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Carlo Dell’Amico – Contemplare
La Fondazione Stelline ospita una monumentale installazione site specific di Carlo Dell’Amico. Una riflessione mistica sul rapporto tra natura/uomo e natura/cosmo nella dimensione alienante dello spazio urbano contemporaneo
Comunicato stampa
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Carlo Dell’Amico alla Fondazione Stelline nella mostra "Contemplare" realizza una monumentale installazione site specific divisa in più parti sui temi della città già affrontati in passato al Museo Laboratorio della Sapienza di Roma e alla Scuderie Aldobrandini nel 2006.
L’artista guarda al fallimento di questi enormi agglomerati urbani, alla loro implosione, già avvenuta o in atto. La città non è quella comunemente intesa ma – nella riflessione poetica di Carlo dell’Amico – «è l’alveare umano, una complessità caratterizzata da istinti di difesa cristallizzati in organi e funzioni. Tutto si traduce in planimetrie informi esplose, residui di un’evoluzione nella materia e nell’eccesso fino al punto di ricadere nel Nulla, Causa e Principio. È in questa fase che l’atto di “contemplare” diventa punto di osservazione per la facoltà di astrarre. Una nuova dimensione in questo passaggio che chiamiamo tempo, dove l’invocare nel tempio del mondo si trasforma in ricerca e in una riflessione sull’illusione e il tradimento, attraverso il corpo quale custode di significati trascendenti».
La ricerca dell’artista Carlo Dell’Amico evidenzia il carattere installativo della sua poetica in un linguaggio stratificato, dove opere scultoree uniscono elementi naturali a elementi artificiali. Una riflessione mistica che astrae nella dimensione cosmica quella nichilistica delle città contemporanee.
Carlo Dell’Amico (Perugia, 1954) – La sua continua metamorfosi nel flusso della sua creatività non lascia spazi vuoti sui molti piani in cui agisce. Dell’Amico inizia molto presto a usare gli elementi e i segni che fin dai primi Anni 70 trae dai territori dell’Etruria. Nell’estensione del suo personale racconto si trovano dipinti, installazioni, composizioni di tele estroflesse, lavori fotografici, videoproiezioni, sculture con neon fluorescenti, radici e fusioni sospese. Dal 1995 al 2000 una particolare riflessione sulla natura delle cose e dell’uomo, attraverso lo smembramento delle immagini prodotte dalla multimedialità, avvia un nuovo capitolo della sua conoscenza, con le elaborazioni digitale delle immagini e con i lavori fotografici. Il suo è sempre un tracciato che si compie per gradi e che si struttura invitando alla visione contemplativa, con le grandi città viste dall’alto, in cui l’osservatore si colloca nello spazio, manipolando le superfici in sequenze di immagini sospese, traduce le metropoli in spazi della atemporalità. Negli ultimi anni Dell’Amico apre un nuovo capitolo con il quale ottiene un’ulteriore scansione ritmica che riassume le esperienze precedenti, andando oltre il sistema dei segni, manifestando progressivamente un particolare interesse per la forma scultorea al di là di quella narrativa, contestualmente a un approccio performativo.
L’artista guarda al fallimento di questi enormi agglomerati urbani, alla loro implosione, già avvenuta o in atto. La città non è quella comunemente intesa ma – nella riflessione poetica di Carlo dell’Amico – «è l’alveare umano, una complessità caratterizzata da istinti di difesa cristallizzati in organi e funzioni. Tutto si traduce in planimetrie informi esplose, residui di un’evoluzione nella materia e nell’eccesso fino al punto di ricadere nel Nulla, Causa e Principio. È in questa fase che l’atto di “contemplare” diventa punto di osservazione per la facoltà di astrarre. Una nuova dimensione in questo passaggio che chiamiamo tempo, dove l’invocare nel tempio del mondo si trasforma in ricerca e in una riflessione sull’illusione e il tradimento, attraverso il corpo quale custode di significati trascendenti».
La ricerca dell’artista Carlo Dell’Amico evidenzia il carattere installativo della sua poetica in un linguaggio stratificato, dove opere scultoree uniscono elementi naturali a elementi artificiali. Una riflessione mistica che astrae nella dimensione cosmica quella nichilistica delle città contemporanee.
Carlo Dell’Amico (Perugia, 1954) – La sua continua metamorfosi nel flusso della sua creatività non lascia spazi vuoti sui molti piani in cui agisce. Dell’Amico inizia molto presto a usare gli elementi e i segni che fin dai primi Anni 70 trae dai territori dell’Etruria. Nell’estensione del suo personale racconto si trovano dipinti, installazioni, composizioni di tele estroflesse, lavori fotografici, videoproiezioni, sculture con neon fluorescenti, radici e fusioni sospese. Dal 1995 al 2000 una particolare riflessione sulla natura delle cose e dell’uomo, attraverso lo smembramento delle immagini prodotte dalla multimedialità, avvia un nuovo capitolo della sua conoscenza, con le elaborazioni digitale delle immagini e con i lavori fotografici. Il suo è sempre un tracciato che si compie per gradi e che si struttura invitando alla visione contemplativa, con le grandi città viste dall’alto, in cui l’osservatore si colloca nello spazio, manipolando le superfici in sequenze di immagini sospese, traduce le metropoli in spazi della atemporalità. Negli ultimi anni Dell’Amico apre un nuovo capitolo con il quale ottiene un’ulteriore scansione ritmica che riassume le esperienze precedenti, andando oltre il sistema dei segni, manifestando progressivamente un particolare interesse per la forma scultorea al di là di quella narrativa, contestualmente a un approccio performativo.
05
dicembre 2018
Carlo Dell’Amico – Contemplare
Dal 05 dicembre 2018 al 20 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE STELLINE – PALAZZO DELLE STELLINE
Milano, Corso Magenta, 61, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 61, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a domenica, ore 10-20
Vernissage
5 Dicembre 2018, ore 10.00
Autore