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Karin Sander
Karin Sander (Bensberg, Germania, 1957; vive e lavora tra Berlino e Zurigo) agisce da sempre sull’intersezione tra opera, destinatario e istituzione, tra ciò che si trova e ciò che si aggiunge, tra presenza e assenza. I suoi Mailed Paintings (iniziati nel 2004) sono tele dalle forme geometriche primarie che vengono spedite nei luoghi in cui devono essere esposte senza imballaggio e accettando così le tracce casuali prodotte dal trasporto all’interno del processo creativo. Sono da citare anche i suoi famosi Wall Pieces (in corso dal 1986) realizzati lucidando una porzione di parete e le sue sculture in miniatura (iniziate nel 1997) con cui propone la traccia del pubblico stesso di quel contesto adottando le prime tecniche di copia in 3D. Tra le sue molte mostre personali recenti vi è quella al Kunstmuseum Winterthur, Winterthur, 2018 e tra quelle collettive: Talking Picture Blues (Voices Rising), Songwong Art Center, Seoul, 2015; Solides Fragiles, MUDAM -Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean, Luxemburg, 2014; Lens Based Sculpture – The transformation of sculpture through photography, Akademie der Künste, Berlin, 2014; Faster and Slower Lines, Reykjavíc Art Museum, Reykjavíc, 2011; Contemplating The Void, Solomon R. Guggenheim Museum, NewYork, 2010; Photography on Photography: Reflections on the Medium since 1960, The Metropolitan Museum of Art, NewYork, 2008; Painting, MoMA, NewYork, 2007.