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Rewind
La galleria presenta Rewind, mostra collettiva che raccoglie i lavori di nove artisti italiani ed internazionali nati tra il 1961 e il 1991.
Comunicato stampa
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La galleria C+N Canepaneri è lieta di presentare Rewind, mostra collettiva che raccoglie i lavori di nove artisti italiani ed internazionali. L'esposizione getta uno sguardo retrospettivo sull'attività recente della galleria, il cui programma contempla diversi filoni paralleli: da autori storici dagli anni Sessanta in poi a grandi nomi del contemporaneo, fino ad artisti di nuova generazione consolidati o emergenti. Proprio il filone più contemporaneo e di ricerca è protagonista di Rewind, con autori nati tra il 1961 e il 1991.
Pur nella diversità delle poetiche e senza la sovrapposizione di un filo conduttore tra le opere, gli autori riuniti in mostra condividono una spiccata capacità di analisi del presente, con piglio più o meno diretto e radicale.
Le immagini rielaborate pittoricamente da Andrea Salvino sono frammenti di realtà contemporanea, punti di incontro tra cronaca e storia. Lo stile straniante con cui vengono rese non ammorbidisce la lettura di contraddizioni e conflitti dell'epoca contemporanea, ma al contrario la rende ancor più tagliente. Una mappatura dell'immaginario collettivo odierno emerge dall'opera di Stefano Cagol, con un linguaggio basato sull'idea di simbolo e sulla sintesi formale declinato in videoinstallazioni e public art. Come un nuovo alfabeto contemporaneo, chiave d'accesso per l'interpretazione dello spettatore. Il linguaggio simbolico è presente anche nell'opera di Theo Mercier, ma con un'accezione più legata all'incrocio tra cultura contemporanea e ancestralità. Come totem postmoderni, le sue sculture costringono chi guarda a rielaborare oggetti e segni solo a prima vista immediatamente riconoscibili, in realtà sottilmente alterati e decontestualizzati.
L'intersezione tra tradizione e modernità, il rapporto tra individuo e società, l'analisi critica del presente attraversata da una sottile aria di contestazione dello status quo sono i temi fondamentali di Filip Markiewicz, che utilizza sia disegno che l'installazione immersiva che rende partecipe il pubblico. L'arte di Arseny Zhilyaev riflette invece sul concetto stesso di mostra e museografia, reinterpretando il rapporto tra arte e regime vigente durante l'Unione Sovietica. Gli espressivi dipinti e disegni di Danica Lundy parodizzano i tic della nostra società raffigurando scene di divertimento o godimento venate di inquietudine e malinconia. Il grottesco si associa alla maestria pittorica, lo stile ipercontemporaneo contiene citazioni dall'arte del passato.
La stratificazione della memoria, il rapporto tra l'uomo e il suo contesto, ambientale o sociale, sono gli argomenti esplorati da Elizabeth Aro con lavori fortemente evocativi ma solo apparentemente onirici, in realtà riflessivi e concettuali. E sono presenti in mostra anche due progetti collettivi, a testimonianza delle sempre rinnovate forme che assume la ricerca artistica "impegnata". Traslochi Emotivi è un progetto creato nel 2010 da Giulia Currà, che "cambia ogni volta come un camaleonte e un migrante e indaga i concetti di limbo, soglia e identità multipla", coinvolgendo di volta in volta diversi collaboratori, non per forza artisti. Louise Guerra è invece "un progetto collettivo, una fiction artistica, una ricerca contro l'individualismo e la fede nell'autorialità"
La mostra fornisce così nove chiavi di interpretazione del nostro tempo, nove esempi di come forma e concetto siano sempre più inestricabili nell'eclettica creazione contemporanea.
Pur nella diversità delle poetiche e senza la sovrapposizione di un filo conduttore tra le opere, gli autori riuniti in mostra condividono una spiccata capacità di analisi del presente, con piglio più o meno diretto e radicale.
Le immagini rielaborate pittoricamente da Andrea Salvino sono frammenti di realtà contemporanea, punti di incontro tra cronaca e storia. Lo stile straniante con cui vengono rese non ammorbidisce la lettura di contraddizioni e conflitti dell'epoca contemporanea, ma al contrario la rende ancor più tagliente. Una mappatura dell'immaginario collettivo odierno emerge dall'opera di Stefano Cagol, con un linguaggio basato sull'idea di simbolo e sulla sintesi formale declinato in videoinstallazioni e public art. Come un nuovo alfabeto contemporaneo, chiave d'accesso per l'interpretazione dello spettatore. Il linguaggio simbolico è presente anche nell'opera di Theo Mercier, ma con un'accezione più legata all'incrocio tra cultura contemporanea e ancestralità. Come totem postmoderni, le sue sculture costringono chi guarda a rielaborare oggetti e segni solo a prima vista immediatamente riconoscibili, in realtà sottilmente alterati e decontestualizzati.
L'intersezione tra tradizione e modernità, il rapporto tra individuo e società, l'analisi critica del presente attraversata da una sottile aria di contestazione dello status quo sono i temi fondamentali di Filip Markiewicz, che utilizza sia disegno che l'installazione immersiva che rende partecipe il pubblico. L'arte di Arseny Zhilyaev riflette invece sul concetto stesso di mostra e museografia, reinterpretando il rapporto tra arte e regime vigente durante l'Unione Sovietica. Gli espressivi dipinti e disegni di Danica Lundy parodizzano i tic della nostra società raffigurando scene di divertimento o godimento venate di inquietudine e malinconia. Il grottesco si associa alla maestria pittorica, lo stile ipercontemporaneo contiene citazioni dall'arte del passato.
La stratificazione della memoria, il rapporto tra l'uomo e il suo contesto, ambientale o sociale, sono gli argomenti esplorati da Elizabeth Aro con lavori fortemente evocativi ma solo apparentemente onirici, in realtà riflessivi e concettuali. E sono presenti in mostra anche due progetti collettivi, a testimonianza delle sempre rinnovate forme che assume la ricerca artistica "impegnata". Traslochi Emotivi è un progetto creato nel 2010 da Giulia Currà, che "cambia ogni volta come un camaleonte e un migrante e indaga i concetti di limbo, soglia e identità multipla", coinvolgendo di volta in volta diversi collaboratori, non per forza artisti. Louise Guerra è invece "un progetto collettivo, una fiction artistica, una ricerca contro l'individualismo e la fede nell'autorialità"
La mostra fornisce così nove chiavi di interpretazione del nostro tempo, nove esempi di come forma e concetto siano sempre più inestricabili nell'eclettica creazione contemporanea.
10
gennaio 2019
Rewind
Dal 10 gennaio al 15 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
C+N Gallery CANEPANERI
Milano, Foro Buonaparte, 48, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 48, (Milano)
Orario di apertura
lunedì-venerdì: 10.00 - 13/14.30 - 18.00
sabato su appuntamento
Vernissage
10 Gennaio 2019, h 18
Autore