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14
marzo 2008
fino al 5.IV.2008 Andreas Zingerle Bolzano, Goethe2
trento bolzano
Flash sfocati, registrati da una polaroid distratta. Istantanee che ritraggono persone comuni si trasformano in immagini poetiche, cancellando l’individualità. Un paio di jeans diventano una scultura quando non possono più essere indossati. In mostra il valore estetico e poetico del quotidiano...
Il termine manipulation indica alterazione, contraffazione. Andreas Zingerle (Bressanone, 1963; vive Perca) attua quest’operazione su immagini-oggetti della realtà quotidiana, spinto dalla volontà di porre in risalto la loro non-univocità.
Le tele presentate ritraggono immagini ottenute da fotografie scattate dall’artista per le strade di Monaco, Karlsruhe e Bolzano. I protagonisti sono individui incontrati casualmente, che sulla tela appaiono come flash sfocati, registrati da una polaroid distratta. Le figure sono rese con tonalità di grigio, annullando la colorazione naturale; figure indistinte che emergono dallo sfondo in maniera incerta. I contorni appaiono infranti da pennellate che tendono a cancellare l’immagine, con lo scopo di presentarne una realtà alterata.
Zingerle sfida il genere del ritratto, usando la tecnica classica del dipinto a olio. Sono visibili però soltanto i profili dei corpi e dei volti, mentre i soggetti non sono più riconoscibili. Il pittore trentino confonde così lo spettatore, mostrando immagini decifrabili solo intuitivamente. Non aspira a una riproduzione realistica del momento, ma intende affermare la centralità dell’artista che, attraverso la contraffazione di un’immagine fotografica, s’impone come mediatore della realtà.
Lo stesso intento emerge dalle sculture che riproducono jeans e t-shirt. I capi d’abbigliamento perdono la propria funzione, divenendo oggetto di contemplazione estetica. L’illusione mimetica è infranta dalla palese impossibilità di utilizzo: nei jeans è duplicata la parte superiore, mentre viene eliminato il fondo, rendendo impraticabile l’indossarli. Il cemento -usato per tutte le sculture in mostra- è il secondo fattore che determina lo spiazzamento dell’osservatore. La pesantezza del materiale contrasta con l’apparente leggerezza delle forme, che riproducono pieghe e arricciature tipiche del tessuto.
Manipulation dichiara apertamente le intenzioni di Zingerle: manipolare la realtà che quotidianamente si presenta di fronte ai nostri occhi, creando immagini sofisticate e poetiche, che evocano senza definire, ponendo quesiti circa la natura stessa dell’arte. Il quotidiano diviene esteticamente rilevante grazie alla centralità della figura dell’artista, che trasforma la banalità in opera.
Le tele presentate ritraggono immagini ottenute da fotografie scattate dall’artista per le strade di Monaco, Karlsruhe e Bolzano. I protagonisti sono individui incontrati casualmente, che sulla tela appaiono come flash sfocati, registrati da una polaroid distratta. Le figure sono rese con tonalità di grigio, annullando la colorazione naturale; figure indistinte che emergono dallo sfondo in maniera incerta. I contorni appaiono infranti da pennellate che tendono a cancellare l’immagine, con lo scopo di presentarne una realtà alterata.
Zingerle sfida il genere del ritratto, usando la tecnica classica del dipinto a olio. Sono visibili però soltanto i profili dei corpi e dei volti, mentre i soggetti non sono più riconoscibili. Il pittore trentino confonde così lo spettatore, mostrando immagini decifrabili solo intuitivamente. Non aspira a una riproduzione realistica del momento, ma intende affermare la centralità dell’artista che, attraverso la contraffazione di un’immagine fotografica, s’impone come mediatore della realtà.
Lo stesso intento emerge dalle sculture che riproducono jeans e t-shirt. I capi d’abbigliamento perdono la propria funzione, divenendo oggetto di contemplazione estetica. L’illusione mimetica è infranta dalla palese impossibilità di utilizzo: nei jeans è duplicata la parte superiore, mentre viene eliminato il fondo, rendendo impraticabile l’indossarli. Il cemento -usato per tutte le sculture in mostra- è il secondo fattore che determina lo spiazzamento dell’osservatore. La pesantezza del materiale contrasta con l’apparente leggerezza delle forme, che riproducono pieghe e arricciature tipiche del tessuto.
Manipulation dichiara apertamente le intenzioni di Zingerle: manipolare la realtà che quotidianamente si presenta di fronte ai nostri occhi, creando immagini sofisticate e poetiche, che evocano senza definire, ponendo quesiti circa la natura stessa dell’arte. Il quotidiano diviene esteticamente rilevante grazie alla centralità della figura dell’artista, che trasforma la banalità in opera.
martina baroncelli
mostra visitata l’1 marzo 2008
dal 29 febbraio al 5 aprile 2008
Andreas Zingerle – Manipulation
a cura di Stefan-Maria Mittendorf e Judith Zingerle
Galleria Goethe2
Via Cappuccini, 26/a – 39100 Bolzano
Orario: da lunedì a venerdì ore 15-19; sabato ore 10-12.30; mattina su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0471323938; fax +39 0471303751; goethe2@goethe2.191.it; www.goethe2.191.it
[exibart]