15 giugno 2008

LA FONDAZIONE È MOBILE

 
Dopo dieci anni, l’impegno nell’arte di Ermanno Casoli si evolve. Con lo scopo di sostenere figure emergenti, ma anche di sensibilizzare il territorio al contemporaneo. Con una formula inedita, a partire dai dipendenti che lavorano nell’azienda...

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È il 1970 quando, a Fabriano, Ermanno Casoli fonda Elica, azienda che si occupa -a livelli di eccellenza- di cappe aspiranti per le cucine. Alla sua prematura scomparsa, avvenuta otto anni dopo, la moglie e il figlio raccolgono l’attività dell’impresa che, pian piano, diventa uno dei leader mondiali del settore. Nel 1998 Elica decide di istituire un premio dedicato all’arte contemporanea e di intitolarlo alla memoria del fondatore, ma negli anni successivi matura l’idea di un impegno più continuativo, che sfocia recentemente nella costituzione di una fondazione.
Prende così forma il progetto che affianca al premio, finalizzato a sostenere giovani artisti, un’attenta opera d’informazione rivolta in primis ai dipendenti dell’azienda (come l’iniziativa Estraordinario. Project-Object, che si svolgerà all’interno dell’orario di lavoro), cui seguono le iniziative di Arteterritorio (con cui verranno sostenuti studenti delle accademie e delle facoltà di design industriale) e quelle del Laboratorio di progettazione permanente, dedicato a chi ha nuove idee per promuovere scenari contemporanei nelle Marche.
Le linee guida delle attività si caratterizzano per uno spiccato interesse per artisti che “si avvicinano maggiormente, anche se in maniera utopica, alle discipline dell’urbanistica, dell’architettura e del design”. La Fondazione non sarà dotata di una sede ma disporrà di un padiglione mobile -la cui progettazione verrà affidata ogni anno a un differente artista- che permetterà un approccio al territorio itinerante, nomade.
Il progetto di Enzo Cucchi
Quest’anno il compito è stato assegnato a Enzo Cucchi, facente parte del comitato della Fondazione, il quale ha pensato una carrozza-museo con un paesaggio ideale dal sapore vagamente romantico. Gli altri membri provengono sia dall’azienda che dall’Università (come il rettore dell’Università delle Marche), che dal settore creativo, mentre la direzione artistica è stata affidata a Marcello Smarrelli. Abbiamo scambiato delle impressioni con Francesco Casoli, figlio di Ermanno e vicepresidente.

Ci racconti da cosa è nata la volontà di costituire una fondazione che tratta di arte contemporanea.
La Fondazione Casoli è la naturale evoluzione di un impegno che dura da una decina d’anni. È dal 1998 che organizziamo il premio d’arte contemporanea intitolato alla memoria di mio padre. Un’idea nata per ricordare un uomo che amava l’arte e che dipingeva per esprimere le proprie emozioni, e anche un modo per coinvolgere un territorio che non è mai stato molto stimolato da eventi di questo tipo. È stata una scommessa insomma, volevamo scoprire i talenti nascosti da queste parti. E, come talvolta capita, da un piccolo seme come questo può nascere una bella storia…

Ma lei aveva già trascorsi da collezionista?
Mi sono interessato e amo i post-macchiaioli, e in azienda ci sono molte opere.

Una collezione aziendale?
Più o meno. La sede di Elica è piena di quadri e sculture che sono il risultato di un rapporto ultradecennale con artisti e curatori.

Francesco CasoliIl comitato scientifico della Fondazione è composto da critici dell’arte, ma anche da personalità dell’azienda e dell’università. Da cosa deriva questa trasversalità?
Ho come l’impressione che la trasversalità sia l’unico approccio che permetta di giungere alla qualità finale di un progetto. Noi abbiamo cercato di metterci sempre in discussione e abbiamo chiesto aiuto a molti, in tutte le direzioni.

Ecco quindi il rettore, l’artista, il dirigente, l’architetto…
Il rapporto con i membri del comitato è soprattutto di reciproca stima. Sono tutte persone curiose e capaci che hanno capito quanto valga la pena impegnarsi e dare un po’ di se stessi per un’idea di valore. E il loro impegno impersonale è stato il punto di partenza, cui si sono aggiunte la disponibilità e la voglia di confrontarsi. Tenga conto, per esempio, che discutere con Enzo Cucchi -uomo dal carattere non così malleabile- a proposito del progetto per la sede mobile della Fondazione, che sarà poi anche l’immagine del sito, o sulla scelta dell’artista da coinvolgere, è stata una sfida, e non è stato così facile ed immediato capire le sue idee. Ma le assicuro che averlo tra noi, per usare il gergo aziendale, ci dà un grande vantaggio competitivo. E così è per tutte le altre persone.

Quali sono le principali attività che sostenete?
Il premio intitolato a mio padre, che nei primi anni era sostenuto da Elica e ora invece è espressione della Fondazione, è chiaramente la spina dorsale, ma cerchiamo di lavorare anche in altri ambiti, ad esempio il teatro. Stiamo infatti aiutando una giovane compagnia, Baku, a produrre un interessante spettacolo e il Museo Omero di Ancona, che ha la particolarità di essere un museo tattile, unica realtà nel nostro Paese dedicata ai non vedenti. Poi ci sono i dibattiti pubblici, che ci hanno permesso di portare gli artisti in mezzo alla gente, e i corsi di formazione aziendale tenuti sempre dagli artisti. Cerchiamo insomma di coinvolgere il territorio.

A proposito di territorio: la Fondazione Casoli non ha una vera e propria sede…
Pensiamo che avere una sede fissa sia una soluzione per farti guardare dentro, e noi invece dobbiamo e vogliamo guardare fuori. Il talento, la scintilla possono manifestarsi ovunque. Noi vogliamo essere in quei posti dove accade!

Quali ricadute ha constatato nel proporre l’arte contemporanea in azienda? Non è un po’ troppo di moda?

Abbiamo cominciato nel 1998, quando non era poi così di moda e solo in pochi ritenevano interessanti le compenetrazioni tra arte e impresa. Qualcuno ha apprezzato, per altri è stato indifferente. Ma l’obiettivo fondamentale era quello di dare una possibilità in più per pensare, non certo piacere a tutti i costi.
La sede di Elica
Siete stati premiati dal “Sole 24 ore” come una delle aziende italiane con un più buon clima interno, piazzati dopo grandi multinazionali come Google o Microsoft. Dopo una decina d’anni che contributo pensa l’arte abbia dato alla sua azienda?

Penso grande. L’arte è l’espressione del sentimento unito al lavoro fisico. Noi cerchiamo di mettere passione in tutto quello che facciamo e abbiamo visto come le due cose si sposano molto bene. La ricerca del bello è per noi fondamentale, è uno stimolo a fare di più.

Quali sono i progetti futuri?
Consolidare e dare continuità a questo progetto. Sembra banale ma le assicuro che i fuochi di paglia sono facili da organizzare. Mentre fare qualcosa che lascia il segno è molto, molto complicato.

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Premio Casoli 2007

a cura di daniele capra

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 49. Te l’eri perso? Abbonati!


Fondazione Ermanno Casoli
Via Dante, 288 – 60044 Fabriano (AN)
Info: tel. +39 0732610315; segreteria@fondazionecasoli.org; www.fondazionecasoli.org

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