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24
aprile 2008
fino al 18.V.2008 Victor Man Bergamo, Gamec
milano
Assemblaggi di elementi eterogenei. Accenni di scene in dettagli conturbanti. Una pittura dalle tinte malinconiche e lo straniamento di associazioni enigmatiche. Nell’oscurità di un ambiente, un tronco d’albero e un crocifisso divelto...
Romania sugli scudi, verrebbe da dire. La cosiddetta “generazione post-dicembrista”, composta da artisti che si sono formati in seguito alla rivoluzione del 1989, è in costante ascesa nel cinema -si pensi al regista Cristian Mungiu, Palma d’Oro allo scorso Festival di Cannes con il film 4 mesi, 3 settimane e due giorni– e riscuote notevole interesse anche nel settore dell’arte contemporanea.
Recentemente conosciuto e apprezzato in Italia (era tra gli artisti del padiglione rumeno all’ultima Biennale di Venezia, ha poi esposto in una personale alla galleria Zero di Milano), Victor Man (Cluj-Napoca, 1974) è tra le figure più rappresentative dell’odierna scena artistica di Cluj. Questa sua prima personale in un museo è inserita nella programmazione di Eldorado, un progetto rivolto dalla bergamasca GAMeC agli artisti emergenti sulla ribalta internazionale.
Man presenta tre installazioni composte da pitture, lightbox, fotografie, object trouvé combinati eterogeneamente a creare una molteplicità di simboli e significati. Il suo processo artistico trova l’avvio nella scelta d’immagini mass-mediatiche e oggetti d’uso comune ritenuti in qualche modo significativi o stimolanti. Procedendo successivamente al loro assemblamento, l’artista raggiunge nuovi e reconditi significati attraverso una decontestualizzazione portata fino al limite della scomparsa dell’identità originaria.
![Victor Man - Untitled - 2007 - neon, lettere di vinile - photo Antonio Maniscalco](https://www.exibart.com/foto/59089.jpg)
Dislocate in tre ambienti separati, queste intriganti installazioni sono idealmente collegate fra loro. Riconducono enigmaticamente, mediante una narrazione conturbante e soffusa di malinconia, a temi che ruotano intorno all’ossessione del desiderio e al sesso; a sentimenti di perdita e morte che si contrappongono all’aspirazione d’immortalità. Due piccole fotografie rappresentano guanti perduti sul selciato di una strada e si affiancano alla scritta in vinile “we die”, barrata con una X dalla luminescenza di due neon. E poi pitture e immagini di dettagli feticisti, che possiedono un alto gradiente erotico, unite o correlate con reti metalliche, collane, rotoli di feltro.
![Victor Man - Untitled - 2007 - light box - photo Antonio Maniscalco](https://www.exibart.com/foto/59088.jpg)
Al secondo piano si viene risucchiati in un moderno memento mori. L’ambiente buio è illuminato solamente da un lightbox che raffigura un crocifisso divelto; il dettaglio ne inquadra la parte superiore, dove la croce è rimasta soltanto con le braccia inchiodate del Cristo perché il corpo è stato, con ogni probabilità, strappato. Steso sul pavimento vi è un tronco d’albero morto, mentre sulla parete laterale l’anta specchiante di una cassetta per i medicinali risiede nascosta nell’oscurità.
Recentemente conosciuto e apprezzato in Italia (era tra gli artisti del padiglione rumeno all’ultima Biennale di Venezia, ha poi esposto in una personale alla galleria Zero di Milano), Victor Man (Cluj-Napoca, 1974) è tra le figure più rappresentative dell’odierna scena artistica di Cluj. Questa sua prima personale in un museo è inserita nella programmazione di Eldorado, un progetto rivolto dalla bergamasca GAMeC agli artisti emergenti sulla ribalta internazionale.
Man presenta tre installazioni composte da pitture, lightbox, fotografie, object trouvé combinati eterogeneamente a creare una molteplicità di simboli e significati. Il suo processo artistico trova l’avvio nella scelta d’immagini mass-mediatiche e oggetti d’uso comune ritenuti in qualche modo significativi o stimolanti. Procedendo successivamente al loro assemblamento, l’artista raggiunge nuovi e reconditi significati attraverso una decontestualizzazione portata fino al limite della scomparsa dell’identità originaria.
![Victor Man - Untitled - 2007 - neon, lettere di vinile - photo Antonio Maniscalco](https://www.exibart.com/foto/59089.jpg)
Dislocate in tre ambienti separati, queste intriganti installazioni sono idealmente collegate fra loro. Riconducono enigmaticamente, mediante una narrazione conturbante e soffusa di malinconia, a temi che ruotano intorno all’ossessione del desiderio e al sesso; a sentimenti di perdita e morte che si contrappongono all’aspirazione d’immortalità. Due piccole fotografie rappresentano guanti perduti sul selciato di una strada e si affiancano alla scritta in vinile “we die”, barrata con una X dalla luminescenza di due neon. E poi pitture e immagini di dettagli feticisti, che possiedono un alto gradiente erotico, unite o correlate con reti metalliche, collane, rotoli di feltro.
![Victor Man - Untitled - 2007 - light box - photo Antonio Maniscalco](https://www.exibart.com/foto/59088.jpg)
Al secondo piano si viene risucchiati in un moderno memento mori. L’ambiente buio è illuminato solamente da un lightbox che raffigura un crocifisso divelto; il dettaglio ne inquadra la parte superiore, dove la croce è rimasta soltanto con le braccia inchiodate del Cristo perché il corpo è stato, con ogni probabilità, strappato. Steso sul pavimento vi è un tronco d’albero morto, mentre sulla parete laterale l’anta specchiante di una cassetta per i medicinali risiede nascosta nell’oscurità.
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a cura di Alessandro Rabottini
Gamec – Galleria d’arte moderna e contemporanea
Via San Tomaso, 52 – 24121 Bergamo
Orario: da martedì a domenica ore 10-19; giovedì ore 10-22
Ingresso: intero € 4; ridotto € 2,50
Catalogo Electa
Info: tel. +39 035399528; fax +39 035236962; info@gamec.it; www.gamec.it
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