quindi al tempo carica d’inventiva e dinamicità, che spero si sia mantenuta anche nei numeri successivi.

Auto – celebrazione dell’anarchia e dell’anarchismo, questa rivista vuole essere un diario segreto – aperto – al – pubblico dei pensieri profondi e delle opinioni personali sulla realtà sociale che ci circonda, infischiandosene delle forme ma puntando unicamente al contenuto.
Originale nella grafica, che si lascia andare alla fantasia delle forme e dei colori, è stampato su cartoncino e si presenta al contempo elegante ed alternativo.
Il Quasi editoriale – come rilevano gli autori – è una piacevole raccolta di frasi ed aforismi:
Gli artisti sono gli anticorpi che la società ha contro il potere. L’artista non deve integrarsi. Se si integra, noi ce l’abbiamo nel culo.
Fabrizio De Andrè
Rivoluzionario è lo scrittore che riesce a porre attraverso la sua opera esigenze rivoluzionarie diverse da quelle che la politica pone…
Elio Vittorini
La libertà è tutto, d’accordo … ma parlare di libertà ed essere liberi sono due cose diverse. Voglio dire che è difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono sul mercato (…) Ah certo, ti parlano, e ti parlano, e ti riparlano di questa famosa libertà individuale. Ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura.
Dennis Hooper in “Easy Rider”
Si inizia così la lettura del QUADERNO CREATIVO N.1 che tratta di cultura ed arte nelle sue diverse dimensioni, sulla base d’un forte radicamento ideologico che lo spinge ad “agire contro”.
Fotografia – Società dello spettacolo – Poesia – Teatro e Cinema rappresentano i punti cardinali su cui ci si è espressi.
Di grande interesse storico è l’articolo di Pino Bertelli su Tina Modotti – fotografa rivoluzionaria – della quale tanto s’è detto ma o troppo fantasioso o troppo riduttivo.
Si riassume la storia di questo personaggio, italiana di nascita messicana d’adozione dalla vita intensa e passionale volta alla lotta per la libertà che la portò a grandi amori e ad una morte misteriosa.
Di lei si sottolinea la rivoluzionaria scrittura fotografica che “intreccia l’esistenza libertaria con l’arte vissuta come cammino per realizzarla. (…) Fotografia che è l’apparire d’una coscienza, “l’eco dell’anima” che proietta un’immagine diversa sulla realtà mai completamente compresa.
Ben scritto e coinvolgente, invoglia a saperne di più su questa donna del secolo scorso che certamente appare più libera che quelle attuali.
Bello anche lo spazio dedicato alla Poesia. Versi che invitano alla riflessione sulle grandi colpe degli uomini, primo fra tutte: l’indifferenza verso le realtà più tragiche del vivere umano – “Organizzate il cuore”. Versi che spiegano cosa è la poesia, “denuncia sociale, testimonianza d’avvenimenti, cattura d’attimi non palpabili restituiti in emozioni”.
C’è poi il racconto del Teatro di Paola Brolati, con il suo “Fuori Luogo”. Gioco di dialoghi tra esperti e principianti dell’arte teatrale, tra sogno dello spettatore ingenuo e crudo realismo di quella avveduta, per la quale “i teatranti non possono mai nutrire illusioni”.
Condanna il teatro in televisione perché “anche l’ultimo batterio ha perduto la sua carica devastante” e quindi è necessario “tornare nelle strade, riacquistare visibilità, (…). Un teatro che cambi di nuovo il rapporto tra attori e spettatori”. Teatro sociale, come quello messo in scena da Giovanni Zurzolo. Con il progetto Sacre Coeur, invitò, infatti, gli spettatori – muniti d’attrezzatura – a percorrere una miniera (dismessa nel 1979) nelle montagne della Val Ridanna, “portandoli nelle viscere della terra dove i minatori passavano le loro giornate e riportandoli alla luce ad oltre 2000 metri”.
Una nuova dimensione della performance teatrale ma anche cinematografica. Bibi Bozzato citando Francis Ford Coppola scrive che il cinema diventerà un’arte solo quando una qualunque ragazzina riuscirà a prodursi per i fatti suoi un film, così come per scrivere è sufficiente una penna ed un foglio di carta.
Nuova denuncia anche per Gianfranco Marelli che in “Dalla Società dello Spettacolo all’Estasi della Comunicazione” si scaglia contro “la perdita di senso della società contemporanea (…) attestata dall’incapacità di trasmettere passioni e suscitare nuove emozioni nonostante le possibilità messe in campo dalla scienza e dalla tecnica”.
Pesanti accuse verso una società che confonde la realtà con lo spettacolo dove niente è più nuovo; contro una realtà virtuale che toglie all’individuo “l’illusione soggettiva della percezione del mondo”. Una società che è solo rivolta ad “accorciare i tempi” d’ogni evento dove nulla si lascia all’immaginazione.
Visione ultra pessimista di quello che c’è e utopistica di come si vorrebbe. La perdita di senso della realtà, l’alienazione dell’uomo vittima dell’utilitarismo occidentale? Direi di volgere gli sguardi anche alla positività del presente dove non tutto è “irrimediabilmente” detto. Dove la tecnologia permette a molti di partecipare ad eventi prima riservati a pochi. Vero, il contatto umano, l’illusione, il mistero, sono affascinanti e densi di emozioni; ma per ridisegnare la realtà “meglio e in modo migliore” non si deve necessariamente negare quello che si ha, poiché il progresso, tanto demonizzato, potrebbe essere la chiave d’accesso a dimensioni inesplorate.
Passando ad altro, degno d’attenzione è il connubio pensiero scritto – pensiero in musica, avvalorato dalla presenza di un CD allegato al quaderno, “JUDAS II”. Di Pete Wright e Martin Wilson – ex batterista dei Flux of Pink Indians, “formazione di punta del canto politico anarchico inglese durante gli anni ’80 – con suoni “raccolti per strada” e testi in inglese che invitano diffidare di “tranelli confortanti” e di lezioni impartite a forza di carezze.
Ospite “fisso” della rivista è “Il Martello” bimestrale di scrittura, di politica, di disfatta a cura di Luigi Bianco e Adriano Accattino. Contestatore della scrittura superficiale e frettolosa dei quotidiani, si propone come giornale di riflessione con articoli “sufficientemente estesi per essere ben sviluppati”, invitando a spedire scritti – purché in sintonia con lo spirito della testata.

Una rubrica “Lavori in corso” dedicata ad anticipazioni e presentazioni; una pagina dedicata alla Mail Art con inviti e proposte ed una sull’ARTE dove si sottolinea il “mystereux inconnue” da cui nasce l’opera dell’artista, colui che si muove verso qualcosa.
Muoversi verso, Liberarsi, in questo, si dice, è contenuto il sentimento dell’arte.

Federica De Maria




QUADERNO CREATIVO N.1. Arte – Materiali irregolari di cultura libertaria.
N.1 Febbraio 2000 – L. 30.000
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Inserto
ApArte° vuole essere aperto a proposte o materiali in sintonia con il suo agire contro. Già dal primo numero ospita Il Martello n.1 gennaio 2000, bimestrale di scrittura, di politica, di disfatta a cura di Luigi Bianco e Adriano Accattino, edito dall’associazione culturale “I Mendicanti” di Squillace (CZ).
Judas II – Informazioni e contatti:
Marco Pandin c/o Musica per A casella postale 86
35036 Montegrotto PD
e-mail: marcpan@tin.it




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