21 maggio 2008

La Yalta dell’arte italiana. In una foto di una serata romana…

 

di

59893
O anche il compromesso storico, fate voi. Fatto sta che racchiusi in questo scatto ci sono almeno un paio di decenni di storia dell’arte contemporanea italiana, quantomeno tutto quello che sul finire degli anni sessanta ha significato l’Arte Povera lanciata da Germano Celant (a sinistra, nella foto di Flavio Costa), prima che le luci della ribalta le fossero contese, negli anni Settanta, dalla Transavanguardia, promossa da Achille Bonito Oliva (a destra). Lo storico “vertice” si è tenuto a Roma, al Wine Bar Camponeschi, a margine della cena in onore di Gianni Piacentino, le cui mostre inauguravano nelle gallerie Miscetti e Ponte…

[exibart]

5 Commenti

  1. very cool, number one! mi chiedo però come mai le luci della ribalta siano ancora puntate sulla “casa del sorriso”, che i due hanno circa settant’anni a testa. dove sono le generezioni di critici un po’ più “giovani” mentre la “casta” dei vecchi continua a gestire il potere dell’arte, al bar dello sport? questo è proprio un paese per vecchi!

  2. E’ molto riduttivo e anche aculturale oltre che semplicistico soffermarsi a far la punta sulle età di chi ha scritto le pagine più alte dell’arte italiana .
    Si potrebbe dire invece che oggi non è più nella veste del critico il compito di generare ismi e tendenze, ma nell’ascolto di quel movimento del costume che viene pervaso dallo scrittore , dal sociologo, dall’economista anche.

  3. L’opera d’arte attuale è incalcolabile sia per quanto riguarda la sua posizione nel sistema sia per quanto riguarda la sua funzione logica del senso, nell’estetica quantistica dell’arte attuale l’opera d’arte perde la sua funzione di significato e svolge la sola funzione d’onda, nella sua stessa indistinzione, la cui indifferenza è il suo stesso aspetto. L’arte e la scienza attuali si assomigliano, credono e non ci credono alle loro stesse esperienze ma le fanno. A un certo punto, fuori dai ‘qualia’, una volta che si ritorna ai ‘quanta’, non si può più chiudere la porta al principio d’interferenza e di indeterminazione – alla loro rendita di posizione – alla funzione d’onds: allora tutto è possibile, e il possibile è ciò che ancora non era mai stato.

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