-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 19.VIII-16.IX.2007 Gianfranco Ferroni Milano e Bergamo
milano
Milano e Bergamo celebrano uno dei grandi del dopoguerra Italiano. Dal Realismo Esistenziale alla Pop, fino alle metafisiche stanze vuote. Due cataloghi e due mostre-“gioiello”…
Rendere concreta e visibile l’ansia metafisica comune a tutti gli esseri umani. Questa l’impresa impossibile con la quale si è cimentato Gianfranco Ferroni (Livorno, 1927 – Bergamo, 2001) lungo tutta la sua vita pittorica. Lo celebrano ora, a sei anni dalla morte, le sue due città adottive: Milano e Bergamo.
Ferroni ha attraversato molte fasi, sempre instaurando dialoghi proficui con il sentire degli anni che stava di volta in volta vivendo. A partire dagli anni del Realismo Esistenziale, nei quali alterna ritratti corposi ad altri scomposti, “post-atomici”. È qui evidente il gioco di rimando con l’Espressionismo Astratto e soprattutto con l’Informale, declinato nella sua versione più angosciante e legata alla materia, che rappresenta metaforicamente l’etereo e l’impalpabile.
Segue una straordinaria stagione Pop nella quale l’artista declina le proprie visioni precedenti in chiave più piatta e cromaticamente definita. Entrano sulla tela segni della società dei consumi, in particolare i rifiuti, gli scarti. Questa stagione produce poi anche i dipinti raffiguranti la metropolitana milanese, quasi un penchant italiano dei cinema di Colin Self, grande della Pop inglese.
Gli oggetti di scarto, ormai inerti e inutilizzabili, caratterizzano anche l’ultima fase di Ferroni. In essa il pittore produce visioni del proprio studio vuoto di presenza umana: lo popolano solo il cavalletto, oggetti posti sul tavolo, addirittura mozziconi sparsi sul pavimento. Inoltre, i lenzuoli ferroniani, vere e proprie sindoni laiche, simulacri allestiti da un uomo che sembra ormai presentire la propria morte. Ferroni è artista che ha il coraggio estremo di rappresentare la propria figura (s pesso la propria ombra) come indifferenziata rispetto agli oggetti, come “equivalente” al cranio equino che costella le sue opere.
Milano ospita Ferroni a Palazzo Reale, in sale che, solitamente inadeguate, prendono vita e luce grazie alle opere. In mostra sono esplicitati i confronti con gli altri artisti con cui egli intersecava la sua poetica. Peccato che di Hockney, Freud, Blake e degli altri siano presenti opere minori; e proprio l’inadeguatezza delle opere “di confronto” ha determinato il ritiro di Marco Vallora dalla curatela della mostra milanese, motivato in catalogo da un documentatissimo e sentito “lamento” scritto dal critico.
Se Milano opera antologicamente, Bergamo, nella mostra organizzata dalla GAMeC, sceglie il taglio analitico trasversale. L’allestimento di Mario Botta –davvero indimenticabile- consente di mettere a confronto quindici “stanze” e quindici “autoritratti”, contornati dal resto della mostra. Vengono poi esplorate in entrambe le mostre la pratica incisoria e quella fotografica, entrambe di valenza assoluta ed autonoma. Le due mostre intendono costituirsi come definitiva affermazione di Ferroni presso pubblico e critica; e la mostra di Milano costituisce un punto fermo e di grande riuscita nella travagliata ma propositiva Bella estate dell’arte predisposta dall’assessore Sgarbi.
Un’ultima segnalazione: entrambe le mostre sono corredate da cataloghi-gioiello; quasi due manuali di scrittura critica applicata, soprattutto per quanto riguarda i testi di Marco Vallora e la sua intervista a Luca Ronconi. Due mostre e due cataloghi per conoscere definitivamente uno dei grandi del nostro dopoguerra.
stefano castelli
mostre visitate il 4 e il 17 luglio 2007
dal 4 luglio al 16 settembre 2007 – Ferroni
Milano, Palazzo Reale – Piazza Duomo, 12 (zona Duomo)
Orari: tutti i giorni 9.30-19.30, giovedì 9.30 22.30, lunedì 14.30-19.30
Prezzi: intero euro 7, ridotto 5 (comprensivo della mostra “Botero”)
Info: 02-875672 – www.comune.milano.it/palazzoreale
Catalogo Skira con testi di Vittorio Sgarbi, Marco Vallora, Alberto Boatto, Silvio Lacasella, Franco Marcoaldi, Casimiro Porro, Valerio Magrelli, e interviste di Marco Vallora a Luca Ronconi e Gianfranco Ferroni. Euro 40, in mostra euro 35.
dal 31 maggio al 19 agosto 2007 – Gianfranco Ferroni
Mostra organizzata dalla GAMeC
A cura di M. Cristina Rodeschini, Marco Vallora e Marcella Cattaneo.
Bergamo, Palazzo della Ragione – Piazza Vecchia, Bergamo Alta
Orari: ma-ve 13-19, gio 13-20, sa e do 10-19.
Tutti i sabati di luglio fino alle 22.
Prezzi: intero euro 6, ridotto euro 4.
Info: 035-236962 – www.gamec.it
Catalogo Lubrina editore con testi di Marco Vallora, Maria Cristina Rodeschini, Alberto Veca, Mina Gregori, Vittorio Sgarbi e Mario Botta, euro 30
[exibart]
Incantevole e ottimo presentazione delle opera.
Passare dalla mostra di botero a Ferroni è sembrato di uscira dal supermercato per entrare in chiesa.