17 aprile 2001

Fino al 9.IX.2001 Teatro e spettacolo nella Firenze dei Medici. Modelli dei luoghi teatrali Firenze, Palazzo Medici Riccardi

 
Il luogo teatrale a Firenze, dagli “ingegni” brunelleschiani alle grandiose rappresentazioni barocche di Palazzo Pitti. Quattordici modelli in legno...

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La mostra in corso a Palazzo Medici-Riccardi celebra il genio e la vivacità della cultura medicea, tre secoli di ricerca che hanno dato vita ad una configurazione dello spazio scenico legato allo sviluppo del teatro in senso moderno.
Il progetto parte dalla volontà di proporre al pubblico i contenuti di due mostre, Il luogo teatrale a Firenze e La scena del principe, tenutesi a Firenze, rispettivamente, nel 1975 e nel 1980. Per i due eventi, che ebbero all’epoca risonanza internazionale, furono creati gli straordinari modelli lignei che oggi è possibile vedere riuniti nel nuovo allestimento.San Felice Questo, oggi, si presenta come una vera e propria messa in scena che vede lo spettatore come il principale animatore dell’azione teatrale. Ogni elemento, dal suggestivo impianto luminoso all’inclinazione della pavimentazione in legno, suggerisce al visitatore l’idea di trovarsi al centro di una rappresentazione. Una sofisticata installazione sonora, concepita in modo da interagire con il “pubblico”, contribuisce a creare l’atmosfera evocativa e misteriosa che richiama, inevitabilmente, l’artificio scenico.
La mostra si articola in differenti sezioni che esplorano l’evolversi dello spazio teatrale a Firenze nell’arco di tre secoli. Attraverso una sorta di viaggio meraviglioso si parte dalle rappresentazioni sacre, allestite nelle chiese fiorentine, per giungere ai grandiosi allestimenti barocchi che ebbero luogo a Palazzo Pitti.
Il percorso ha inizio con gli “ingegni”: i macchinari ideati nel ‘400 da Filippo Brunelleschi per la rappresentazione dei misteri religiosi. Comincia quindi la ricerca di un “luogo teatrale” che, secondo le esigenze del momento storico, muta la propria destinazione configurandosi sempre come espressione del gusto e dello stile del tempo. Palazzo Medici Nel ‘500 si ha la trasformazione del cortile di Palazzo Medici. La scenografia del 1539, che porta la firma del Sangallo, prevedeva un congegno che richiamava, con il suo sole passante, l’unità di tempo di aristotelica memoria. Altre scene teatrali della Firenze rinascimentale saranno il teatro mediceo degli Uffizi, opera del Buontalenti, e il coevo Teatrino della Dogana, entrambi rappresentati dai modelli in mostra.
La mostra in corso ha anche l’intento di riproporre la specificità del ruolo di Palazzo Medici Riccardi come “centro mediceo”, luogo della testimonianza e del confronto tra passato e presente.


Pietro Gaglianò




Fino al 9.IX.2001
Teatro e spettacolo nella Firenze dei Medici. Modelli dei luoghi teatrali
Firenze, Palazzo Medici Riccardi, Via Cavour, 3.
Orario: 9.00-19.00, chiuso il mercoledì.
Ingresso: L. 8.000, ridotto L. 5.000
Informazioni: tel. 055 2760444; www.palazzomedici.it
Prenotazioni: tel. 055 2760340
Catalogo: Teatro e spettacolo nella Firenze dei Medici. Ed. Leo. S. Olschki



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7 Commenti

  1. Aggiungo alcune informazioni, che avresti messo anche tu, ovviamente: forse, però, non avevi lo spazio necessario. La rappresentazione del 9 luglio 1539 è allestita nel secondo cortile di Palazzo medici (attuale Palazzo Medici-Riccardi) in Via Larga (attuale Via Cavour). L’occasione è data dai festeggiamenti per le nozze di Cosimo con Eleonora di Toledo (che erano state precedentemente celebrate a Poggio a Caiano, il 25 giugno). Il Sangallo mette in scena il sole che “passa”; Vasari ricorda (“Vite”, Sansoni, tomo VI): “… un sole alto un braccio, fatto con una palla di cristallo piena d’acqua stillata dietro la quale erano due torchi accesi, che la facevano in modo risplendere, che ella rendeva luminoso il cielo della scena e la prospettiva in guisa, che pareva veramente il sole vivo e naturale; e questo sole… era di mano in mano per via d’un arganetto tirato…” C’è però un secondo motivo, oltre a quello relativo all’unità di tempo: il Sangallo definisce infatti una “prospettiva” – questo è il termine usato dal Vasari, ovverosia l’apparato scenico – quello che oggi viene comunemente definito “palcoscenico”. Si tratta di un momento fondamentale in relazione allo sviluppo del cosiddetto “teatro all’italiana”. Difatti il cortile era stato anche coperto da stoffe tirate da una parte all’altra dei muri, e ciò aumentava l’illusione, dando a tale luogo l’aspetto di una sala chiusa. Gli intermezzi erano di Giovan Battista Strozzi, le musiche di Francesco Corteccia. Per quanto riguarda la bibliografia rimando al celebre volume di Ludovico Zorzi “Il teatro e la città”, Einaudi.

  2. Non mi ricordo benissimo. La mostra l’ho vista un paio di mesi fa. Ma l’allestimento non mi era sembrato gran ché. I primi pannelli che si leggono sono in blu su sfondo nero, assolutamente illeggibili. Non si capisce che il nastro luminoso azzurro che costeggia tutta la mostra (per altro molto breve) rappresenta la linea del tempo. Alcune infomrazioni mi sono sembrate eccessivamente fornite di dettagli e poco fruibli per un visitatore che sa poco o niente di tecnica scenografica e teatri rinascimentali. I modellini sono però splendidi e molto chiari. E anche l’idea (in una sala se non sbaglio) di posizionarli sopra parallelepipedi che emergono da un palco in pendenza non è male. Ma non è un po’ troppo poco?

  3. Devo riconoscere che l’ultimo messaggo di Nanni è, se possibile, ancora peggiore dei precedenti.
    Se il nostro amico Luigi dal Marocco sbaglia a scrivere “qual cosa”, formula una richiesta molto più interessante della tua bella frase scritta bene ma che nulla di bene dice.
    Devi essere davvero privo del minimo barlume di immaginazione caro ragazzo!
    Che tristezza.
    Ciao, Biz.

  4. Gentile Luigi dal Marocco,

    di che tipo di materiale ha bisogno a riguardo di questa vecchia esposizione fiorentina? Ci faccia sapere meglio.

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