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Marco Gastini
Concordato da tempo con l’artista, il progetto espositivo ripercorre la sua storia dagli anni ’70 ad oggi, proponendo una selezione di opere inedite di grandi dimensioni e un’ampia raccolta di maquettes
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 22 febbraio 2019 la Galleria Persano inaugura un’importante mostra di Marco Gastini, recentemente scomparso.
Concordato da tempo con l’artista, il progetto espositivo ripercorre la sua storia dagli anni ’70 ad oggi, proponendo una selezione di opere inedite di grandi dimensioni e un’ampia raccolta di maquettes.
Apre la mostra il monumentale “Il sogno respira nell’aìre” (1988), per la prima volta esposto in una galleria, una composizione carica di impasti cromatici, che se da una parte pare accuratamente orchestrata nello spazio, dall’altra sembra pronta ad invaderlo. I cerchi possono diventare ruote, il dipinto farsi scultura, e l’aìre finisce con l’incarnare l’idea di pittura, che vive di movimento, di precarietà. “Sono sempre stato attratto dalle cose in bilico, siano questi pensieri, azioni, materiali, segni che stanno per muoversi nella loro tensione, cose mai ferme, attrazioni e repulsioni, come in sospensione, in attesa.”
Si prosegue con “Mentre ancora la polvere muove” (1987), composto da quattro lamiere di rame, dove il nerofumo, che pare essersi appena posato opaco sulla superficie luminosa del metallo, viene graffiato. L’opera, di grande impatto e intensità, rimanda al gesto magico ed arcaico della pittura rupestre.
Si distingue da questi lavori più materici, una serie di importanti tele bianche o madreperlacee, attraversate ora da lievi tratti a carboncino, ora da tocchi vigorosi, o solcate da ardesie che tagliano i piani, feriscono e accrescono la materia. Qui l’azione pittorica prende il sopravvento, la tela si scuote in movimenti, per poi ritornare impalpabile e carica di lirismo. Pur muovendosi su polarità diverse, tutti i lavori sono attraversati da una comune tensione energetica, un inaspettato senso di lievitazione capace di trascendere la materia stessa.
A far da controcampo, alcune maquettes che l’artista abitualmente realizzava come progetti o in forma autonoma, selezionate per aiutarci a seguire lo sviluppo del suo lavoro negli anni. Un percorso che ci conduce in un viaggio nel tempo e che intende trasmettere, dell’artista e amico, un ricordo vivo e aperto al futuro.
Concordato da tempo con l’artista, il progetto espositivo ripercorre la sua storia dagli anni ’70 ad oggi, proponendo una selezione di opere inedite di grandi dimensioni e un’ampia raccolta di maquettes.
Apre la mostra il monumentale “Il sogno respira nell’aìre” (1988), per la prima volta esposto in una galleria, una composizione carica di impasti cromatici, che se da una parte pare accuratamente orchestrata nello spazio, dall’altra sembra pronta ad invaderlo. I cerchi possono diventare ruote, il dipinto farsi scultura, e l’aìre finisce con l’incarnare l’idea di pittura, che vive di movimento, di precarietà. “Sono sempre stato attratto dalle cose in bilico, siano questi pensieri, azioni, materiali, segni che stanno per muoversi nella loro tensione, cose mai ferme, attrazioni e repulsioni, come in sospensione, in attesa.”
Si prosegue con “Mentre ancora la polvere muove” (1987), composto da quattro lamiere di rame, dove il nerofumo, che pare essersi appena posato opaco sulla superficie luminosa del metallo, viene graffiato. L’opera, di grande impatto e intensità, rimanda al gesto magico ed arcaico della pittura rupestre.
Si distingue da questi lavori più materici, una serie di importanti tele bianche o madreperlacee, attraversate ora da lievi tratti a carboncino, ora da tocchi vigorosi, o solcate da ardesie che tagliano i piani, feriscono e accrescono la materia. Qui l’azione pittorica prende il sopravvento, la tela si scuote in movimenti, per poi ritornare impalpabile e carica di lirismo. Pur muovendosi su polarità diverse, tutti i lavori sono attraversati da una comune tensione energetica, un inaspettato senso di lievitazione capace di trascendere la materia stessa.
A far da controcampo, alcune maquettes che l’artista abitualmente realizzava come progetti o in forma autonoma, selezionate per aiutarci a seguire lo sviluppo del suo lavoro negli anni. Un percorso che ci conduce in un viaggio nel tempo e che intende trasmettere, dell’artista e amico, un ricordo vivo e aperto al futuro.
22
febbraio 2019
Marco Gastini
Dal 22 febbraio al 14 maggio 2019
arte contemporanea
Location
GIORGIO PERSANO PRINCIPESSA CLOTILDE 45
Torino, Via Principessa Clotilde, 45, (Torino)
Torino, Via Principessa Clotilde, 45, (Torino)
Orario di apertura
martedì – sabato: 10 – 13 | 15.30 – 19
Vernissage
22 Febbraio 2019, h 18
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