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23
gennaio 2008
in fumo_progetti Arte contemporanea del fumetto
in fumo
Ma quale arte minore? Finalmente il fumetto entra a pieno titolo nell'universo complesso, variegato e contraddittorio dell'arte tout court. Nasce infatti a Perugia la prima galleria italiana unicamente dedicata ai comics...
Qualcuno, in un passato neanche troppo remoto, ci aveva già provato. Forse senza crederci troppo. Stavolta i presupposti sono diversi. Perché Miomao non è solo una galleria, ma qualcosa di più. È un progetto lungimirante che con molta probabilità scardinerà il tradizionale rapporto tra artista e gallerista, tra collezionista e mercante, tra editore e lettore. Insomma, il disegnatore potrà essere chiamato artista a pieno titolo. Ma fumettista è e, fortunatamente, fumettista rimane. Alla fine c’è anche chi con la galleria deve pur campare. Ma di fronte a opere che meritano lo spazio che occupano ci sono quotazioni abbordabili che paragonate al mercato dell’arte appaiono assolutamente ridicole.
Una scelta dettata soprattutto dalla passione. Perché la titolare della nuova galleria di corso Cavour a Perugia, Maria Cristina Maiocchi, condivide con Fausto Proietti non solo gli affetti del vivere quotidiano, ma anche un interesse che va ben al di là delle logiche di mercato e dell’arte. Loro sono prima di tutto amanti del fumetto e collezionisti di tavole originali piuttosto noti. “È un segno di continuità“, ci spiega Maria Cristina. “La collezione non è scorporabile né vendibile. È solo nostra. Altra cosa è la galleria, che si pone in un rapporto di coerenza con la collezione privata“. Maria Cristina Maiocchi ha le idee chiare. Lei, storica dell’arte per formazione, ha insegnato, ha lavorato per tre anni in Rizzoli come responsabile per la Bur e ha fatto del rapporto arte e istituzioni l’oggetto del suo studio. Da qui nasce l’idea. Cioè promuovere il fumetto attraverso un’istituzione come la galleria.
Così Miomao ha aperto al pubblico a fine novembre con la mostra Anni luce del giovane Andrea Bruno. Proprio mentre le sue opere erano esposte a Perugia, Bruno ha ricevuto il premio come migliore autore unico a Lucca Comics & Games 2007. “Purtroppo la galleria, nel mondo del fumetto, è un tema spinoso”, commenta la titolare. “È vero, esiste la vendita di originali. Ma non è regolamentata. Un fatto, questo, che non avvantaggia nessuno. Né gli autori stessi né il fumetto come forma d’arte“. La galleria s’inserisce sommessamente in un’ampia scena dove il mondo dell’arte contemporanea si muove con sicurezza, sperimenta, detta le regole del mercato. Ci sono canoni di comportamento e modelli prestabiliti da seguire, seppure con alcune varianti, per la presentazione e la promozione di un evento. Una procedura che si adatta solo parzialmente alla Miomao. Perché una galleria di soli fumetti è legata in modo indissolubile -per volontà oltre che per necessità- al concetto di riproducibilità dell’opera.
Ma questo non rappresenta un limite. Perché i livelli di analisi sono tanti e molto diversi fra loro. Così come i processi creativi di ogni artista, ognuno dei quali adotta un metodo di lavoro personale. Miomao, quindi, ha l’obiettivo di riconoscere il disegnatore come artista a pieno titolo attraverso la presentazione e il disvelamento di ciò che precede -o segue- la riproduzione seriale dell’opera. “I fumettisti devono cominciare a vedersi come artisti”, spiega Maria Cristina. “Purtroppo il fumetto è un ambito troppo autoreferenziale. E questo ha causato una strana ghettizzazione: i fumettisti sanno di essere artisti e di avere qualcosa di unico dal punto di vista espressivo, ma sono titubanti di fronte alla vendita degli originali e di fronte a un nuovo pubblico. Ad esempio come quello della galleria…“.
L’altra sfida che lancia la galleria Miomao è al mondo dell’arte contemporanea. Ma senza snaturare l’origine e la natura artistica del disegnatore, che dopo l’approdo in galleria potrebbe essere fagocitato dalla macchina dell’arte. “Il mondo dell’arte sembra molto aperto a dimensioni alternative, ma alcune forme sono molto sottovalutate. E il fumetto è tra queste. Noi vediamo il fumetto non solo come un libro. Desideriamo ristudiarlo attraverso il suo processo. Con Andrea Bruno, infatti, abbiamo presentato tavole originali di una storia inedita affiancandole al fumetto già elaborato per la pubblicazione. Ciò significa ripercorrere fin dalle radici il suo lavoro. Sui possibili rischi che il fumettista possa deviare il suo percorso dopo il passaggio dalla galleria, beh, sono piuttosto ottimista. Abbiamo pensato a una galleria del fumetto e non d’arte tout court. Abbiamo la certezza di lavorare coi fumettisti che continueranno a fare fumetto. Semmai vorremmo andare oltre. Con la proposizione di inediti, infatti, pensiamo di offrire ai collezionisti, ai curiosi e anche agli editori stessi una nuova visione dell’opera affinché anche loro abbiano la possibilità di aprirsi a nuove proposte“.
Alla fine, anche il catalogo della mostra acquista un peso diverso. Sia perché, a differenza della quasi totalità dei cataloghi, non è introdotto dai testi di noti critici, bensì dall’autore stesso. Sia perché la sua vendita, a fronte delle quotazioni decisamente accessibili delle opere esposte, rientra in modo sostanziale nel progetto economico che dovrebbe garantire la sopravvivenza della galleria.
Andando oltre il valore culturale dell’iniziativa, che senz’altro segna un punto di svolta nel mondo del fumetto, occorre però valutare anche gli aspetti economici. Se è vero che il mercato delle tavole originali non è regolamentato è altrettanto vero che le quotazioni della tavola originale sono decisamente più abbordabili. L’istituzionalizzazione della galleria e il passaggio dell’originale in mostra e sul catalogo potrebbe però far aumentare le quotazioni. O almeno sollecitare la disciplina del mercato. Una delle tavole di Andrea Bruno esposte nella prima mostra di Miomao, ad esempio, costa 350 euro. Una cifra leggermente più alta rispetto a ciò che offre il mercato degli originali. Ma decisamente alla portata dell’appassionato collezionista.
Ma come si sbarca il lunario con una galleria di soli fumetti? Ce lo spiega Maria Cristina: “Occorre premettere che oggi le quotazioni dei fumettisti, rispetto agli artisti contemporanei, sono irrilevanti. La sopravvivenza della galleria è garantita da tutto il progetto: vendite di originali, appunto, ma anche del catalogo e di un portfolio originale che realizzeremo per ogni mostra. Sempre considerando l’arte del fumetto come riproducibile, proponiamo ogni volta una storia o una sequenza di tre tavole in serigrafia. Piccole edizioni a tiratura limitata, il cui impianto grafico è liberamente scelto dall’artista. Inoltre con gli autori facciamo contratti come stabilito dall’Associazione nazionale galleristi di arte contemporanea”. Dunque ci sarà una lievitazione dei prezzi degli originali? “Me lo auguro più per gli artisti che per la galleria. Comunque sarà una crescita controllata, pari al rapporto con la domanda. Ciò che oggi sta intorno al mercato istituzionale è ormai fuori controllo. Spetta dunque agli artisti aderire a un certo tipo di mercato dando valore anche ai bozzetti preparatori“.
E infatti la mostra in corso, dal titolo B-sides, è dedicata a Marco Corona (fino al 3 marzo 2008) che per l’occasione ha messo insieme tavole scartate di lavori già pubblicati. “Recupereremo lo scartato nella sua dimensione espressiva e tutto avrà un senso“, precisa Maria Cristina. Che dopo aver partecipato, per la prima volta pubblicamente, alla Fiera di arte moderna e contemporanea “Immagina” di Reggio Emilia, a gennaio andrà ad Angoulême per il festival dei fumetti più importante d’Europa insieme a quello di Lucca.
“L’attività della galleria”, racconta la titolare di Miomao, “è anche quella di partecipare alle fiere. È implicito nel nostro sottotitolo: arte contemporanea del fumetto. Per dare al fumetto una sua specificità attraverso il recupero dell’originale è necessario essere presenti anche a questi eventi“. E il coraggio, per un’attività esordiente, è anche quello di promuovere i giovani artisti. Dopo Andrea Bruno sarà la volta, come detto, di Mauro Corona. E poi ancora Paolo Bacilieri, Gianluca Costantini, Gabriella Giandelli e forse anche Amanda Vahamaki.
Una scelta dettata soprattutto dalla passione. Perché la titolare della nuova galleria di corso Cavour a Perugia, Maria Cristina Maiocchi, condivide con Fausto Proietti non solo gli affetti del vivere quotidiano, ma anche un interesse che va ben al di là delle logiche di mercato e dell’arte. Loro sono prima di tutto amanti del fumetto e collezionisti di tavole originali piuttosto noti. “È un segno di continuità“, ci spiega Maria Cristina. “La collezione non è scorporabile né vendibile. È solo nostra. Altra cosa è la galleria, che si pone in un rapporto di coerenza con la collezione privata“. Maria Cristina Maiocchi ha le idee chiare. Lei, storica dell’arte per formazione, ha insegnato, ha lavorato per tre anni in Rizzoli come responsabile per la Bur e ha fatto del rapporto arte e istituzioni l’oggetto del suo studio. Da qui nasce l’idea. Cioè promuovere il fumetto attraverso un’istituzione come la galleria.
Così Miomao ha aperto al pubblico a fine novembre con la mostra Anni luce del giovane Andrea Bruno. Proprio mentre le sue opere erano esposte a Perugia, Bruno ha ricevuto il premio come migliore autore unico a Lucca Comics & Games 2007. “Purtroppo la galleria, nel mondo del fumetto, è un tema spinoso”, commenta la titolare. “È vero, esiste la vendita di originali. Ma non è regolamentata. Un fatto, questo, che non avvantaggia nessuno. Né gli autori stessi né il fumetto come forma d’arte“. La galleria s’inserisce sommessamente in un’ampia scena dove il mondo dell’arte contemporanea si muove con sicurezza, sperimenta, detta le regole del mercato. Ci sono canoni di comportamento e modelli prestabiliti da seguire, seppure con alcune varianti, per la presentazione e la promozione di un evento. Una procedura che si adatta solo parzialmente alla Miomao. Perché una galleria di soli fumetti è legata in modo indissolubile -per volontà oltre che per necessità- al concetto di riproducibilità dell’opera.
Ma questo non rappresenta un limite. Perché i livelli di analisi sono tanti e molto diversi fra loro. Così come i processi creativi di ogni artista, ognuno dei quali adotta un metodo di lavoro personale. Miomao, quindi, ha l’obiettivo di riconoscere il disegnatore come artista a pieno titolo attraverso la presentazione e il disvelamento di ciò che precede -o segue- la riproduzione seriale dell’opera. “I fumettisti devono cominciare a vedersi come artisti”, spiega Maria Cristina. “Purtroppo il fumetto è un ambito troppo autoreferenziale. E questo ha causato una strana ghettizzazione: i fumettisti sanno di essere artisti e di avere qualcosa di unico dal punto di vista espressivo, ma sono titubanti di fronte alla vendita degli originali e di fronte a un nuovo pubblico. Ad esempio come quello della galleria…“.
L’altra sfida che lancia la galleria Miomao è al mondo dell’arte contemporanea. Ma senza snaturare l’origine e la natura artistica del disegnatore, che dopo l’approdo in galleria potrebbe essere fagocitato dalla macchina dell’arte. “Il mondo dell’arte sembra molto aperto a dimensioni alternative, ma alcune forme sono molto sottovalutate. E il fumetto è tra queste. Noi vediamo il fumetto non solo come un libro. Desideriamo ristudiarlo attraverso il suo processo. Con Andrea Bruno, infatti, abbiamo presentato tavole originali di una storia inedita affiancandole al fumetto già elaborato per la pubblicazione. Ciò significa ripercorrere fin dalle radici il suo lavoro. Sui possibili rischi che il fumettista possa deviare il suo percorso dopo il passaggio dalla galleria, beh, sono piuttosto ottimista. Abbiamo pensato a una galleria del fumetto e non d’arte tout court. Abbiamo la certezza di lavorare coi fumettisti che continueranno a fare fumetto. Semmai vorremmo andare oltre. Con la proposizione di inediti, infatti, pensiamo di offrire ai collezionisti, ai curiosi e anche agli editori stessi una nuova visione dell’opera affinché anche loro abbiano la possibilità di aprirsi a nuove proposte“.
Alla fine, anche il catalogo della mostra acquista un peso diverso. Sia perché, a differenza della quasi totalità dei cataloghi, non è introdotto dai testi di noti critici, bensì dall’autore stesso. Sia perché la sua vendita, a fronte delle quotazioni decisamente accessibili delle opere esposte, rientra in modo sostanziale nel progetto economico che dovrebbe garantire la sopravvivenza della galleria.
Andando oltre il valore culturale dell’iniziativa, che senz’altro segna un punto di svolta nel mondo del fumetto, occorre però valutare anche gli aspetti economici. Se è vero che il mercato delle tavole originali non è regolamentato è altrettanto vero che le quotazioni della tavola originale sono decisamente più abbordabili. L’istituzionalizzazione della galleria e il passaggio dell’originale in mostra e sul catalogo potrebbe però far aumentare le quotazioni. O almeno sollecitare la disciplina del mercato. Una delle tavole di Andrea Bruno esposte nella prima mostra di Miomao, ad esempio, costa 350 euro. Una cifra leggermente più alta rispetto a ciò che offre il mercato degli originali. Ma decisamente alla portata dell’appassionato collezionista.
Ma come si sbarca il lunario con una galleria di soli fumetti? Ce lo spiega Maria Cristina: “Occorre premettere che oggi le quotazioni dei fumettisti, rispetto agli artisti contemporanei, sono irrilevanti. La sopravvivenza della galleria è garantita da tutto il progetto: vendite di originali, appunto, ma anche del catalogo e di un portfolio originale che realizzeremo per ogni mostra. Sempre considerando l’arte del fumetto come riproducibile, proponiamo ogni volta una storia o una sequenza di tre tavole in serigrafia. Piccole edizioni a tiratura limitata, il cui impianto grafico è liberamente scelto dall’artista. Inoltre con gli autori facciamo contratti come stabilito dall’Associazione nazionale galleristi di arte contemporanea”. Dunque ci sarà una lievitazione dei prezzi degli originali? “Me lo auguro più per gli artisti che per la galleria. Comunque sarà una crescita controllata, pari al rapporto con la domanda. Ciò che oggi sta intorno al mercato istituzionale è ormai fuori controllo. Spetta dunque agli artisti aderire a un certo tipo di mercato dando valore anche ai bozzetti preparatori“.
E infatti la mostra in corso, dal titolo B-sides, è dedicata a Marco Corona (fino al 3 marzo 2008) che per l’occasione ha messo insieme tavole scartate di lavori già pubblicati. “Recupereremo lo scartato nella sua dimensione espressiva e tutto avrà un senso“, precisa Maria Cristina. Che dopo aver partecipato, per la prima volta pubblicamente, alla Fiera di arte moderna e contemporanea “Immagina” di Reggio Emilia, a gennaio andrà ad Angoulême per il festival dei fumetti più importante d’Europa insieme a quello di Lucca.
“L’attività della galleria”, racconta la titolare di Miomao, “è anche quella di partecipare alle fiere. È implicito nel nostro sottotitolo: arte contemporanea del fumetto. Per dare al fumetto una sua specificità attraverso il recupero dell’originale è necessario essere presenti anche a questi eventi“. E il coraggio, per un’attività esordiente, è anche quello di promuovere i giovani artisti. Dopo Andrea Bruno sarà la volta, come detto, di Mauro Corona. E poi ancora Paolo Bacilieri, Gianluca Costantini, Gabriella Giandelli e forse anche Amanda Vahamaki.
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Intervista con Andrea Bruno
gianluca testa
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 46. Te l’eri perso? Abbonati!
Galleria Miomao
Corso Cavour, 120 – 06121 Perugia
Info: mob. +39 3477831708; info@miomao.net; www.miomao.net
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