14 marzo 2008

fino al 27.III.08 Michael Wesely Roma, Pino Casagrande

 
Sei grandissimi still life racchiudono caleidoscopici rimandi e confondono i confini temporali e gli espedienti tecnici. Tutto questo anche attraverso l’utilizzo “estremo” della macchina fotografica. Ecco il risultato del lavoro di un bavarese a Roma...

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Non hanno uno specifico titolo le fotografie di Michael Wesely (Monaco di Baviera, 1963; vive a Berlino). Semplicemente Still life, denominazione generale del nuovo ciclo di lavori realizzati in questi ultimi anni. La loro identificazione sono numeri simili a codici, utilizzati dall’artista piuttosto come sistema di archiviazione. Ma dietro questa semplicità solo apparente si celano numerosi significati e possibili letture. Quasi due metri per lato (dimensione prescelta dopo prove su prove, fino all’individuazione di quella più appropriata, affinché esprimesse al meglio la riflessione dell’artista), il grande formato si aggiunge ai diversi espedienti adottati da Wesely: lo spettatore è coinvolto e caldamente avvolto dai romantici fiori dagli inesistenti contorni.
Apparentemente risultanti mossi e sfocati -tanto da sembrare a prima vista il “solito” mosso- aguzzando la vista e collegando diversi indizi, immediatamente è evidente che in realtà non è come sembra. Il cristallino vaso mantiene i propri contorni fermi e netti; il muro di fondo conserva orgogliosamente la sua grana; solo i fiori risultano mossi. E il loro movimento lascia timide e colorate scie impresse sulla pellicola, come se fosse un veloce passaggio. Macchie di colore che si confondono con la grana del muro, tanto da diventare simili a rapide pennellate. Michael Wesely - 6.3.-14.3.2007 - C-print - cm 180x180E quei vasi di fiori sembrano rifare il verso o sembrano una contemporanea rilettura della migliaia di secentesche nature morte, di cui i maggiori musei del mondo hanno tappezzate intere sale. Con il loro pesante sfondo nero, queste immagini ne sembrano il positivo fotografico.
Ma quelle composizioni, che in qualche maniera esprimevano una certa joie de vivre, con l’apoteosi di colori e accostamento di esotici fiori, nonostante i colori siano caldi e luminosi, qui mostrano l’inevitabile: la caducità della vita. Nel tentativo di fermare il tempo, Wesely in realtà testimonia il suo ineluttabile corso che, nel suo inarrestabile scorrere, porta l’inevitabile morte delle cose. E le date, stampate in basso a destra delle grandi fotografie, testimoniano questo scorrere del tempo e quello necessario affinché un mazzo di colorati fiori muoia del tutto.
Movimento impercettibile per l’occhio umano, è invece catturato dall’obiettivo della macchina fotografica il cui otturatore viene lasciato aperto, in una lunghissima esposizione, per tutto il tempo necessario a registrare e a testimoniare l’inesorabile rovina dei fiori. E quello che sembrava mosso e sfocato, per il passaggio di una leggera brezza tra i fiori (che in alcuni casi li rende molto simili agli esili alberelli dei paesaggi leonardeschi), è il loro lento piegarsi sotto il peso dell’appassimento. Quindi della morte.

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dal 5 febbraio al 27 marzo 2008
Michael Wesely – Still life
Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande
Via degli Ausoni, 7/a (zona San Lorenzo) – 00185 Roma
Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 17-20
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 064463480; gallcasagrande@alice.it

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