20 novembre 2007

fino al 13.I.2008 Marcello Levi Ciriè (to), Villa Remmert

 
Grazie alla collezione Marcello Levi, prende via la terza edizione di Appunti, rassegna sulla storia dell’arte contemporanea. In mostra sfila l’Arte Povera e non solo. Con Zorio, Pistoletto, Nespolo, Merz, Paolini e Piacentino. Una mostra che esclude il sapore nostalgico, per conferirne uno didascalico...

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Qui dov’è nato e dove tuttora vive, Marcello Levi non ha bisogno di presentazioni. Al Deposito dell’Arte Presente di Torino, nel 1968, la città ha visto formarsi e compattarsi il gruppo di artisti che Celant definì in maniera collettiva Arte Povera. Tra i sostenitori, i precursori e gli anticipatori che sostennero questa formazione fervida d’intenti, tra gli esponenti dell’alta borghesia, quel ceto illuminato che si era offerto di fornire lo spazio per gli artisti, c’era anche il giovane imprenditore tessile Marcello Levi. Da sempre generoso appassionato d’arte e, in particolare, del concetto che ne resta dietro e che manifesta l’esistente artistico, Levi ha sostenuto, acquistandone e collezionandone i lavori, i neo-esordienti Calzolari, Pistoletto, Penone, Nespolo, Zorio, Salvo, Merz, Paolini e Piacentino.
Nelle sale di Villa Remmert, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo espone una parte delle opere della collezione Levi. Con una mostra che non esaurisce lo sguardo sulla scena artistica torinese del decennio fra gli anni ‘60 e ‘70, ma che ha il pregio di spiarla con leggerezza. Al piano terra sono esposti i ritratti di tutti gli artisti presenti lungo il percorso. Paolo Mussat Sartor fotografa in bianco e nero Pistoletto, Merz, Anselmo e Penone, nel ‘69, appena dopo lo scioglimento del Deposito. Mario Merz - Doppia bottiglia di Murano con neon - 1967 - tecnica mista - cm 106x70x35Come una specie di presentimento, il fotografo interpreta la luce e le pose dei giovani artisti che non mancano di giocare con la propria apparente predestinazione.
Nella sala accanto, dedicata a Mario Merz, campeggiano i neon, quei famosi raggi di luce che, sotto forma di energia solida, attraversano la materia bucandola e mantenendola piena di vuoto. Il neon, materiale caro all’artista, ha permesso a ogni opera per la quale veniva applicato di mantenere la funzione della forma dell’oggetto, consuetudinario, a contatto con la novità chimica della luce in catodi. Ai piani superiori sono da ricordare i collage fotografici in bianco e nero di Giuseppe Penone e un video girato da Ugo Nespolo su una performance del 1968 che Michelangelo Pistoletto fece girando per le vie di Torino. Il lavoro di Penone, anche se poco rappresentato in mostra, è un’ampia ricerca promossa sul corpo umano, corpo come pelle che diventa supporto e mezzo fotografico. Un doppio rivestimento fisico per chi, oltre l’obiettivo, è ritratto dall’inquadratura e sottomesso alle leggi dell’esclusione, promulgate dal filtro dell’espressione artistica.
Ancora di Pistoletto spicca, all’ingresso del terzo piano, il Monumentino, opera allegorica che lega l’idea di muro, di monumento e di costruzione al concetto di dedizione contadina alla terra e alla vita spesa per la vita stessa. Di estrema delicatezza infine alcuni disegni di Giulio Paolini, una vera lezione poetica di pulizia visiva della forma a favore dell’elevazione del vuoto eletto a essere.

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dal 22 settembre 2007 al 13 gennaio 2008
Marcello Levi: uno sguardo su Torino tra gli anni Sessanta e Settanta
Villa Remmert
Via Rosmini, 3 – 10073 Ciriè (TO)
Orario: da venerdì a domenica ore 15-21
Ingresso: intero € 4; ridotto € 2
Info: tel. +39 0113797600; info@fondsrr.org; www.fondsrr.org

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