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30
aprile 2008
fino al 16.V.2008 Maria Mulas Trento, Studio d’Arte Raffaelli
trento bolzano
La sensibilità dell’obiettivo fotografico ritrae luoghi e persone, trascendendo l’apparenza. Così le immagini esposte mostrano la capacità della fotografia di rappresentare rapporti intimi e profondi. Tra forme, colori e storie...
Descrivendo in un’intervista le sensazioni provate durante un viaggio attraverso il Trentino, Maria Mulas (Milano, 1956) racconta: “La mia origine stava in quei luoghi, mi sentivo felice, pervasa da una calma infinita”. La fotografa è infatti di origine trentina da parte di madre e la sua mostra rientra nel ciclo espositivo “Sentieri Trentini”, che annualmente porta lo Studio Raffaelli a invitare un artista locale o nazionale per raccontare la Regione attraverso i propri mezzi artistici.
Nella prima parte della mostra, Mulas cattura ambienti, paesaggi e scorci cogliendone l’aspetto più intimo, distaccandosi in questo modo dalle rappresentazioni abituali e dall’approccio della fotografia documentaria. Al Castello del Buonconsiglio immortala gli affreschi cinquecenteschi di Romanino, che la affascinano non soltanto per la qualità artistica intrinseca ma per l’effetto che la luce tagliente crea, penetrando dalle vetrate. L’obiettivo si sofferma su alcuni particolari degli affreschi senza rivelarne l’interezza e creando in questo modo quadri autonomi. In particolare, Mulas utilizza la famosa figura femminile affrescata dal pittore del Cinquecento, compenetrandola con la fotografia dal titolo Il trionfo della natura, creando così un’immagine nuova, un Affresco.
Maria Mulas si fa rapire allo stesso modo dai giochi di rifrazioni visitando il Mart di Rovereto, che viene immortalato attraverso il riflesso che la copertura in acciaio e vetro crea sulla superficie dell’acqua nella fontana al centro della piazza. Si ha così uno spostamento del punto di vista in virtù dell’empatia di Mulas con il territorio.
Una vicinanza tra la fotografa e i suoi soggetti si nota invece nei ritratti. Le fotografie di artisti e collezionisti scattate tra gli anni ‘70 e ‘90 non sono mera documentazione: le espressioni e gli sguardi che i protagonisti rivolgono all’obiettivo rivelano rapporti di amicizia e complicità. Tra i protagonisti della scena internazionale dell’arte ci sono Henry Moore, Andy Warhol, Joseph Beuys, Fausto Melotti, Bruce Nauman, Keith Haring, che guardano attraverso la lente della macchina fotografica rivelandosi nella propria intimità. Al contrario, nelle fotografie scattate durante l’inaugurazione della mostra di Donald Baechler i personaggi sembrano colti alla sprovvista, messi in posa in maniera frettolosa e incerta.
Tutte le fotografie sono infine raccolte a comporre un’immagine unica, che crea “l’effetto di un racconto”, come la fotografa stessa dichiara. Del resto, l’idea di racconto personale è resa affettuosamente dalla foto d’epoca della sua famiglia con la madre e i fratelli Ugo, Giovanna e Luciana. Esposta per ricordare le sue origini trentine.
Nella prima parte della mostra, Mulas cattura ambienti, paesaggi e scorci cogliendone l’aspetto più intimo, distaccandosi in questo modo dalle rappresentazioni abituali e dall’approccio della fotografia documentaria. Al Castello del Buonconsiglio immortala gli affreschi cinquecenteschi di Romanino, che la affascinano non soltanto per la qualità artistica intrinseca ma per l’effetto che la luce tagliente crea, penetrando dalle vetrate. L’obiettivo si sofferma su alcuni particolari degli affreschi senza rivelarne l’interezza e creando in questo modo quadri autonomi. In particolare, Mulas utilizza la famosa figura femminile affrescata dal pittore del Cinquecento, compenetrandola con la fotografia dal titolo Il trionfo della natura, creando così un’immagine nuova, un Affresco.
Maria Mulas si fa rapire allo stesso modo dai giochi di rifrazioni visitando il Mart di Rovereto, che viene immortalato attraverso il riflesso che la copertura in acciaio e vetro crea sulla superficie dell’acqua nella fontana al centro della piazza. Si ha così uno spostamento del punto di vista in virtù dell’empatia di Mulas con il territorio.
Una vicinanza tra la fotografa e i suoi soggetti si nota invece nei ritratti. Le fotografie di artisti e collezionisti scattate tra gli anni ‘70 e ‘90 non sono mera documentazione: le espressioni e gli sguardi che i protagonisti rivolgono all’obiettivo rivelano rapporti di amicizia e complicità. Tra i protagonisti della scena internazionale dell’arte ci sono Henry Moore, Andy Warhol, Joseph Beuys, Fausto Melotti, Bruce Nauman, Keith Haring, che guardano attraverso la lente della macchina fotografica rivelandosi nella propria intimità. Al contrario, nelle fotografie scattate durante l’inaugurazione della mostra di Donald Baechler i personaggi sembrano colti alla sprovvista, messi in posa in maniera frettolosa e incerta.
Tutte le fotografie sono infine raccolte a comporre un’immagine unica, che crea “l’effetto di un racconto”, come la fotografa stessa dichiara. Del resto, l’idea di racconto personale è resa affettuosamente dalla foto d’epoca della sua famiglia con la madre e i fratelli Ugo, Giovanna e Luciana. Esposta per ricordare le sue origini trentine.
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Studio d’Arte Raffaelli – Palazzo Wolkenstein
Via Marchetti, 17 (centro storico) – 38100 Trento
Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30 e 17-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0461982595; fax +39 0461237790; studioraffaelli@tin.it; www.studioraffaelli.com
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