12 ottobre 2007

fino al 16.XI.2007 Jürgen Klauke Roma, La Nuova Pesa

 
Dagli stivali ai pantaloni di pelle. Il rosso si rincorre su per la poltrona, lungo il collo di finta pelliccia, sulle unghie laccate, sulla lingua. In una delle opere storiche dell’artista tedesco. Al debutto romano...

di

Transformer (1973) è la prima immagine che s’incontra varcando la soglia della Nuova Pesa, e l’unica a colori. Identità sessuale, ironia, autorappresentazione; e poi messinscena di gusto teatrale, rigore formale (minimalista) per l’ambientazione. Tutti elementi costantemente presenti nella ricerca di Jürgen Klauke (Kliding, Germania, 1943; vive a Colonia) che si esprime attraverso l’uso del mezzo fotografico.
Fin dall’inizio, infatti, la fotografia è per lui strumento di documentazione. Giacomo Zaza parla di “performance da camera” introducendo il lavoro dell’artista tedesco, presentato per la prima volta a Roma, che include cicli più recenti come Aesthetische Paranoia e Wackelkontakt del 2003-2006. “Come un ‘camaleonte’ solitario, sospeso tra divertimento e malinconia -scrive Zaza- Klauke attraversa le sfere oniriche e inquietanti dell’identità, ribellandosi alla rilassatezza e agli agi della vita attuale”. Tra i lavori storici c’è Philosophie der Sekunde, diciassette ritratti in bianco e nero che inquadrano, in sequenza, il volto di Klauke in una sfumatura di variazioni. La ricerca è evidentemente sull’identità, sul doppio, sullo sdoppiamento. Autoscatti in cui la posa non dura che pochi secondi. In Desastroses Ich il dialogo è invece con oggetti avvolti in una dimensione metafisica.
 Juergen Klauke - Philosophie der Sekunde - pannello di 17 fotografie - courtesy La Nuova Pesa, Roma
Anche i titoli hanno la loro importanza all’interno dell’autonomia delle opere: Transformer, Philosophie der Sekunde, Desastroses Ich (Il disastro dell’Io), Beziehungsgeflecht (Intrecci relazionali), Wackelkontakt (Contatto difettoso), Aesthetische Paranoia. “Il titolo ha un’accezione filosofica, letteraria e, nello stesso tempo, anche poetica -spiega Klauke-. È come se aleggiasse nella lettura dell’opera, ma non è un modo per affrontarla in senso narrativo. È solo un suggerimento. Il mio lavoro è concentrato sull’immagine, sulla scena in cui si muove il personaggio. Tutto è giocato sui movimenti. In ‘Aesthetische Paranoia’ i capelli ci sono realmente, lunghi, inquietanti… Dallo spostamento dei capelli nasce l’immagine stessa”.
Juergen Klauke davanti a Philosophie der Sekunde - photo Manuela De Leonardis
Una traduzione del proprio corpo -del suo personaggio- che, nel tempo, viene elaborata e sviluppata ogni volta in maniera diversa. Anche gli accessori sono elementi preziosi per entrare nell’immagine. In Wackelkontakt, i capelli di Aesthetische Paranoia diventano cavi aggrovigliati, fili elettrici collegati a prese difettose. E l’ironia lascia il posto all’inquietudine.

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dal 4 ottobre al 16 novembre 2007
Jürgen Klauke
a cura di Giacomo Zaza
La Nuova Pesa Centro per l’arte contemporanea
Via del Corso, 530 – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 10.30-13 e 15.30-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 063610892; fax +39 063222873; nuovapesa@farm.it

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1 commento

  1. grande Klauke! fantasmagorico. esprimere con la fotografia questi concetti la ritengo una genialità. perchè è come rendere reali delle allucinazioni, con la pittura puoi inventare, con la fotografia tutto è reale e come reali sono questi pensieri.

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