Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
02
aprile 2008
fino al 4.V.2008 Emilio Villa poeta e scrittore Reggio Emilia, Chiesa di San Giorgio
bologna
Un grande poeta solitario. Una prospettiva inedita, costruita dietro le quinte di una chiesa monumentale. Un personale omaggio da parte di un grande artista a un Nuntius celatus. Che ha avuto il coraggio di dire troppo per disfare ogni dire. Claudio Parmiggiani “celebra” Emilio Villa...
Uno sforzo immenso quello di raccogliere l’opera edita e inedita dello studioso Emilio Villa (Affori, 1914 – Rieti, 2003) nella cornice di un’imponente chiesa barocca ora in restauro, aperta soltanto per l’occasione. Una nuova chiave di lettura -proposta da un artista in veste di curatore- che scopre un grande scrittore, poeta e critico d’arte ignorato da molti, accostando le sue numerose pubblicazioni alle opere di alcuni maestri del Novecento, ai quali il letterato dedicò saggi memorabili in Attributi dell’arte odierna, 1947 1967, pubblicato da Feltrinelli negli anni ’70.
Claudio Parmiggiani, legato a Villa da affinità intellettuale e amicizia, ha vinto la scommessa di dare voce a un pensiero creativo ermetico e labirintico, ricostruendo uno sterminato quanto originale corpus critico. Una sorta di scomodo progenitore fu infatti Emilio Villa, nell’avventurarsi forse troppo presto nella contaminazione estrema del linguaggio, nello stampare in solitaria i propri libri senza corteggiare collane editoriali, chiamando gli artisti a collaborare con opere originali alle sue riviste, giocando a mischiare le lingue morte a quelle vive, per dissolverne il senso. Intellettuale criptico e sperimentatore tra i più interessanti del panorama italiano, fu radicale nelle scelte e temerario nel disobbedire a ogni regola.
Un progetto culturale che spinge dunque alla riflessione, la cui parte più suggestiva rimane sicuramente quella delle opere dei grandi del Novecento che si affiancano agli stucchi e agli affreschi sei-settecenteschi, recentemente restaurati. L’allestimento è decisamente spettacolare, con i quadri -inseriti all’interno delle cappelle barocche- che incombono dall’alto come moderne e stupefacenti pale d’altare. Per citarne solo alcuni: si va da Capogrossi a Pollock, dall’Achrome di Manzoni a Rothko, fino a un meraviglioso Sacco del 1953 di Burri. E, ancora, nel transetto su cui si apre l’abside dove domina l’altare ligneo, la scultura in ferro di Ettore Colla, Dioscuri (1964), e la Composition (1992) di Sam Francis.
Lavori straordinari circondati da bacheche contenenti manoscritti, libri a stampa a tiratura limitata o in copia unica, riviste create ed edite da Villa, o ancora dal tentativo incompiuto di una nuova traduzione della Bibbia, alla quale lo studioso lavorò a partire dagli anni ’40. Materiali che svettano su centinaia di fascicoli di carte filologicamente ordinate e conservate presso il Fondo Villa della Biblioteca Panizzi, zeppe di revisioni, correzioni e interventi, e scritti cancellati con furia iconoclasta.
È davvero impossibile riuscire a classificare o soltanto citare tutta la documentazione cartacea in mostra, tradotta in una corposa monografia ragionata, nella quale si tenta di interpretare la lingua quasi eretica, sconosciuta e beffarda di un uomo che si professò, suo malgrado, un “condannato ‘critico’”, affermando di “sapere, purtroppo”. Un randagio fuggitivo che, come afferma Marco Vallora nel suo saggio, “emigrò dall’ambiente intellettuale, imprigionandosi nelle sue posizioni arroccate”.
Un intellettuale mai compreso a fondo, che scelse una diversa forma di occultismo sacrale per tornare alla parola originaria e, come riporta Parmiggiani, “scrivere il silenzio a paragone della stupidità verbosa che imperversa”. Fino a confondere e a cancellare le proprie tracce.
Claudio Parmiggiani, legato a Villa da affinità intellettuale e amicizia, ha vinto la scommessa di dare voce a un pensiero creativo ermetico e labirintico, ricostruendo uno sterminato quanto originale corpus critico. Una sorta di scomodo progenitore fu infatti Emilio Villa, nell’avventurarsi forse troppo presto nella contaminazione estrema del linguaggio, nello stampare in solitaria i propri libri senza corteggiare collane editoriali, chiamando gli artisti a collaborare con opere originali alle sue riviste, giocando a mischiare le lingue morte a quelle vive, per dissolverne il senso. Intellettuale criptico e sperimentatore tra i più interessanti del panorama italiano, fu radicale nelle scelte e temerario nel disobbedire a ogni regola.
Un progetto culturale che spinge dunque alla riflessione, la cui parte più suggestiva rimane sicuramente quella delle opere dei grandi del Novecento che si affiancano agli stucchi e agli affreschi sei-settecenteschi, recentemente restaurati. L’allestimento è decisamente spettacolare, con i quadri -inseriti all’interno delle cappelle barocche- che incombono dall’alto come moderne e stupefacenti pale d’altare. Per citarne solo alcuni: si va da Capogrossi a Pollock, dall’Achrome di Manzoni a Rothko, fino a un meraviglioso Sacco del 1953 di Burri. E, ancora, nel transetto su cui si apre l’abside dove domina l’altare ligneo, la scultura in ferro di Ettore Colla, Dioscuri (1964), e la Composition (1992) di Sam Francis.
Lavori straordinari circondati da bacheche contenenti manoscritti, libri a stampa a tiratura limitata o in copia unica, riviste create ed edite da Villa, o ancora dal tentativo incompiuto di una nuova traduzione della Bibbia, alla quale lo studioso lavorò a partire dagli anni ’40. Materiali che svettano su centinaia di fascicoli di carte filologicamente ordinate e conservate presso il Fondo Villa della Biblioteca Panizzi, zeppe di revisioni, correzioni e interventi, e scritti cancellati con furia iconoclasta.
È davvero impossibile riuscire a classificare o soltanto citare tutta la documentazione cartacea in mostra, tradotta in una corposa monografia ragionata, nella quale si tenta di interpretare la lingua quasi eretica, sconosciuta e beffarda di un uomo che si professò, suo malgrado, un “condannato ‘critico’”, affermando di “sapere, purtroppo”. Un randagio fuggitivo che, come afferma Marco Vallora nel suo saggio, “emigrò dall’ambiente intellettuale, imprigionandosi nelle sue posizioni arroccate”.
Un intellettuale mai compreso a fondo, che scelse una diversa forma di occultismo sacrale per tornare alla parola originaria e, come riporta Parmiggiani, “scrivere il silenzio a paragone della stupidità verbosa che imperversa”. Fino a confondere e a cancellare le proprie tracce.
articoli correlati
Editoria, ecco la Collana Fondazione Baruchello. Le prime due uscite tra poesia e cinema d’artista
francesca baboni
mostra visitata il 27 febbraio 2008
dal 23 febbraio al 4 maggio 2008
Emilio Villa poeta e scrittore
a cura di Claudio Parmiggiani
Chiesa di San Giorgio
Via Farini (centro storico) – 42100 Reggio Emilia
Orario: da martedì a domenica ore 10-13 e 16-19
Ingresso libero
Catalogo Mazzotta
Info: tel. +39 0522456635; fax +39 0522456761; roberta.conforti@municipio.re.it; www.municipio.re.it/cultura
[exibart]
Purtroppo non ho visto la mostra, che, dalla recensione almeno, sembra esaustiva e rispettosa, ma era proprio il caso di ampliare l’attenzione su questo grandissimo pensatore misconosciuto, in questo tempo in cui la critica e la letteratura artistica sono (irreversibilmente?) omologate, prive d’anima, fritte e rifritte.
una nuova edizione di “Attributi dell’arte odierna” è ora disponibile nella collana Fuori Formato curata da Andrea Cortellessa per la casa editrice Le Lettere. In 2 volumi a cura di Aldo Tagliaferri.