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Jean-Pierre Laffont – Turbulent America
La retrospettiva allestita nelle sale del terzo piano al Centro Culturale Candiani comprende il lavoro di Jean-Pierre Laffont dal suo arrivo nella Grande Mela fino alla fine degli anni ’80, un lungo periodo in cui ha documentato gli aspetti sociali, politici e culturali degli Stati Uniti
Comunicato stampa
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Turbulent America è un ampio ritratto degli Stati Uniti visti dagli occhi di un fotografo francese.
Jean-Piere Laffont è arrivato a New York nel 1965 e, per più di tre decenni, ha viaggiato
attraverso il Paese, cercando di immortalarne lo spirito.
La retrospettiva allestita nelle sale del terzo piano al Centro Culturale Candiani comprende il
lavoro di Jean-Pierre Laffont dal suo arrivo nella Grande Mela fino alla fine degli anni '80, un
lungo periodo in cui ha documentato gli aspetti sociali, politici e culturali degli Stati Uniti.
Jean-Pierre Laffont era in prima fila in alcuni dei momenti decisivi della storia Americana: le sue
immagini sono la prova di ciò che può accadere quando si abbatte un muro e si inizia a
guardare veramente.
Ha puntato l’obiettivo su disadattati, indigenti, ribelli. Ha focalizzato l’attenzione sull’esplosione
della rivoluzione sessuale, sul movimento dei diritti civili e le conseguenze delle restrizioni alla
libertà di parola.
Nella prefazione del libro, Photographer's Paradise. Turbulent America 1960 – 1990, Harold
Evans scrive che Jean-Pierre Laffont presenta un’analisi multiforme di ciò che vide accadere in
America tra gli anni '60 e gli '80. Il suo occhio instancabile, non è tanto attratto dai balletti della
politica di Washington, quanto dal significato sociale delle proteste nelle grandi città e dello
stoicismo nelle zone rurali.
Secondo Harold Evans, Turbulent America è il ritratto sorprendente della velocità plateale della
vita americana, delle sue divisioni traumatiche, delle sue ambizioni inebrianti, dei suoi eroi e le
sue eroine e della parata senza fine di personaggi falliti e strambi. L’obiettivo di Laffont, offre un
assaggio delle principali questioni politiche nel momento stesso in cui sono emerse, sfumate o
degenerate.
Immerso nel suo archivio per dare vita a Turbulent America, Jean-Pierre Laffont ha notato che,
a un primo sguardo, le singole fotografie scattate durante quel quarto di secolo sembrano
ritrarre solo una gran confusione.... rivolte, manifestazioni, disgregazione, crolli e conflitti. Ma,
prese nel loro insieme mostrano la nascita caotica e, a tratti, dolorosa dell'America del
ventunesimo secolo: fanno ciò che le fotografie sanno fare al meglio: congelano nel tempo
momenti decisivi per un’analisi futura. Queste immagini costituiscono un ritratto personale e
storico di un paese che ho sempre osservato in modo critico, ma con profondo affetto e per il
quale provo un’immensa gratitudine.
Jean-Pierre Laffont è nato in Algeria, è cresciuto in Marocco e ha studiato fotografia in Svizzera,
prima di iniziare a lavorare come ritrattista di star del cinema a Parigi. Ma voleva diventare foto-
reporter e gli Stati Uniti lo affascinavano da sempre.
Quando giunse a New York la città era sporca e pericolosa, il paese stava attraversando
cambiamenti profondi e sembrava che tutti scendessero in piazza a manifestare.
Percorse gli Stati Uniti in lungo e in largo, da Manhattan agli Stati centrali, raccontando i
cambiamenti radicali che investirono la realtà americana, coprendo l'intera gamma dello spettro
sociale dai nullatenenti alla cerchia presidenziale.
Jean-Piere Laffont è arrivato a New York nel 1965 e, per più di tre decenni, ha viaggiato
attraverso il Paese, cercando di immortalarne lo spirito.
La retrospettiva allestita nelle sale del terzo piano al Centro Culturale Candiani comprende il
lavoro di Jean-Pierre Laffont dal suo arrivo nella Grande Mela fino alla fine degli anni '80, un
lungo periodo in cui ha documentato gli aspetti sociali, politici e culturali degli Stati Uniti.
Jean-Pierre Laffont era in prima fila in alcuni dei momenti decisivi della storia Americana: le sue
immagini sono la prova di ciò che può accadere quando si abbatte un muro e si inizia a
guardare veramente.
Ha puntato l’obiettivo su disadattati, indigenti, ribelli. Ha focalizzato l’attenzione sull’esplosione
della rivoluzione sessuale, sul movimento dei diritti civili e le conseguenze delle restrizioni alla
libertà di parola.
Nella prefazione del libro, Photographer's Paradise. Turbulent America 1960 – 1990, Harold
Evans scrive che Jean-Pierre Laffont presenta un’analisi multiforme di ciò che vide accadere in
America tra gli anni '60 e gli '80. Il suo occhio instancabile, non è tanto attratto dai balletti della
politica di Washington, quanto dal significato sociale delle proteste nelle grandi città e dello
stoicismo nelle zone rurali.
Secondo Harold Evans, Turbulent America è il ritratto sorprendente della velocità plateale della
vita americana, delle sue divisioni traumatiche, delle sue ambizioni inebrianti, dei suoi eroi e le
sue eroine e della parata senza fine di personaggi falliti e strambi. L’obiettivo di Laffont, offre un
assaggio delle principali questioni politiche nel momento stesso in cui sono emerse, sfumate o
degenerate.
Immerso nel suo archivio per dare vita a Turbulent America, Jean-Pierre Laffont ha notato che,
a un primo sguardo, le singole fotografie scattate durante quel quarto di secolo sembrano
ritrarre solo una gran confusione.... rivolte, manifestazioni, disgregazione, crolli e conflitti. Ma,
prese nel loro insieme mostrano la nascita caotica e, a tratti, dolorosa dell'America del
ventunesimo secolo: fanno ciò che le fotografie sanno fare al meglio: congelano nel tempo
momenti decisivi per un’analisi futura. Queste immagini costituiscono un ritratto personale e
storico di un paese che ho sempre osservato in modo critico, ma con profondo affetto e per il
quale provo un’immensa gratitudine.
Jean-Pierre Laffont è nato in Algeria, è cresciuto in Marocco e ha studiato fotografia in Svizzera,
prima di iniziare a lavorare come ritrattista di star del cinema a Parigi. Ma voleva diventare foto-
reporter e gli Stati Uniti lo affascinavano da sempre.
Quando giunse a New York la città era sporca e pericolosa, il paese stava attraversando
cambiamenti profondi e sembrava che tutti scendessero in piazza a manifestare.
Percorse gli Stati Uniti in lungo e in largo, da Manhattan agli Stati centrali, raccontando i
cambiamenti radicali che investirono la realtà americana, coprendo l'intera gamma dello spettro
sociale dai nullatenenti alla cerchia presidenziale.
16
febbraio 2019
Jean-Pierre Laffont – Turbulent America
Dal 16 febbraio al 30 maggio 2019
fotografia
Location
CENTRO CULTURALE CANDIANI
Venezia, Piazzale Luigi Candiani, 7, (Venezia)
Venezia, Piazzale Luigi Candiani, 7, (Venezia)
Orario di apertura
dal mercoledì alla domenica dalle 16.00 alle 20.00
Vernissage
16 Febbraio 2019, ore 17.30 Jean-Pierre Laffont incontra Lello Piazza e Livia Corbò
Autore
Curatore