-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 19.VIII.2007 Giuseppe Cavalli Senigallia (an), Palazzo del Duca
marcheabruzzi
Un fotografo che accoglie nella propria riflessione estetica le istanze dell’arte italiana della prima metà del Novecento. Un percorso attraverso le opere di colui che fu maestro di Mario Giacomelli…
Il 27 ottobre del 2004 Daniele e Mina Cavalli donarono alla Città di Senigallia 179 fotografie, dando luogo alla più grande raccolta pubblica dedicata al padre, Giuseppe Cavalli. Una donazione e una mostra che confermano lo stretto legame tra il fotografo e la città dove trascorse la maggior parte della propria vita, e dove creò, nel 1954, il gruppo Misa, scuola in cui si formò anche Mario Giacomelli.
Attraverso le sale del cinquecentesco Palazzo del Duca si dipana un interessante percorso attraverso circa venticinque anni di lavoro di uno dei maggiori sostenitori dell’indipendenza estetica della fotografia. Nato nel 1906, incomincia a fotografare nella metà degli anni Trenta per poi scomparire nel 1961. Un periodo forse breve ma intenso, di cui rimangono migliaia di scatti che rappresentano una testimonianza straordinaria della sua riflessione estetica. Un fotografo colto, che accoglie, facendole proprie, in una particolarissima riflessione estetica, le istanze tipiche di un periodo artisticamente complesso. La bambola cieca (1938), forse una delle immagini più famose di Cavalli, con la sua dimensione metafisica, la mode rnità strabiliante delle sue nature morte, il gusto geometrico e razionale, la dimensione romantica e onirica di alcuni paesaggi, dimostrano una ricerca che non indugia o si fissa nello stile e nella corrente, ma che al contrario prosegue e si rinnova ad ogni scatto.
Così scrive Angela Madesani, analizzando le nature morte e in particolare una delle più famose, La pallina (1949): “in questa pallina, posata su un muretto, ci sono la storia dell’arte italiana, le geometrie rinascimentali, i valori plastici, Morandi, ma anche le atmosfere astratte del nuovo verbo informale che si stava affermando”.
È la storia a correre lungo le pareti. Una storia fatta di attimi rubati all’intimità delle persone ed alla fecondità del paesaggio. Immagini piene di poesia, fortemente liriche che danno il senso della ricerca e della meditata contemplazione di ciò che ci circonda.
articoli correlati
L’Arte Italiana del XX secolo attraverso i grandi marchigiani, Ancona
stefano verri
mostra visitata il 7 luglio 2007
dal 7 luglio al 19 agosto 2007
Giuseppe Cavalli – Civica raccolta
Palazzo del Duca, Piazza del Duca 9 (centro storico), Senigallia (AN).
Orario: tutti i giorni 21-24. Ingresso libero.
Catalogo Ed. Punctum €30,00
[exibart]
è un fotografo bravissimo, misconosciuto ai più