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09
novembre 2007
fino al 6.I.2008 Astronave Torino Torino, Miaao
torino
Una mostra pilota nel centro di Torino. L’astronave delle iniziative per l’arte e l’architettura parte da Afterville. Una serie di eventi sotto il segno del Congresso Mondiale degli Architetti. Una collettiva, questo primo starter, con mire ambiziose e artisticamente rocambolesche...
di Ginevra Bria
Afterville non è un miraggio futuribile né un archivio documentato di meta-progetti architettonici. E nemmeno può annoverarsi come una ulteriore iniziativa ricca di eventi. Di appuntamenti raccolti all’insegna di un’insperata ricostruzione, un’utopia urbana visionaria e fantascientifica. Afterville è una sorta di logo che fa da patrocinio, una guida propedeutica alla rassegna di alcune importanti manifestazioni organizzate sotto l’egida del Congresso Mondiale Architetti UIA Torino 2008. All’interno di questo percorso, immaginato come un lancio iperbolico, ma intrapreso come un’ascesa a scaglioni, l’esposizione Astronave Torino fornisce solo un abbrivio. Un pretesto per impostare i contenuti di questa strana sessione avveniristica inserita per e all’interno di Torino-città.
In mostra sono visibili, seguendo un allestimento discontinuo, i testi, i disegni, le sculture, le opere e le invenzioni letterarie riunite per fomentare l’apparato narrativo della Turin Spaceship Company. Alle pareti spiccano, per gli addetti ai settori, i noti disegni -acquerelli, chine e acqueforti- di Enzo Venturelli (Torino, 1910-1996).
L’architetto dal tratto limpido e dallo sguardo fantascientifico ha in Astronave Torino il compito importante di dare una coreografia e un serbatoio immaginario all’intenzione, in apparenza contorta, di questa mostra-lancio. Infatti, tanto il resto delle installazioni quanto l’infinita serie di conferenze e interventi satellite hanno la mira di ricostruire alcuni processi e momenti lasciati da parte, per negligenza o scarsa disponibilità d’interesse, anche se incentrati sullo sviluppo del tema nodale. Quello della città futura o della cosiddetta “post-città”.
La ricerca di una “spazialità” intesa come ricerca di un Altrove senza mèta, un punto verso il quale dirigere il pensiero del progresso è un tema che, per questa collettiva, sembra guardare sempre meno al futuro e sempre più al contemporaneo. Lo spazio e l’esplorazione sono una buona traccia, un segnale che però, in questo caso, almeno per quanto riguarda l’impalcatura diegetica, non restituisce allo spettatore un senso completo e compatto dell’idea di partenza.
Da curiosare, senza pretesa didascalica, ma con intenzione meramente ludica, situate al primo piano sono le composizioni con materiali metallici di recupero della Mutoid Waste Company (Preghiera per San Filippo) oppure lo strano pastiche-astronave di Germàn Impache e la maquette di un’Afterville da camera di Vittorio Pavesio. Come sono stati definiti, quasi senza pretesa, questi autori potrebbero essere degli artigiani metropolitani. Mentre, per chi desiderasse proseguire il tour, la galleria soprana del Miaao espone, al sabato e alla domenica, “ricerche spaziali” più di rassegna, includendo disegni di Laura Castagno e Leonardo Mosso, Groupe Space e Jean Triffez.
In mostra sono visibili, seguendo un allestimento discontinuo, i testi, i disegni, le sculture, le opere e le invenzioni letterarie riunite per fomentare l’apparato narrativo della Turin Spaceship Company. Alle pareti spiccano, per gli addetti ai settori, i noti disegni -acquerelli, chine e acqueforti- di Enzo Venturelli (Torino, 1910-1996).
L’architetto dal tratto limpido e dallo sguardo fantascientifico ha in Astronave Torino il compito importante di dare una coreografia e un serbatoio immaginario all’intenzione, in apparenza contorta, di questa mostra-lancio. Infatti, tanto il resto delle installazioni quanto l’infinita serie di conferenze e interventi satellite hanno la mira di ricostruire alcuni processi e momenti lasciati da parte, per negligenza o scarsa disponibilità d’interesse, anche se incentrati sullo sviluppo del tema nodale. Quello della città futura o della cosiddetta “post-città”.
La ricerca di una “spazialità” intesa come ricerca di un Altrove senza mèta, un punto verso il quale dirigere il pensiero del progresso è un tema che, per questa collettiva, sembra guardare sempre meno al futuro e sempre più al contemporaneo. Lo spazio e l’esplorazione sono una buona traccia, un segnale che però, in questo caso, almeno per quanto riguarda l’impalcatura diegetica, non restituisce allo spettatore un senso completo e compatto dell’idea di partenza.
Da curiosare, senza pretesa didascalica, ma con intenzione meramente ludica, situate al primo piano sono le composizioni con materiali metallici di recupero della Mutoid Waste Company (Preghiera per San Filippo) oppure lo strano pastiche-astronave di Germàn Impache e la maquette di un’Afterville da camera di Vittorio Pavesio. Come sono stati definiti, quasi senza pretesa, questi autori potrebbero essere degli artigiani metropolitani. Mentre, per chi desiderasse proseguire il tour, la galleria soprana del Miaao espone, al sabato e alla domenica, “ricerche spaziali” più di rassegna, includendo disegni di Laura Castagno e Leonardo Mosso, Groupe Space e Jean Triffez.
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dal 6 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008
Astronave Torino
a cura di Enzo Biffi Gentili, Luisa Perlo e Undesign
MIAAO – Museo Internazionale Arti Applicate Oggi
Via Maria Vittoria, 5 (centro storico) – 10123 Torino
Orario: da martedì a venerdì ore 16-19.30; sabato e domenica ore 11-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0110702350; argh@miaao.org; www.miaao.org
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