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È partito l’ otto aprile il quarto ed ultimo appuntamento che Franco Marconi dedica alla rassegna :”In sogno Enzo Biagi mi ha rivelato che nel 2001 porteremo tutti le antenne”. Dopo Josephine Sassu, Laura Masserdotti e Squp é la volta di Claudio Cambiaghi. Questa mostra rappresenta la degna conclusione di un ciclo dedicato alla ricerca di noi stessi , che in quattro tappe propone quattro diversi linguaggi dell’introspezione, quattro diversi artisti che testimoniano le paure, le angosce e le difficoltà esistenziali dell’uomo contemporaneo. In Cambiaghi c’é uno spostamento di significato, una traslazione, dove la ricerca non si incentra più nell’uomo (a volte troppo umano) come soggetto, ma sugli oggetti di uso comune che essendo parte integrante della nostra vita parlano comunque di noi. Quella di Cambiaghi non deve pero essere vista come una banalizzazione del concetto, bensì come una precisa volontà di analizzare l’uomo lasciandolo assente; la sua poetica muove dunque dal concetto stesso di archeologia, dalla ricerca appunto della testimonianza tramite l’oggetto-reliquia. Dall’opera dell’artista traspare una sorta di volontà “scientifica” che si esprime formalmente nella rappresentazione, nei tagli, nella scelta dei primi piani a volte innaturali e quasi forzati, e nella tecnica quasi iper-reale. Altro elemento fondamentale é la gestione dello spazio, che protagonista, si dilata, sfondando la fisicità del quadro in un gioco di linee oblique magistralmente orchestrate nella creazione di un’ardita prospettiva che lascia percepire un oltre, un aldilà che altro non é che il nostro mondo. L’azione concettuale, non si limita alla rappresentazione, ma il supporto stesso diventa parte integrante dell’opera, come per la tovaglia di gomma, di cui troviamo ancora testimonianza sul bordo dell’intelaiatura. Il concetto di quotidianità viene quindi ancora ribadito, creando un distacco con il pubblico, quasi spia dell’intimità domestica altrui.
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Stefano Verri
mostra visitata il 8.IV.2001
Claudio Cambiaghi
Cupramarittima(AP) Galleria Marconi
Corso Vittorio Emanuele 70
Orari:da martedì a sabato 16.30-20.00 (chiuso lunedì e festivi)
Ingresso Libero
Informazioni:tel e fax :0735.778703
[exibart]
Ho visitato la mostra e devo dire che è molto interessante. Complimenti per gli articoli, avete ottimi giornalisti.
Absolutely lovely!