-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
libri_saggi Arte d’Oriente. Arte d’Occidente (electa 2006)
Libri ed editoria
Il nuovo libro di Flavio Caroli analizza l’intreccio di relazioni tra il “pensiero in figura” occidentale e quello orientale. Un’analisi estesa a 15 secoli di storia dell’arte e alle più interessanti civiltà del pianeta...
Arte orientale e arte occidentale si sono incontrate e scontrate nel corso dei secoli, allontanate e avvicinate inconsapevolmente, fino a instaurare un dialogo duraturo. Caroli ricostruisce questa fitta trama di divergenze e sottili rispondenze a partire dalla caduta dell’Impero Romano. In Occidente prevale una cultura figurativa erede del verismo romano, nell’Impero Romano d’oriente il pensiero figurativo evolve in modo totalmente diverso. La cultura bizantina è ieratica, astratta, rarefatta fino all’iconoclastia.
Iconoclastia e attrazione per le immagini scolpite o dipinte -Caroli parla di iconofilia– sono i due poli fra i quali si snodano i primi capitoli del libro. Muovendosi da ovest verso est s’incontrano le civiltà iconoclaste del medio oriente, Islam e cultura ebraica -iconoclaste, sì, ma con le dovute differenze- poi le “gigantesche, strepitose tradizioni iconofile del mondo asiatico” in India, Cina e Giappone. La descrizione delle civiltà artistiche e di alcune delle opere più significative che hanno prodotto è accompagnata da una manciata di notizie sulla storia, le credenze religiose, l’insieme di idee che si potrebbe definire ‘filosofia della vita’. Perché la storia delle immagini è strettamente connessa al contesto culturale, sociale e religioso.
L’analisi si sofferma più a lungo sull’arte occidentale e sui rapporti con Cina e Giappone. Nel ripercorrere la storia dell’arte occidentale, Caroli ripropone la tesi esposta in un libro precedente, Le tre vie della pittura: i tre “primari che […] hanno guidato il moderno “pensiero in figura” occidentale […] sono a partire dal Quattrocento la luce e l’anima, cui si aggiunge a partire dal Settecento il racconto. […] Questi “primari” sono sottoposti ad un “a priori” che è la prospettiva.”
Su questi quattro elementi si gioca il confronto tra oriente e occidente. La rappresentazione della luce e la pittura come racconto sono interessi comuni, le soluzioni sono diverse, ma il confronto tra oriente e occidente è possibile. La rappresentazione prospettica e l’anima, la linea introspettiva della pittura, sono invece caratteristiche specifiche dell’arte occidentale. Perché? Caroli fornisce la sua spiegazione: “Solo l’occidente ha affidato originariamente la propria rappresentazione della realtà alla prospettiva lineare”, perché solo l’uomo occidentale si sente “altro” dal mondo e avverte l’esigenza di misurarlo e conoscerlo razionalmente. La pittura orientale non inventa la prospettiva perché non ne sente la necessità. Uomo e natura sono fusi in un’unica, armonica unità, il che consente all’arte orientale “un senso perduto e rappacificato della natura che sarà probabilmente negato per sempre all’anima occidentale”. Così come solo l’occidente “ha avuto la volontà o la possibilità di tradurre in immagini la disperazione dell’anima”. Anche qui la motivazione è da ricercare in una diversa visione del mondo. Può sembrare una spiegazione un po’ semplificata, ma non si può negare che abbia un grande fascino.
Dal XVIII secolo, gli incontri s’intensificano e le divergenze cominciano ad attenuarsi. Sappiamo tutto di come gli impressionisti prima, Van Gogh e Gauguin poi, siano rimasti incantati dalle stampe giapponesi. Il XXI secolo si è aperto all’insegna di una crescente uniformità. Da un lato l’arte informale -“per l’arte orientale un approdo inevitabile”- diffusa su tutto il pianeta; dall’altro l’omaggio frequente dell’arte cinese soprattutto alla Pop Art americana.
Allora ci rimane un dubbio: se la diversità era conseguenza di un diverso modo di pensare il mondo, il convergere degli stili può indurre a credere che anche le idee si stiano avvicinando? Oppure l’arte viaggia in anticipo sulle idee? O invece è una fascinazione reciproca dovuta alla diffusione planetaria delle immagini, che non va oltre la somiglianza formale? Aspettiamo la risposta di Flavio Caroli, magari nel prossimo libro.
antonella bicci
Flavio Caroli – Arte d’Oriente. Arte d’Occidente. Per una storia delle immagini nell’era della globalità
Electa, Milano 2006
ISBN 88-3704-192-6
Pagg. 160; ill. col., € 29
La scheda dell’editore: http://www.exibart.com/profilo/editore.asp/idelemento/8
la rubrica libri è diretta da marco enrico giacomelli
[exibart]