29 novembre 2007

LONTANI DALL’OMBRA

 
Per presentare il loro quinto disco in studio, L’Eclissi, i Subsonica tornano in una galleria d’arte. Stavolta con una mostra dedicata proprio alla loro ultima fatica. Una serata dedicata alla contaminazione, per scoprire che...

di

Doveva essere una serata blindatissima, quella alla Neon>FDV: la band electro-funk torinese dei Subsonica presentava ai giornalisti, in anteprima, il nuovo album L’Eclissi, uscito il 23 novembre, e la mostra a loro dedicata da Gino Gianuizzi. Invece, complice un annuncio di troppo alla radio più ascoltata d’Italia, ecco che l’incontro esclusivo si trasforma in un bagno di folla per lo più under 25.
“Per noi che abbiamo esordito in una galleria d’arte, con una jam session del tutto improvvisata da In Arco a Torino in occasione dell’inaugurazione di una mostra di Daniele Galliano (avevamo lo studio proprio lì accanto) nel ‘96, cosa può esserci di più bello che affidare la promozione del nuovo lavoro a cinque artisti emergenti”, ci racconta Samuel Romano, cantante della band.
Le opere scelte per l’occasione toccano tutte, più o meno apertamente, il tema dell’eclissi, della sottrazione della luce, della negazione che fa apparire cose altrimenti invisibili. Si comincia con un video di Stefano Mandracchia, che continua la sua ricerca sul quotidiano immaginifico, creando effetti speciali con l’uso di oggetti comuni, ispirato dalle esperienze dei film horror italiani degli anni ‘60. Poi, una fotografia di Cuoghi Corsello, che giocano con la customizzazione tipica del retaggio da street artist, con la logotipizzazione della natura, facendo comparire la loro icona Suf in controluce nella rappresentazione dell’eclissi di sole dell’undici agosto 1999. Maurizio Mercuri affida la sua videoproiezione alla rappresentazione del vuoto, alla diversità della percezione nell’ambiente in relazione ai cambiamenti della luce, prendendo a prestito un’installazione della prima biennale di Berlino, la cui ripresa è filtrata da lenti addizionali, anch’esse di recupero, rubate al mondo quotidiano, che disarticolano la visione, e offuscano la comprensione visuale.
Eclisse - Maurizio Mercuri
T-Yong Chung
, invece, l’eclissi la crea da sé, artificialmente, smascherando il trucco, svelando la facilità della suggestione dell’immagine, con una fotografia disarmante nella complessità di una tale semplicità. Cavalcando la filosofia orientale, gioca con la Terra e l’Universo, ammettendo di sentirsi, a volte, lui stesso un alieno. Chiude la parata Kristine Alksne. La sua eclisse è la sottrazione del colore, che porta al bianco, al tono su tono, un collage che potrebbe essere un’immagine della Terra vista da un satellite, ma svuotata di ogni cromatismo.
“Quello di Kristine è il lavoro in cui più mi ritrovo” racconta ancora Samuel, “amo il monocromo, il mio artista preferito è Burri. I Subsonica hanno un grande legame con l’arte visiva. Non ho una cultura artistica, ma mi affido ai miei occhi, mi piace frequentare le mostre, anche Artissima a Torino, anche se ultimamente ha perso un po’ lo spirito di avanguardia e ricerca”. “La mostra offre interpretazioni non banali né generaliste del tema, rischio che invece avrebbe potute esserci” ribatte Davide Di Leo, in arte Boosta, tastierista del gruppo e dj. “Amo profondamente l’arte contemporanea, essendo cresciuto a Torino è quasi inevitabile, poi mia moglie (Fernanda Lessa, n.d.r.) è una grande appassionata e conoscitrice, e mi sta instradando nel sentiero impervio del collezionismo”. “Ci sono interessanti rispondenze tra i mondi visionari ed elettronici degli artisti, e quelli che dipingiamo noi nei nostri album”, spiega Max Casacci, chitarrista e autore dei testi dei Subsonica.
Eclisse - T-Yong Chung
Sono le 19.30 quando le porte si aprono ai fan che aspettano fuori da più di un’ora. Centinaia, molto giovani, che probabilmente varcano per la prima volta la soglia di una galleria d’arte, e lo fanno grazie a un gruppo simbolo della Generazione MTV italiana. Urlano, cacciano fotografie e autografi, conoscono a memoria ogni sola parola di La glaciazione, singolo che anticipa l’uscita del disco. In tanti chiedono dove sia la mostra, interessati da questa nuova contaminazione.
Che la musica indipendente nel nostro Paese stia davvero diventando un’esperienza sinestetica? “Purtroppo, no, non c’è ancora una sinestesia” svela le carte Manuel Agnelli, cantante e autore degli Afterhours, altra band seminale della scena, presente all’evento da spettatore appassionato. “Nel mondo musicale e delle arti, anzi, i settori sopravvivono e in modo assai violento. Fortunatamente c’è chi ficca il naso dove non gli compete. E per noi è una speranza”.

articoli correlati
Boosta a Perugia

guia cortassa

[exibart]

13 Commenti

  1. che boiata!! ma chi se ne frega dei subsonica. e di fernanda lessa. ma l’arte è un’altra poesia per favore.
    ma perchè recensite anche queste cose? almeno voi di exibart…ma siate più seri!

  2. sempre più professionalità per questo portale…complimenti davvero. Già l’arte contemporanea tutta sta perdendo di credibilità, in più se ci mettiamo a trattarla come fosse un fenomeno da baraccone…siamo a posto. Ok la recensione, ma termini come “generazione MTV” o gossip sulla vita privata di musicisti li lascerei a riviste di altro spessore, quali “Chi” etc. etc. uffffff… 🙁

  3. A prescindere dal contenuto dell’articolo… dov’è la sintassi, In vacanza? Perché voi di Exibart pubblicate materiale così scadente?

    Frasi senza soggetto, paroloni inseriti in un contesto fin troppo colloquiale: che orrore. Assumete un bravo editor o, meglio, selezionate con più attenzione i vostri collaboratori. L’italiano, almeno in un portale come questo, non dovrebbe essere un optional.

  4. dai carla parliamo solo di bufale su cani morti e mostre noiosissime. ma perché non t’abboni a vanity fair e ogni tanto esci di casa, così ti rendi conto che magari uno sguardo un po’ più ampio sul mondo ha qualche utilità?! o ascolti solo stockhausen e mangi vegano? che paese di radical chic l’italia…

  5. No, non mangio solo vegano. No, non sono interessata solo ai bufali sventrati dal nuovo pseudoartista. No,non frequento solo circoli snob. No, non ho la erre moscia.

    Vorrei solo leggere articoli scritti in un italiano non dico corretto, ma quantomeno passabile. E’ troppo, per un portale importante come questo?

    Se tu avessi letto con più attenzione il mio commento ti saresti reso/a conto che non ho criticato tanto il contenuto del pezzo, quanto la sua forma.
    Su un blog privato possiamo scrivere tutti gli sfondoni del mondo. Scrivere su una testata registrata, invece, richiede COME MINIMO la correttezza grammaticale. In teoria un critico, che è pagato per scrivere, dovrebbe essere in grado di produrre del buon materiale…

    La sintassi non è un optional, ripeto. E non è neppure un opinione, esiste per un motivo ben preciso. Tutto qui. Mi pare oggettivo, no?

    Non incolpo l’autore di questo articolo, muovo una critica a exibart. Ripeto, non ci vuole niente a fare un po’ di editing e a scegliere meglio i propri redattori.

  6. Caspita, che discussione. Non immaginavo di trovare una risposta! Ok, se proprio serve “smontare” l’articolo per criticarlo, non c’è problema 😉

    “Cacciano fotografie e autografi”? Orrore! Da “centinaia, molto giovani” a italiana non si trova uno straccio di soggetto. Non suonano esattamente come due liriche, delicate licenze poetiche. “una sola parola”? Scorretto non è, ma a casa mia ho sempre sentito dire “singola”. Per non parlare della punteggiatura, delle allitterazioni cacofoniche e- last but not least- dell’uso smodato di paroloni ultrasofisticati in un milieu così povero dal punto di vista stilistico… ma parliamo come se magna, e invece di sfogliare il vocabolario alla ricerca della parolona sgomenta-villico sforziamoci di scrivere con un pelo di grazia! Maestrina, questa è una testata importantissima, non una fanzine qualsiasi.

    Exibart, exibart… Mi accodo a Valentina: ma dov’è la professionalità?

  7. non è un pezzo di raffinatezza linguistica memorabile, ma non esageriamo.
    per quanto riguarda “centinaia, molto giovani…” mi pare evidente che il soggetto è FAN ed è nella frase precedente. c’è un punto a separare le due frasi, che in un contesto giornalistico non è questo grosso scandalo, anzi. ritma il discorso.

    la sintassi è importante, ma non dobbiamo per forza rimanere ancorati al sussidiario. la scrittura è una materia viva

    saluti a tutti
    la maestrina

  8. Cara maestrina, la raffinatezza nell’ambito professionistico ci vuole. Tutto qui. Il soggetto fantasma una licenza poetica? Sarà, ma a me quella frase sembrava semplicemente… monca. Non sono stata l’unica a stroncare questa recensione, te lo ricordo!

    Hai ragione, comunque. La scrittura è una materia viva, ecco perchè trovo brutta la vecchia, grigia, zoppicante formula paroloni-tutti-sofistici-su-pippone-senza-grazia. Manca… la grazia, appunto. La scorrevolezza, qualcosa che ti inviti ad arrivare in fondo al pezzo senza intoppi. E questo, PURTROPPO, non è certo l’unico articolo di exibart con difetti strutturali di questo genere.

    Gli errori e le imprecisioni nella scelta lessicale, invece, sono un’altra cosa, non nascondiamo la testa sotto la sabbia. Passi la papera o la svista da tastiera, ma un giornalista deve saper scrivere BENE, senza rifugiarsi dietro il modernismo e lo sfoggio di cultura per mascherare le proprie carenze stilistiche. Se non è capace di tirar fuori dal cilindro dei pezzi PIU’ che corretto… beh, gli conviene cambiare lavoro. Almeno, io la vedo così.

    Grazie dell’attenzione e del dialogo stimolante che mi hai offerto, che tu sia l’autrice o un’altra lettrice come me… 😉

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui