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Sandy Skoglund – Visioni Ibride
prima antologica dell’artista statunitense Sandy Skoglund (1946), curata da Germano Celant.
La mostra riunisce lavori che vanno dagli esordi nei primi anni Settanta all’ancora inedita opera “Winter”, alla quale l’artista ha lavorato per oltre dieci anni.
Comunicato stampa
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Apre al pubblico il 24 gennaio 2019 negli spazi di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, a Torino, limportante mostra Sandy Skoglund. Visioni Ibride, prima antologica dellartista statunitense Sandy Skoglund (1946), curata da Germano Celant.
La mostra riunisce lavori che vanno dagli esordi nei primi anni Settanta allancora inedita opera Winter, alla quale lartista ha lavorato per oltre dieci anni. Sarà proprio questa immagine - accompagnata da alcune delle sculture create per linstallazione da cui è stata tratta la fotografia - il fulcro dellesposizione: una spettacolare anteprima mondiale che conferma una volta di più lunicità della sua ricerca e del suo linguaggio, formatisi in pieno clima concettuale per evolversi in un immaginario sospeso tra sogno e realtà, di straordinaria potenza evocativa.
La mostra permette dunque di seguire questo percorso attraverso oltre trenta lavori, quasi tutti di grande formato. Si va dalle prime serie fotografiche prodotte a metà anni Settanta, dove già emergono i temi caratteristici dellinterno domestico e della sua trasformazione in luogo di apparizioni tra comico e inquietante, fino alle grandi composizioni dei primi anni Ottanta, che hanno dato allartista fama internazionale. In particolare, si ricordano le visionarie Radioactive cats del 1980 e Revenge of the goldfish del 1981, autentiche icone del periodo, rivisitazioni surreali e stranianti di ambienti famigliari dai colori improbabili, invasi da gatti verdi e pesci volanti. Come ha dichiarato lartista, credo che esista un contrasto tra laspetto della fantasia - gli animali sono come cartoon o fantasie - e la realtà. Poiché noi, in quanto esseri umani, ci consideriamo la principale forma di coscienza esistente in natura, ho scelto di popolare le mie immagini con animali per introdurre nella nostra esperienza questa coscienza alternativa.
Le immagini di Skoglund nascono - sempre - dalla costruzione di un set, estremamente complesso, che lartista poi fotografa: un procedimento che ben spiega la rarefatta produzione dellartista e la peculiarità della suo percorso visuale, che è al tempo stesso installativo, scultoreo e fotografico. Elementi, tutti, che si ritrovano nella mostra torinese, dove alcune sculture rimandano alle fotografie e viceversa.
Tra le tante opere storiche che compongono questesposizione, si ricordano i venti scatti della serie True Fiction Two, realizzata tra 1986 e 2005, che è una lisergica interpretazione dellAmerican Way of Life, le spettacolari composizioni di Fox Games 1989 e The Green House 1990, con i loro ormai iconici animali, volpi rosse e cani viola. Seguono il balletto di Shimmering Madness 1998, dove le statue e le figure umane condividono lo stesso spazio in una folle coreografia e il visionario pic nic di Raining Popcorn 2001. Si giunge così alle due opere più recenti, Fresh Hybrid 2008 e linedito Winter 2018. Sono i primi due capitoli di una serie dedicata alle quattro stagioni, tra le opere più ambiziose e impegnative dellartista: riflessioni non solo sullarte, ma sulla vita, nel sempre più complesso rapporto tra essere umano e natura, tra realtà e artificio. Come ha scritto Sandy Skoglund, per resistere allistantanea, questa fotografia si muove alla velocità di un ghiacciaio. Il tempo resta immobile per un momento, ma solo dopo un lungo periodo di accumulazione e fatica. Ogni frammento di Winter è stato scelto per esprimere la paura primaria della dipendenza umana dalla natura e dagli altri. Noi non siamo soli, e la nostra situazione è invariabilmente precaria.
La mostra - che durerà sino al 23 marzo 2019 ed è realizzata con la collaborazione della Galleria Paci contemporary di Brescia - è accompagnata da un volume monografico edito da Silvana Editoriale, anche in questo caso il primo in assoluto, curato da Germano Celant, in cui si ricostruisce lintero percorso dellartista attraverso lintreccio della sua biografia con il suo procedere professionale, documentato dalla riproduzione di tutte le sue opere, accompagnate da note critiche e da unampia bibliografia.
La mostra riunisce lavori che vanno dagli esordi nei primi anni Settanta allancora inedita opera Winter, alla quale lartista ha lavorato per oltre dieci anni. Sarà proprio questa immagine - accompagnata da alcune delle sculture create per linstallazione da cui è stata tratta la fotografia - il fulcro dellesposizione: una spettacolare anteprima mondiale che conferma una volta di più lunicità della sua ricerca e del suo linguaggio, formatisi in pieno clima concettuale per evolversi in un immaginario sospeso tra sogno e realtà, di straordinaria potenza evocativa.
La mostra permette dunque di seguire questo percorso attraverso oltre trenta lavori, quasi tutti di grande formato. Si va dalle prime serie fotografiche prodotte a metà anni Settanta, dove già emergono i temi caratteristici dellinterno domestico e della sua trasformazione in luogo di apparizioni tra comico e inquietante, fino alle grandi composizioni dei primi anni Ottanta, che hanno dato allartista fama internazionale. In particolare, si ricordano le visionarie Radioactive cats del 1980 e Revenge of the goldfish del 1981, autentiche icone del periodo, rivisitazioni surreali e stranianti di ambienti famigliari dai colori improbabili, invasi da gatti verdi e pesci volanti. Come ha dichiarato lartista, credo che esista un contrasto tra laspetto della fantasia - gli animali sono come cartoon o fantasie - e la realtà. Poiché noi, in quanto esseri umani, ci consideriamo la principale forma di coscienza esistente in natura, ho scelto di popolare le mie immagini con animali per introdurre nella nostra esperienza questa coscienza alternativa.
Le immagini di Skoglund nascono - sempre - dalla costruzione di un set, estremamente complesso, che lartista poi fotografa: un procedimento che ben spiega la rarefatta produzione dellartista e la peculiarità della suo percorso visuale, che è al tempo stesso installativo, scultoreo e fotografico. Elementi, tutti, che si ritrovano nella mostra torinese, dove alcune sculture rimandano alle fotografie e viceversa.
Tra le tante opere storiche che compongono questesposizione, si ricordano i venti scatti della serie True Fiction Two, realizzata tra 1986 e 2005, che è una lisergica interpretazione dellAmerican Way of Life, le spettacolari composizioni di Fox Games 1989 e The Green House 1990, con i loro ormai iconici animali, volpi rosse e cani viola. Seguono il balletto di Shimmering Madness 1998, dove le statue e le figure umane condividono lo stesso spazio in una folle coreografia e il visionario pic nic di Raining Popcorn 2001. Si giunge così alle due opere più recenti, Fresh Hybrid 2008 e linedito Winter 2018. Sono i primi due capitoli di una serie dedicata alle quattro stagioni, tra le opere più ambiziose e impegnative dellartista: riflessioni non solo sullarte, ma sulla vita, nel sempre più complesso rapporto tra essere umano e natura, tra realtà e artificio. Come ha scritto Sandy Skoglund, per resistere allistantanea, questa fotografia si muove alla velocità di un ghiacciaio. Il tempo resta immobile per un momento, ma solo dopo un lungo periodo di accumulazione e fatica. Ogni frammento di Winter è stato scelto per esprimere la paura primaria della dipendenza umana dalla natura e dagli altri. Noi non siamo soli, e la nostra situazione è invariabilmente precaria.
La mostra - che durerà sino al 23 marzo 2019 ed è realizzata con la collaborazione della Galleria Paci contemporary di Brescia - è accompagnata da un volume monografico edito da Silvana Editoriale, anche in questo caso il primo in assoluto, curato da Germano Celant, in cui si ricostruisce lintero percorso dellartista attraverso lintreccio della sua biografia con il suo procedere professionale, documentato dalla riproduzione di tutte le sue opere, accompagnate da note critiche e da unampia bibliografia.
23
gennaio 2019
Sandy Skoglund – Visioni Ibride
Dal 23 gennaio al 23 marzo 2019
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CAMERA – CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA
Torino, Via Delle Rosine, 18, (Torino)
Torino, Via Delle Rosine, 18, (Torino)
Biglietti
Ingresso Intero 10
Ingresso Ridotto € 6, fino a 26 anni, oltre 70 anni
Soci Touring Club Italiano, Amici della Fondazione per lArchitettura, iscritti allOrdine degli Architetti, iscritti AIACE, iscritti Enjoy, soci Slow Food, soci Centro Congressi Unione Industriale Torino, possessori Card MenoUnoPiuSei.
Possessori del biglietto di ingresso di: Gallerie dItalia (Milano, Napoli, Vicenza), Museo Nazionale del Cinema, MAO, Palazzo Madama, Borgo Medievale, GAM - Galleria Civica
Orario di apertura
Lunedì 11.00 - 19.00
Martedì Chiuso
Mercoledì 11.00 - 19.00
Giovedì 11.00 - 21.00
Venerdì 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Domenica 11.00 - 19.00
Vernissage
23 Gennaio 2019, su invito
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore