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Thomas Orthmann – Finestre sull’immaginario
Una retrospettiva di grande pregio dedicata all’immaginario di Thomas Orthmann. Oltre 40 tele di grandi e piccole dimensioni ripercorrono il percorso artistico del visionario artista tedesco che amava definirsi “un piccolo marchigiano”.
Comunicato stampa
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Un viaggio nell’arte: la pittura come viaggio nella pittura. Le opere di Thomas Orthmann sono composizioni pittoriche dalla tecnica impeccabile nelle quali convivono i grandi maestri dell’arte con riferimenti espliciti e citazioni degli artisti che più stimava: dai futuristi Depero e Balla al suprematismo di Malevic, la metafisica di De Chirico, Carrà, Sironi, Morandi, ma anche Picasso e Basquiat. «Spesso scelgo la mia forma tra le figure di altri pittori – spiegava Orthmann – Alcuni passeggiano nella natura, tanti la raffigurano. La mia passeggiata è nella storia dell’arte, nei libri e nelle riviste.»
Thomas Orthmann (1943-2018) nasce a Brema in Germania. Dopo essersi diplomato presso l’Accademia di Berlino ed aver frequentato il “The Slade School of Fine Art University College” a Londra (1967-1968), è stato Professore in importanti Scuole d’Arte di Berlino e nel 1999 vince il prestigioso “Prix international d'art contemporain” di Montecarlo. Negli ultimi 20 anni della sua vita (dal 1996 al 2018) ha scelto di vivere nelle Marche, nel piccolo borgo di San Giorgio di Pesaro. Impossibile elencare tutte mostre a cui ha partecipato in 50 anni di carriera in Germania, in Italia e in altre nazioni: Berlino, Brema, Bradford, Düsseldorf, Londra, Montecarlo, Monaco di Baviera, New York; e ancora Bologna, Gubbio, Spoleto, Macerata, Pesaro e naturalmente Fano.
La critica ha definito Orthmann un “ladro gentiluomo” per i molti “furti” che ha perpetrato nei confronti dei massimi esponenti della cultura figurativa di tutti i tempi. Le citazioni però sono dichiarate e restituite ad un livello superiore per giungere alla creazione di un universo del tutto originale. Le grandi tele di Orthmann incuriosiscono per la ricca simbologia, meravigliano per la fantasia e stupiscono per tecnica. Come “finestre sull’immaginario” le opere di Thomas Orthmann vivono in un’atmosfera sospesa tra sogno e ricordo, tra vissuto ed immaginato. Un percorso inedito ed originale che porta la mente dell’osservatore ad un senso di ritrovamento.
Un importante periodo del percorso artistico di Thomas Orthmann è stato ispirato dall’arte Giapponese, anche in questo caso rielaborata nell’astrazione e nel simbolismo. “Finestre sull’immaginario” dedicherà ampio spazio a questa serie di opere in cui l’improvvisazione giapponese e l’arte europea del movimento si fondono in una forma completamente nuova. Orthmann assume a modello di riferimento i maestri dell’ukiyo-e, e attraverso la sovrapposizione di linee e piani differenti, riesce a ricreare un effetto di sospensione che dona movimento all’immobilità e immutabilità delle xilografie giapponesi.
Qui sta il grande pregio di Thomas Orthmann: la vocazione alla considerazione e allo studio dell’arte, l’instancabile e prepotente vena creativa, la consapevolezza di essere andato oltre i confini del linguaggio codificato per proporre nuovi percorsi all’affascinante linguaggio dell’arte.
Thomas Orthmann (1943-2018) nasce a Brema in Germania. Dopo essersi diplomato presso l’Accademia di Berlino ed aver frequentato il “The Slade School of Fine Art University College” a Londra (1967-1968), è stato Professore in importanti Scuole d’Arte di Berlino e nel 1999 vince il prestigioso “Prix international d'art contemporain” di Montecarlo. Negli ultimi 20 anni della sua vita (dal 1996 al 2018) ha scelto di vivere nelle Marche, nel piccolo borgo di San Giorgio di Pesaro. Impossibile elencare tutte mostre a cui ha partecipato in 50 anni di carriera in Germania, in Italia e in altre nazioni: Berlino, Brema, Bradford, Düsseldorf, Londra, Montecarlo, Monaco di Baviera, New York; e ancora Bologna, Gubbio, Spoleto, Macerata, Pesaro e naturalmente Fano.
La critica ha definito Orthmann un “ladro gentiluomo” per i molti “furti” che ha perpetrato nei confronti dei massimi esponenti della cultura figurativa di tutti i tempi. Le citazioni però sono dichiarate e restituite ad un livello superiore per giungere alla creazione di un universo del tutto originale. Le grandi tele di Orthmann incuriosiscono per la ricca simbologia, meravigliano per la fantasia e stupiscono per tecnica. Come “finestre sull’immaginario” le opere di Thomas Orthmann vivono in un’atmosfera sospesa tra sogno e ricordo, tra vissuto ed immaginato. Un percorso inedito ed originale che porta la mente dell’osservatore ad un senso di ritrovamento.
Un importante periodo del percorso artistico di Thomas Orthmann è stato ispirato dall’arte Giapponese, anche in questo caso rielaborata nell’astrazione e nel simbolismo. “Finestre sull’immaginario” dedicherà ampio spazio a questa serie di opere in cui l’improvvisazione giapponese e l’arte europea del movimento si fondono in una forma completamente nuova. Orthmann assume a modello di riferimento i maestri dell’ukiyo-e, e attraverso la sovrapposizione di linee e piani differenti, riesce a ricreare un effetto di sospensione che dona movimento all’immobilità e immutabilità delle xilografie giapponesi.
Qui sta il grande pregio di Thomas Orthmann: la vocazione alla considerazione e allo studio dell’arte, l’instancabile e prepotente vena creativa, la consapevolezza di essere andato oltre i confini del linguaggio codificato per proporre nuovi percorsi all’affascinante linguaggio dell’arte.
08
dicembre 2018
Thomas Orthmann – Finestre sull’immaginario
Dall'otto dicembre 2018 al 20 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
PALAZZO BACCI PAGANI
Fano, Corso Giacomo Matteotti, 97, (Pesaro E Urbino)
Fano, Corso Giacomo Matteotti, 97, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 17.00 alle 19.30.
Vernissage
8 Dicembre 2018, ore 18.00
Autore
Curatore