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fino al 13.V.2007 Ereditare il paesaggio Roma, Ara Pacis
roma
Un puzzle di visioni per ricomporre un paesaggio conosciuto. Lo sguardo dei fotografi é lucido e consapevole, pronto a denunciare oltre che a documentare. Una mostra del festival FotoGrafia di Roma...
Per Olivo Barbieri (Carpi, Modena 1954) il paesaggio è Shanghai: una distesa di grattacieli visti dall’alto; per Enrico Benvenuti (Prato 1970), invece, è il rincorrersi di occhi con le palpebre, parafrasando un concetto di Adolf Loos. È un tuffo nella natura con quei rami spezzati nel verde sfocato per Tancredi Mangano (Lisieux, Francia, 1969); sono scorci avvolti nella notte per Alessandro Cimmino (Napoli, 1969); insegne pubblicitarie depurate del loro contenuto e collocate all’interno del paesaggio naturalistico per Maurizio Montagna (Milano, 1964). C’é anche chi, come Giovanni Chiaramonte (Varese, 1948) si sofferma sulle architetture superstiti di terribili terremoti nell’Italia del sud e chi -è il caso di Massimo Vitali (Como, 1944)- continua ad essere attratto dalle spiagge, ultimamente americane.
Un discorso aperto, quindi, quello di Ereditare il paesaggio in cui sette riconosciuti maestri della fotografia che lavorano coerentemente sul territorio da oltre vent’anni –i già citati Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte e Massimo Vitali, insieme a Gabriele Basilico (Milano, 1944), Vincenzo Castella (Napoli, 1952), Guido Guidi (Cesena, 1941), Mimmo Jodice (Napoli, 1934)- hanno indicato, ognuno, due ipotetici continuatori (non necessariamente veri allievi o assistenti) che portano avanti lavori che possono andare nella stessa direzione del maestro che li ha segnalati, oppure essere diretti in tutt’altra direzione.
“C’é una sorta di continuazione linguistica nel lavoro sulla memoria e la conservazione di Gabriele Basilico e dei suoi due segnalati, Claudio Gobbi e Claudio Sabatino”, spiega Giovanna Calvenzi. “Invece antitetico potrebbe sembrare Mimmo Jodice, caposcuola, che ha segnalato Marco Trinca Colonel/Cosimo Pichierri e Stefano Snaidero, autori che lavorano sul territorio in modo totalmente diverso, chi più attento alla realtà sociale, chi -invece- annulla il territorio facendolo diventare un paradigma dei misfatti della società.”.
L’idea di partenza delle curatrici Giovanna Calvenzi, grande esperta di fotografia, e Maddalena d’Alfonso, che si occupa prevalentemente di architettura e paesaggio, è proprio quella di indagare le diverse modalità di trascrizione del paesaggio da parte dei fotografi contemporanei. “Il lavoro è, contemporaneamente, una riflessione sui modi di raccontare il paesaggio in una situazione di cosiddetta seconda modernità, come la chiama Maddalena”, continua la Calvenzi, “in cui le componenti del territorio sono talmente frantumate e modificate, e che hanno reso quasi inattuale una rilettura classica del territorio stesso. È interessante vedere come le generazioni più giovani si misurano con queste realtà.”.
La mostra -presentata nell’ambito della sesta edizione di FotoGrafia- rappresenta una sorta di preview di quella più ampia che avrà luogo al Museo del Territorio di Biella nell’ottobre 2007 e si pone proprio come punto di partenza non solo per riflessioni, ma anche denunce sui disastri di cui é vittima il territorio.
In sintesi per la Calvenzi l’occhio del fotografo, volutamente neutrale –“tecnicamente viene chiamato lo sguardo documentario”- esercita quasi una sorta di “pietas” nei confronti delle periferie urbane, demandando allo spettatore il concetto di denuncia. Una situazione che al giorno d’oggi è decisamente insostenibile: è necessario che ci la presa di coscienza sia anche da parte di chi sta dietro il mirino.
manuela de leonardis
mostra visitata il 4 aprile 2007
Ereditare il paesaggio – a cura di Giovanna Calvenzi e Maddalena d’Alfonso
Roma, Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta (piazza Augusto Imperatore) – Orario mar – dom 9.00 – 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima – chiuso lun.) – per informazioni tel. 0682059127 – Biglietto intero € 6,50 , ridotto € 4,50 – www.museiincomune.it – www.fotografiafestival.it
Artisti in mostra: Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Massimo Vitali, Claudio Sabatino, Claudio Gobbi, Maurizio Montagna, Tancredi Mangano, Domingo Milella, Marco Campanini, Ricardo Francone, Franco Mascolo, Marco Trinca Colonel e Cosimo Pichierri, Stefano Snaidero, Alessandro Cimmino, Andrea Pertoldeo, Enrico Benvenuti, Salvatore Porcaro
[exibart]
Vero, le periferie vengono viste scattando fotografie che sono la sublimazione di possibili carezze.
I giovani si misurano eccome con questo tipo di fotografia, ma molto spesso cercano solo di creare qualcosa di grafico o di urlato.
La classe arriva col tempo, o anche subito, basta non confondere fotografia con la grafica.