09 maggio 2007

fino al 20.V.2007 Caterina Nelli Roma, Archivio di Stato

 
Dieci ritratti in bianco e nero realizzati con la tecnica ottocentesca della camera stenopeica. E una scultura formata da assi di legno da cantiere, laccate di rosso...

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Sono due anni che Caterina Nelli (Roma, 1979), pur continuando a dipingere, si dedica alla fotografia. E lo fa con uno strumento particolare: la camera stenopeica, la pinhole camera, come la chiamano gli anglosassoni. Per semplificare, si tratta di una scatola di legno dove attraverso un foro piccolissimo, come una punta di spillo, l’immagine “passa” e va ad imprimersi sulla pellicola. La base della fotografia stenopeica è la camera oscura e la sua diffusione risale alla fine dell’800, con la nascita della fotografia. Quella che usa la Nelli è un modello tedesco di cui sono stati realizzati solo 1000 esemplari fedeli agli originali dell’epoca. Oggi, specie negli Stati Uniti, c’è un ritorno alla foto stenopeica e molti amano costruirsi la propria camera con gli oggetti più disparati: dai barattoli alle scatole delle scarpe, fino a micro camere realizzate con gusci di noce. L’unica differenza con il passato è che più di un secolo fa sul fondo della camera veniva posta della carta con sali d’argento, mentre oggi viene posta una pellicola. La Nelli usa la pellicola per l’Hassenblad, per fare il 6×6 o il 6×12, uno scatto alla volta che in realtà consiste nell’aprire l’otturatore del piccolo foro. Le pose vanno da un minimo di 30 secondi fino al minuto, minuto e mezzo, ma possono essere ancora più lunghe. Con questo sistema fotografico il soggetto è a diretto contatto con la pellicola, senza nessun diaframma: non esistono obiettivi ne filtri, le stampe vengono poi realizzate dalla Nelli su carta baritata Berger, perfetta per questa tecnica fotografica anche se difficile da trattare.
Still Stories è una galleria di dieci ritratti in bianco e neCaterina Nelli, Brando, cm 30x30, fotografia stenopeica su carta baritata, 2006 ro, “volti privi di collocazione storica rifuggono l’idea di superficialità per sposare il cuore della bellezza interiore”, scrive Raffaella Guidobono nella presentazione della mostra, che partecipa al Festival Internazionale della FotoGrafia. I soggetti fotografati sono giovani che l’artista conosce bene. “Li ho scelti immaginando delle storie intrecciate tra loro, come se fossero interpreti inconsapevoli di una pièce teatrale”, ci dice la Nelli, che ama di questo mezzo fotografico, la necessità di dovere interagire con i propri soggetti, a differenza della pittura che esercita in completa solitudine. Questo lavoro l’ha impegnata un anno e segue la precedente mostra, Bit anch’essa realizzata con la camera stenopeica e dedicata ai vecchi computer Olivetti. Formatasi artisticamente a Londra, la Nelli mostra una notevole versatilità nell’impiego dei mezzi espressivi, dalla fotografia al video, dalla pittura all’installazione. L’allestimento di questa mostra infatti, posta al primo piano dell’Archivio di Stato di Sant’Ivo alla Sapienza, vede sul pavimento un’opera formata da sei assi di legno da cantiere laccate di rosso: un’arteria, una connessione con il lavoro fotografico alle pareti. Si tratta di un lavoro che ha richiesto un tempo di realizzazione piuttosto lungo, una scultura dettata dalla necessità di far proprio questo magnifico spazio espositivo.

pierluigi sacconi
mostra visitata il 30 aprile 2007


dal 19 aprile al 20 maggio 2007 – Caterina Nelli – Still Stories
Archivio di Stato – Sant’Ivo alla Sapienza, Corso Rinascimento 40 (Piazza Navona), Roma – Orario: lun – giov 9.30 17.30; ven 9.30 16.30; sab 9.00 13.00
caterinanelli@yahoo.itwww.caterinanelli.com
www.fotografiafestival.it


[exibart]

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