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Negli ambienti a sua disposizione interviene realizzando “una personale nozione di paesaggio come luogo dell’incontro tra l’ambiente naturale e la presenza umana”.
Acqua, fiori, luce sono i tre elementi che si ritrovano in uno ambiente di plastica naturale; spazio fiabesco di sogni infantili dai brillanti colori e dalle morbide forme.
“Attingendo alle sue ricerche sull’arte dei giardini, l’artista si è rifatta all’idea di una natura ordinata secondo una gerarchia capace di offrire una serie di esperienze che mutano al ritmo dei passi di chi attraversa lo spazio definito del giardino – spiega Marcella Beccaria, curatrice della mostra. Secondo questo concetto, che unisce l’occhio che guarda al corpo in movimento, Fernández ha riconfigurato le sale museali pensate per coinvolgere i visitatori in un percorso fisico e mentale”.
Questo è il filo conduttore di tutta la sua produzione, tesa a trasformare lo spazio reale in una dimensione concettuale che stimoli lo spettatore a una completa partecipazione, cosicché egli diventi parte integrante dell’opera, secondo un processo che si rinnova continuamente.
Nata a Miami (Florida) nel 1968, vive e lavora a New York. Ha esposto al Museum of Contemporary Art di Miami, al Deitch Projects a New York – dove è intervenuta sullo spazio della galleria creando una piattaforma rettangolare che evoca una piscina – alla Corcoran Gallery of Art, Washington e alla Masataka Hayakawa Gallery a Tokyo. Nel 1998 ha vinto la prestigiosa residency nell’ambito del programma internazionale Artpace, a San Antonio, Texas; occasione nella quale ha realizzato Borrowed Landscape, installazione che, “combinando suggestioni architettoniche e riferimenti al Minimalismo, invitava a una percezione intima e silenziosa degli ambienti suggeriti”.
Ritmi lenti che si ritrovano anche in questa esposizione, dove i visitatori sono colti da un’immediata sensazione di pace e freschezza che nasce da Waterfall 2000, opera dai toni azzurri e bianchi che racchiude in se tutta l’energia della cascata.
Quello che intriga di queste opere è che i materiali usati – plexiglas, alluminio e plastica – scompaiono in un illusione ottica e sensoriale che lascia vivere solo l’ambiente ed i fenomeni naturali ai quali tutta l’esposizione si riferisce. Ne è un esempio 3:37 pm, 2001, evocatrice d’un arcobaleno, legato a un preciso istante temporale. Cubi di plexiglas di puro colore formano un’onda armonica che si coniuga perfettamente a quella d’acqua.
Uno spazio più raccolto e meditativo caratterizza il secondo ambiente. Alle pareti due elementi scultorei, di verde e di giallo – Wisteria, 2000-1 – ispirate al glicine in fiore, fanno da cornice ad uno stagno – Pond, 2001.
In moto ondulatorio delle installazioni e la luce che attraversa i cubi trasparenti dello stagno “accolgono le nostre memorie anche senza riflettere la nostra immagine”.
Proiezione di uno spazio mentale, il giardino di Teresita, ricco di riferimenti poetici, è il luogo ideale per un viaggio interiore, una pausa meditativa.
Federica De Maria
vista il 9 giugno 2001
Teresita Fernàndez, Rivoli (Torino), Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea, Piazza Mafalda di Savoia, tel. 011 956 52 80; website: www.castellodirivoli.torino.it
e-mail: info@castellodirivoli.torino.it
Fino al 26.VIII.2001.
Orario di visita della mostra: da martedì a venerdì dalle ore 10 alle ore 17, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 19, il primo e il terzo sabato del mese dalle ore 10 alle ore 22, lunedì chiuso.
Ingresso: Lire 12.000 intero, Lire 8.000 ridotto.
Accesso ai disabili
Visite guidate: gratuite: sabato ore 15,30, domenica e giorni festivi ore 11,00- 15,30-17,00
Navette da Torino, piazza Castello e Porta Nuova: sabato ore 14, 15- 16,00; primo e terzo sabato del mese anche ore 18,15, domenica e festivi ore 9,15- 10,45- 14,40- 16,15
[exibart]