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Non smette di stupire la vivacità propositiva di Vezio Tomasinelli della Velan. Dal 12 Aprile presso gli spazi di Via Modena 52 è di scena Thierry Alet, giovane artista, Newyorkese d’adozione, ma originario delle Guadalupe. Le opere esposte, un’alternanza di grandi tele e piccole foto alterate con ritocchi pittorici e adagiate su lunghe mensole, hanno un leit motiv che le accomuna tutte: sono facce deformate e grottesche, dalle sembianze mostruose che sfoderano sorrisi sgangherati, con file di enormi denti bianchi a guardia di bocche nere, blu o viola, spalancate come voragini senza fondo. A prima vista, sembrano gli esperimenti arditi di un bambino vendicativo, sulle immagini di parenti rei di chissà quale misfatto ma, nonostante l’apparente approssimazione, non è difficile intuire come nulla sia lasciato al caso.
Qual’è il significato di queste “teste sorridenti”, di questa spersonalizzante perdita di identità cui vengono sottoposte le immagini che spesso appartengono ad amici e familiari dell’artista? Il messaggio sembra “tutti uguali ma tutti diversi” e nasce, probabilmente, da tematiche di carattere sociale che riguardano la realtà dei paesi caraibici come le Guadalupe e la situazione passata e presente dei mulatti e dei discendenti dei neri africani, rispetto al governo francese, visto come una matrigna dispotica, spesso invadente e discriminatoria nei confronti degli indigeni di quella zona.
Aldilà di questi aspetti che possono apparire lontani dalla realtà italiana, fortunatamente sprovvista di episodi di colonialismo recenti, ciò che risalta è il bellissimo allestimento della mostra. Le pareti della sala espositiva sono state divise cromaticamente in due: nella parte superiore sono poste le grandi tele e nella zona inferiore, in cui lo sfondo diventa intervento e installazione dell’artista, campeggiano scritte a grandi lettere che rappresentano brani di un poeta caraibico ormai scomparso. Ciò ha la capacità di trasformare completamente l’ambiente, di sottrarlo a quell’idea di provvisorietà che spesso dà la galleria dalle immacolate e asettiche pareti bianche, di renderlo più simile allo studio stesso dell’artista e di dare al visitatore un’idea di familiarità in grado di farlo sentire completamente a proprio agio.
Bruno Panebarco
Mostra visitata il 12.04. 2001
Thierry ALET, The French laughters
VELAN per l’arte contemporanea Via Modena 52 Torino
Dal 13 Aprile al 1° giugno 2001
Orario: martedì – venerdì 16,00 – 19,00 lunedì e sabato su appunatmento. Catalogo: si.
Telefono e fax: 011.28.04.06 – e-mail: velanart@tin.it
[exibart]
Grazie di queste continue informazioni che ci date. Anche il mio amico, Carlo, è contenta !