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14
marzo 2008
Dall’austriaca città natale Wörgl alle vetrine della boutique londinese di Vivienne Westwood. Da Londra alla Royal Accademy of Fine Arts di Anversa, culla della fashion-creatività più avant-garde. Diversi i premi all’attivo -tra cui il Maria Luisa Award ricevuto all’interno del contest ITS (International Talent Support) e il Coccodrillo Shoe Award- prima di tornare nuovamente nel Regno Unito per il battesimo ufficiale sulle passerelle della London Fashion Week con la collezione SS08, gran debutto e al tempo stesso sintesi del lavoro precedente, con tanto di NewGen Award sponsored by Top Shop: lo stesso riconoscimento che servì a lanciare, tra gli altri, i talenti di Alexander McQueen e Sophia Kokosalaki.
Fra tailoring, printwork e ricerca sui tessuti si snoda tutto il discorso stilistico della primavera/estate 2008 firmata dal giovane Peter Pilotto. Surreale e scultoreo, disciplinato e controllato nel taglio, Pilotto disegna silhouette mascoline -spalle forti e vita segnata- associandole, qua e là, a un effetto drappeggio, cercato per ammorbidire l’immagine generale. Le proporzioni si individuano agli estremi della vestibilità: ora un abito è ampio e voluminoso -abbondanza di riprese generosamente distribuite lungo i fianchi di un tubino monocolore arancione- ora è asciuttissimo, letteralmente cucito addosso, nulla più che una tuta seconda pelle -robotica radiografia in lycra di seta- portata sotto a una smoking-jacket attillata.
La palette di colori si muove dai meccanici nero-grigi della session iniziale alle nuance pastello di tutta la seconda serie di outfit, dalla gamma dei nudi e dei sabbia alle fresche ombre ristoratrici di certi azzurri e verdi chiari. Toni ricavati sul limitare dell’arcobaleno, dialogo fra tinte unite e pattern geometrici: stampe che ammiccano tanto all’estetica del pixel, quanto a certi canoni neo-etnici, per alcuni abitini smanicati in misto-cotone che si illuminano grazie a rifiniture lucide e cangianti. Light-blue malinconico per il mini-dress zippato stretto in vita da una cerniera legata a mo’ di cintura, le coppe sono conformate -plasmate in un cotone rigido, sostenuto, ma al tempo stesso malleabile- ultima evoluzione di “origami-bra”, accenno a un contemporaneo Oriente, dopo i riferimenti nipponici più istituzionali dell’autunno/inverno 07/08.
Stesso concetto di reggiseno “costruito” anche per i top, da portare con un paio di minimal short a vita alta e con il materico copri-spalle traforato, oppure con la minigonna orange, mossa da numerose pince. Sopra a tutto riluce -fulmineo guizzo generatosi in un astratto punto del passato e proiettato verso il futuro- il “moon-light shadow theme”, cifra distintiva dello stilista, già opalescente e perlacea ossatura della graduation collection di Peter Pilotto, ospitata anche, sotto forma di video-installazione, presso diversi spazi d’arte: dalla Window Gallery di Anversa al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, passando per il Centre Culturel Suisse di Parigi.
La sua visione poetica e al tempo stesso molto energica della moda femminile, continuo dialogo tra la prospettiva classica di eleganza e l’evoluzione contemporanea del medesimo concetto, si è già guadagnata le pagine di alcune tra le principali testate di riferimento per il fashion system: Women’s Wear Daily, i-D, Dazed & confused, Self Service e Nylon hanno già iniziato a documentare il tocco magico di Pilotto, la libertà che i suoi abiti incarnano e le innumerevoli possibilità di celarsi dietro a differenti personalità che essi offrono.
Fra tailoring, printwork e ricerca sui tessuti si snoda tutto il discorso stilistico della primavera/estate 2008 firmata dal giovane Peter Pilotto. Surreale e scultoreo, disciplinato e controllato nel taglio, Pilotto disegna silhouette mascoline -spalle forti e vita segnata- associandole, qua e là, a un effetto drappeggio, cercato per ammorbidire l’immagine generale. Le proporzioni si individuano agli estremi della vestibilità: ora un abito è ampio e voluminoso -abbondanza di riprese generosamente distribuite lungo i fianchi di un tubino monocolore arancione- ora è asciuttissimo, letteralmente cucito addosso, nulla più che una tuta seconda pelle -robotica radiografia in lycra di seta- portata sotto a una smoking-jacket attillata.
La palette di colori si muove dai meccanici nero-grigi della session iniziale alle nuance pastello di tutta la seconda serie di outfit, dalla gamma dei nudi e dei sabbia alle fresche ombre ristoratrici di certi azzurri e verdi chiari. Toni ricavati sul limitare dell’arcobaleno, dialogo fra tinte unite e pattern geometrici: stampe che ammiccano tanto all’estetica del pixel, quanto a certi canoni neo-etnici, per alcuni abitini smanicati in misto-cotone che si illuminano grazie a rifiniture lucide e cangianti. Light-blue malinconico per il mini-dress zippato stretto in vita da una cerniera legata a mo’ di cintura, le coppe sono conformate -plasmate in un cotone rigido, sostenuto, ma al tempo stesso malleabile- ultima evoluzione di “origami-bra”, accenno a un contemporaneo Oriente, dopo i riferimenti nipponici più istituzionali dell’autunno/inverno 07/08.
Stesso concetto di reggiseno “costruito” anche per i top, da portare con un paio di minimal short a vita alta e con il materico copri-spalle traforato, oppure con la minigonna orange, mossa da numerose pince. Sopra a tutto riluce -fulmineo guizzo generatosi in un astratto punto del passato e proiettato verso il futuro- il “moon-light shadow theme”, cifra distintiva dello stilista, già opalescente e perlacea ossatura della graduation collection di Peter Pilotto, ospitata anche, sotto forma di video-installazione, presso diversi spazi d’arte: dalla Window Gallery di Anversa al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, passando per il Centre Culturel Suisse di Parigi.
La sua visione poetica e al tempo stesso molto energica della moda femminile, continuo dialogo tra la prospettiva classica di eleganza e l’evoluzione contemporanea del medesimo concetto, si è già guadagnata le pagine di alcune tra le principali testate di riferimento per il fashion system: Women’s Wear Daily, i-D, Dazed & confused, Self Service e Nylon hanno già iniziato a documentare il tocco magico di Pilotto, la libertà che i suoi abiti incarnano e le innumerevoli possibilità di celarsi dietro a differenti personalità che essi offrono.
link correlati
www.peterpilotto.com
marzia fossati
[exibart]