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15
febbraio 2008
fino al 17.II.2008 Paul McCarthy Gent, Smak
around
Mostruoso Mc Carthy. Una retrospettiva dalle immagini forti, grottesche ma infine burlesche. Due piani di museo sventrati dall’artista, in un entourage di video, installazioni e sculture. Quarant’anni di attività, per mostrare le bassezze dell’uomo...
Oscenità, provocazione e messa in scena sono solo alcuni appellativi per individuare il lavoro di Paul McCarthy (Salt Lake City, 1945; vive a Los Angeles). Il sorprendente linguaggio utilizzato nei video, disegni, fotografie e sculture ha però come oggetto ben altra riflessione. L’uomo, nella sua ossessione-attenzione al consumismo, e la società, nella progressiva perdita dei valori, diventano episodi narrati dall’artista, immettendo lo spettatore in un grottesco sgomento.
Gent, a pochi chilometri da Bruxelles, ospita questo eccezionale evento all’interno del museo Smak, ormai diventato simbolo e scenario contemporaneo delle mostre più importanti del Belgio. Grazie alla collaborazione del Moderna Museet di Stoccolma e agli ingenti prestiti da parte della galleria svizzera Hauser&Wirth, la retrospettiva comprende anche lavori inediti.
I video delle performance, nei quali Mc Carthy prende spesso parte come attore assieme al figlio Damon, invadono lo spazio del museo, coinvolgendo lo spettatore in un gioco di immagini, scenografie-installazioni e caos generato dai suoni. Pirate Project (2001-2005) consiste in una serie di video ispirati all’inumanità e alla depravazione del personaggio del pirata, grottesca parodia che si trasforma in un’orgia di violenza. Ma solo in apparenza. Zampilli di ketchup, colate di cioccolato condite da un esplicito linguaggio sessuale compongono l’ambientazione, volutamente grezza e kitch.
Gli spazi del museo diventano pareti di un teatro e ci s’immerge in una totale scenografia. L’artista ha lavorato direttamente sugli interni del museo, aprendo fessure, soffitto e pareti, permettendo continuità tra immagine video e spazio espositivo. A questo tipo di ambientazioni seguono sale ben più sobrie, che ospitano lavori come l’ormai celeberrimo suino (Mechanical Pig, 2003) e, nello stesso onirico filone, l’opera Dreaming (2005).
L’insieme dei lavori presentati respira delle diverse influenze dell’arte anni ‘60. Ne è un esempio Ketchup Sandwich (1970), le cui forme, odori e oggetti attingono all’universo della minimal, della pop e dell’action painting. Tra le opere del passato spuntano anche nuovi lavori, tra cui il provocatorio video The Bush Pieces (2007), e una serie di sculture, evoluzioni delle precedenti opere ispirate all’icona Michael Jackson, dal titolo Santa Claus, the fucked up version (2007).
Oltre alla scultura e al video non mancano le diverse sezioni dedicate alla pittura, al disegno e alla fotografia. Un fare artistico completo, che continua a scioccare o a divertire il pubblico. E che lascia come unica certezza il disarmante confronto con se stessi.
Gent, a pochi chilometri da Bruxelles, ospita questo eccezionale evento all’interno del museo Smak, ormai diventato simbolo e scenario contemporaneo delle mostre più importanti del Belgio. Grazie alla collaborazione del Moderna Museet di Stoccolma e agli ingenti prestiti da parte della galleria svizzera Hauser&Wirth, la retrospettiva comprende anche lavori inediti.
I video delle performance, nei quali Mc Carthy prende spesso parte come attore assieme al figlio Damon, invadono lo spazio del museo, coinvolgendo lo spettatore in un gioco di immagini, scenografie-installazioni e caos generato dai suoni. Pirate Project (2001-2005) consiste in una serie di video ispirati all’inumanità e alla depravazione del personaggio del pirata, grottesca parodia che si trasforma in un’orgia di violenza. Ma solo in apparenza. Zampilli di ketchup, colate di cioccolato condite da un esplicito linguaggio sessuale compongono l’ambientazione, volutamente grezza e kitch.
Gli spazi del museo diventano pareti di un teatro e ci s’immerge in una totale scenografia. L’artista ha lavorato direttamente sugli interni del museo, aprendo fessure, soffitto e pareti, permettendo continuità tra immagine video e spazio espositivo. A questo tipo di ambientazioni seguono sale ben più sobrie, che ospitano lavori come l’ormai celeberrimo suino (Mechanical Pig, 2003) e, nello stesso onirico filone, l’opera Dreaming (2005).
L’insieme dei lavori presentati respira delle diverse influenze dell’arte anni ‘60. Ne è un esempio Ketchup Sandwich (1970), le cui forme, odori e oggetti attingono all’universo della minimal, della pop e dell’action painting. Tra le opere del passato spuntano anche nuovi lavori, tra cui il provocatorio video The Bush Pieces (2007), e una serie di sculture, evoluzioni delle precedenti opere ispirate all’icona Michael Jackson, dal titolo Santa Claus, the fucked up version (2007).
Oltre alla scultura e al video non mancano le diverse sezioni dedicate alla pittura, al disegno e alla fotografia. Un fare artistico completo, che continua a scioccare o a divertire il pubblico. E che lascia come unica certezza il disarmante confronto con se stessi.
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mostra visitata il 29 gennaio 2008
dal 13 ottobre 2007 al 17 febbraio 2008
Paul McCarthy – Head Shop/Shop Head
a cura di Magnus af Petersens
S.M.A.K. – Stedelijk Museum voor Actuele Kunst
Citadelpark – B-9000 Gent
Orario: da martedì a domenica ore 10-18
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4/3
Catalogo € 50
Info: tel. +32 092217664; fax +32 092217109; museum.smak@gent.be; www.smak.be
[exibart]
Bravo Mc Carthy
ma non sei prigioniero di una sigla?
quarant’anni tra wurstel ed escrementi a dedicarsi alle bassezze umane….
ma non è che si diventa bassi a propria volta?
il mostruoso in confezione?