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In primo piano sul numero di aprile di Art e Dossier Il Liberty in Italia, mostra aperta al pubblico nel Chiostro del Bramante a Roma fino al 17 giugno, curata dal direttore artistico del Chiostro stesso Fabio Benzi, autore anche dell’articolo sul ruolo dell’Italia nel dibattito estetico europeo e modernista a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Il termine Liberty, derivato dal nome del famosi magazzini londinesi Liberty & C., specializzati nella vendita dei prodotti di gusto floreale, era usato per definire, nella sua particolarità italiana, lo stile internazionale nato in Francia negli anni Novanta dell’Ottocento, chiamato Art Nouveau, che si era diffuso in tutti i paesi industriali, soprattutto nel campo delle arti decorative. Con l’esposizione di dipinti, sculture, mobili, ceramiche, illustrazioni, manifesti, decorazioni e tessuti, sono così ripercorsi i temi fondamentali del Liberty, dall’eredità simbolista e dalla linea curva floreale alla vita moderna e al gusto geometrico, dall’estetismo neogotico e neorinascimentale, come ricerca di radici culturali, all’esotismo. L’argomento della mostra è stato un valido pretesto per dedicare la sezione Studi e riscoperte al noto illustratore ceco Alfons Mucha, l’elegante creatore d’immagini-simbolo dell’Art Nouveau, in cui temi floreali si uniscono a suggestioni iconografiche di tipo slavo-orientali. In occasione della mostra su Bernardo Bellotto (1722-1780) che si è aperta a Venezia, Giandomenico Romanelli sul dossier di questo mese ricostruisce, attraverso le tappe della vita del pittore, dalle corti italiane a quelle di Dresda, Vienna, Monaco e Varsavia la figura di Bernardo Bellotto, nipote di Canaletto, che dopo di lui portò a compimento la diffusione del vedutismo veneziano in tutta Europa. All’interno della rivista trovano spazio altre due mostre di grande interesse, quella a Londra su Horst P. Horst (1906-1999), che per sessant’anni è stato il fotografo ufficiale di “Vogue”, e che ha regalato indimenticabili ritratti dei più famosi couturier e personaggi del panorama artistico internazionale, e quella su Perino del Vaga (1501-1547) a Palazzo Te a Mantova, uno dei maggiori esponenti del manerismo italiano, collaboratore di Raffaello nelle Logge vaticane ma anche attento osservatore dell’arte di Michelangelo. Per la rubrica Letture iconologiche Claudia Terribile, prendendo in esame due opere letterarie, gli Asolani (1505) di Petro Bembo e La nave dei folli (Basilea,1494) di Sebastian Brant, ci parla della rappresentazione di scene di soggetto musicale che nell’arte del nordeuropa ha spesso acquisito connotazioni negative, a differenza di quanto accadeva nella pittura italiana. La mostra Il genio e le passioni. Leonardo e il Cenacolo è poi l’occasione per Stefano Borsi di dedicare interessante articolo sulla presunta attività di Leonardo xilografo per diffondere i suoi studi di anatomia.
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Cecilia Cosci
[exibart]
Lo stile Liberty lo trovo decorativo ed elegante, mi sarebbe piaciuto poter vedere la mostra nel Chiostro del Bramante a Roma. Complimenti a Fabio Benzi