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L’opera d’arte contemporanea si contamina con le nuove tecnologie e si presenta in formati inediti. Mike Calvert ha scelto di portare la sua arte sui nostri monitor trasformando un semplice dispositivo come il “salvaschermo” in un luogo per veicolare la propria creatività.
Proiettate sulle bianche pareti della Galleria Antonio Colombo immagini dai colori pop fanno pensare ad un surreale videogioco.
Ho incontrato l’artista qualche sera fa e l’ho intervistato nel luogo stesso della sua sperimentazione: davanti ad un monitor. Io davanti al mio e Mike davanti al suo, naturalmente.
Il tuo screen saver è disponibile anche su Internet? Hai mai realizzato lavori per la Rete?
Lo screen saver non è su Internet per ora. Si può vedere solo in galleria. Però ho comprato un dominio e appena tornerò a Los Angeles comincerò a lavorare alla realizzazione di un sito web che conterrà lavori pensati per essere visti su Internet. Mi piace usare i computer e la Rete per fare arte perché offrono molte possibilità, si tratta di un medium veramente nuovo. Questa di Milano è la mia prima mostra ed ho molti altri progetti per i prossimi lavori, sempre sul tema dello screen saver.
In che formato diffondi opere digitali come lo screen saver (cd rom, www…)?
Il formato che ho scelto per mostrare e vendere questo lavoro è il cd rom. In galleria è disponibile una serie numerata di cd, ma non sono contrario ad una loro eventuale duplicazione.
Come sei arrivato a lavorare con il computer?
I computer mi hanno “preso”. Ho cominciato realizzando dei progetti per altre persone su richiesta e queste stesse persone mi hanno insegnato ad usare il computer. Si trattava di progetti di design, ma ho capito molto presto che il computer era il migliore medium per il mio lavoro e la maniera più veloce per diffonderlo.
Per la mostra con Miltos Manetas da Colombo volevo provare qualcosa che non avessi mai fatto prima. L’idea dello screensaver mi piaceva perché può essere esposto in una galleria e può essere visto anche da persone che non hanno idea di cosa sia. Inoltre è una cosa insolita trovarlo in una mostra d’arte. Il salvaschermo ha uno strano ruolo nel computer: nel momento in cui concedi al tuo pc una pausa la mia arte si manifesta. Ci sono sempre più lavori fatti con questo medium, ma non credo che sia abbastanza. I computer non sono solo strumenti di lavoro, ma vere e proprie fonti di comunicazione, musica e arte.
Che tipo di medium usavi prima (pittura, scultura, video…)? Parlami un po’ della tua formazione, hai studiato arte?
Ho studiato arte a Los Angeles all’Otis college of art and design. A quei tempi dipingevo, ma alla fine del corso ho realizzato un video sul videogame “Zelda”. Nel filmato c’era un ragazzino vestito come “Link” che riproduceva il meccanismo del gioco nel mondo reale. Per esempio, nel videogame quando Link uccide un mostro appare un cuore che, se preso, fa acquistare più vite. Nel mio video invece, quando Link uccideva un mostro lo mangiava. I mostri erano pieni di latte che il ragazzino beveva.
Miltos Manetas ha di recente dichiarato che avrebbe smesso di dipingere. Tu dipingi ancora? O pensi che la pittura sia finita?
Si, Miltos ha dichiarato che avrebbe smesso di dipingere, ma non credo che questo voglia dire che smetterà anche di pensare da pittore.
Non mi interessa la questione se la pittura sia finita o meno, la domanda da porsi è dove stia andando. Questo è davvero interessante. Ogni volta che appare un nuovo medium la stessa sopravvivenza della pittura sembra messa in dubbio. Io credo invece che si tratti di un’occasione per reinventare sé stessa ancora una volta.
Ringrazio Mike Calvert per la disponibilità
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www.colomboarte.com www.manetas.com
www.neen.org
Valentina Tanni
L’opera di Calvert è esposta alla mostra “Miltos Manetas 2001”
a cura di Laura Cherubini e Giacinto Di Pietrantonio
dal 7 febbraio al 16 marzo 2001; Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea
Via Solferino 44, Milano
Tel/fax 02.29060171
Dal Martedi al Sabato ore 16.00/19.30, Ingresso libero.
[exibart]