Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Graziano Ferrari – La foresta dietro gli alberi
Mostra personale. Presentazione a cura di Alberto Moioli
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Ho intitolato così questa mostra – ha dichiarato l’artista Graziano Ferrari - facendo il verso ad un noto modo di dire: «Per guardare
gli alberi, non vede la foresta». Se lo sguardo si ferma a ciò che è più evidente o si perde nel tentativo di trovare gli elementi
simbolici a cui è abituato e ai quali fa riferimento per confermare la giustezza del proprio
vedere, rinuncia alla possibilità di conoscere la realtà.
Penetrare la superficie richiede uno sforzo che non tutti sono disposti a fare. Spesso ci si
accontenta di ciò che appare escludendo la possibilità di arrivare al motore delle cose. È un
atteggiamento piuttosto comune nella nostra società dell’apparenza in cui tutto sembra senza
storia e senza significato. Ciò che manca non sono gli strumenti, ma la volontà di applicarli.
L’arte è uno di questi, tra i più profondi perché comunica su lunghezze d’onda sconosciute ad
altri linguaggi ed ha la reale possibilità di essere universale.
È inutile che cerchiate degli alberi né, tantomeno, una foresta... non li trovereste. Oppure li
potreste anche trovare, ma solo se l’immagine mentale dell’albero o della foresta, si formi nella
vostra mente con caratteristiche che nulla hanno a che vedere con ciò che da sempre ci hanno
insegnato a riconoscere.”
Graziano Ferrari
Graziano Ferrari – Il divisionismo non proiettivo al Museo
d’Arte e Scienza di Milano
Graziano Ferrari, artista, pittore di Milano, vive all’interno del mondo
dell’arte respirando e assimilando quotidianamente gli insegnamenti
dei grandi movimenti espressivi della storia, dalle esperienze
rivoluzionarie alle avanguardie informali e divisioniste fino a farle
proprie intimamente e rielaborarle stilisticamente, adeguandole ad
un linguaggio calato nella contemporaneità e proiettato verso nuove
ricerche.
Ripercorrere lo sviluppo creativo dell’artista attraverso un cammino
espressivo particolarmente accattivante impone un’attenzione molto
particolare che può essere oggetto di uno studio filologico-estetico
dai risvolti sorprendenti.
Ferrari è molto attento ad ogni sfaccettatura espressiva di
derivazione divisionista avendo assunto nel proprio animo le
intenzioni liriche che caratterizzarono le opere di Pelizza da Volpedo,
Giovanni Segantini e Gaetano Previati, coloro i quali a fine ‘800
contribuirono a scrivere alcune delle più affascinanti pagine della
storia dell’arte italiana.
Al Divisionismo però aderirono molti artisti, condividendo
l’entusiasmo ed il fascino per la particolare tecnica, che mirava a
ricreare l’effetto di una “luce vera”, ma al tempo stesso l’adesione
individuale non impose mai una coesione metodologica e
ideologica, lasciando spazio ad interpretazioni libere e indipendenti,
per questo motivo Graziano Ferrari oggi si spinge a nuove
interpretazioni, facendone di questa tecnica, un linguaggio personale
e innovativo.
Sulla tela di Ferrari dunque emerge il risultato di una rielaborazione
espressiva dove l’idea iniziale divisionista lascia spazio ad una nuova
visione “informale” che prende il posto della figurazione originaria
attraverso un raffinato dialogo cromatico tra forme e volumi. Un’idea
che forse avrebbe trovato d’accordo anche il celebre critico d’arte
francese Michel Tapiè de Céleyran che, nel 1952, per primo raccontò
della nascita di nuovo un linguaggio espressivo il quale, nell’ambito
delle avanguardie, spezzò il cordone ombelicale con le correnti del
passato, era la nascita dell’informale.
È così che sulle onde informali e divisioniste il linguaggio creativo di
Graziano Ferrari elabora opere che affascinano per armonia ed
offrono un nuovo alfabeto.
La raffinata libertà espressiva affiancata allo studio della storia
dell’arte e attenta ad ascoltare la propria “necessità interiore”,
diventa la caratteristica essenziale del suo mondo espressivo.
Oggi, distante da quell’”abstraction lirique” teorizzata nel 1947 dal
pittore francese Georges Methieu, il linguaggio di Ferrari è forse più
vicino alla filosofia concretista di Gillo Dorfles, elaborata per andare
oltre l’astrattismo attraverso riflessioni filosofiche ed estetiche
particolarmente profonde.
Nel 2013 nasce da Graziano Ferrari, il “Divisionismo non proiettivo”,
un momento determinante che segna la nascita di uno stile che non
abbandonerà più, pur innovando il suo linguaggio costantemente
grazie ad un desiderio di sperimentazione che lo caratterizza
nell’ampio panorama dell’arte contemporanea.
L’energia che sprigiona la pittura di Ferrari appartiene a
quell’impulso naturale legato ad una sensibilità molto spiccata verso
un atteggiamento riflessivo particolarmente profondo nell’analisi
della realtà. Quello che si materializza nelle sue opere sono le
emozioni, assimilate, elaborate e reinterpretate e costantemente
rinnovate. Le opere dell’artista milanese sono esposte e conservate in
importanti Gallerie e Musei.
L’anno 2018 è senza alcun dubbio un anno molto importante. La
mostra personale ospitata presso il Museo d’Arte e Scienza, nel
cuore di Milano, non è da considerarsi come punto d’arrivo ma come
una tappa che segna un passaggio prestigioso della storia
dell’artista, è una nuova partenza.
Il Museo è un luogo dotato di particolare autorevolezza istituzionale
che offre al pubblico la possibilità straordinaria di conoscere da
vicino alcune delle opere più rappresentative del cammino
espressivo di Graziano Ferrari e comprenderne così la sua essenza
teoretica.
Conoscere da vicino la produzione dell’artista significa lasciarsi
coinvolgere da un racconto che affonda le radici nella storia dell’arte,
proprio come i celebri Cèzanne e Seurat, che molto hanno
contribuito alla nascita artistica e estetica di Ferrari, si lasciarono
coinvolgere dagli insegnamenti che Piero della Francesca lasciò
quattro secoli prima ed oggi sono raccontati nei libri dello storico
dell’arte Roberto Longhi.
L’opera di Graziano Ferrari offre dunque l’opportunità di immergersi
in un mondo sospeso nel tempo e nello spazio, dove le emozioni si
elevano grazie al sapiente dialogo tra colore e luce.
gli alberi, non vede la foresta». Se lo sguardo si ferma a ciò che è più evidente o si perde nel tentativo di trovare gli elementi
simbolici a cui è abituato e ai quali fa riferimento per confermare la giustezza del proprio
vedere, rinuncia alla possibilità di conoscere la realtà.
Penetrare la superficie richiede uno sforzo che non tutti sono disposti a fare. Spesso ci si
accontenta di ciò che appare escludendo la possibilità di arrivare al motore delle cose. È un
atteggiamento piuttosto comune nella nostra società dell’apparenza in cui tutto sembra senza
storia e senza significato. Ciò che manca non sono gli strumenti, ma la volontà di applicarli.
L’arte è uno di questi, tra i più profondi perché comunica su lunghezze d’onda sconosciute ad
altri linguaggi ed ha la reale possibilità di essere universale.
È inutile che cerchiate degli alberi né, tantomeno, una foresta... non li trovereste. Oppure li
potreste anche trovare, ma solo se l’immagine mentale dell’albero o della foresta, si formi nella
vostra mente con caratteristiche che nulla hanno a che vedere con ciò che da sempre ci hanno
insegnato a riconoscere.”
Graziano Ferrari
Graziano Ferrari – Il divisionismo non proiettivo al Museo
d’Arte e Scienza di Milano
Graziano Ferrari, artista, pittore di Milano, vive all’interno del mondo
dell’arte respirando e assimilando quotidianamente gli insegnamenti
dei grandi movimenti espressivi della storia, dalle esperienze
rivoluzionarie alle avanguardie informali e divisioniste fino a farle
proprie intimamente e rielaborarle stilisticamente, adeguandole ad
un linguaggio calato nella contemporaneità e proiettato verso nuove
ricerche.
Ripercorrere lo sviluppo creativo dell’artista attraverso un cammino
espressivo particolarmente accattivante impone un’attenzione molto
particolare che può essere oggetto di uno studio filologico-estetico
dai risvolti sorprendenti.
Ferrari è molto attento ad ogni sfaccettatura espressiva di
derivazione divisionista avendo assunto nel proprio animo le
intenzioni liriche che caratterizzarono le opere di Pelizza da Volpedo,
Giovanni Segantini e Gaetano Previati, coloro i quali a fine ‘800
contribuirono a scrivere alcune delle più affascinanti pagine della
storia dell’arte italiana.
Al Divisionismo però aderirono molti artisti, condividendo
l’entusiasmo ed il fascino per la particolare tecnica, che mirava a
ricreare l’effetto di una “luce vera”, ma al tempo stesso l’adesione
individuale non impose mai una coesione metodologica e
ideologica, lasciando spazio ad interpretazioni libere e indipendenti,
per questo motivo Graziano Ferrari oggi si spinge a nuove
interpretazioni, facendone di questa tecnica, un linguaggio personale
e innovativo.
Sulla tela di Ferrari dunque emerge il risultato di una rielaborazione
espressiva dove l’idea iniziale divisionista lascia spazio ad una nuova
visione “informale” che prende il posto della figurazione originaria
attraverso un raffinato dialogo cromatico tra forme e volumi. Un’idea
che forse avrebbe trovato d’accordo anche il celebre critico d’arte
francese Michel Tapiè de Céleyran che, nel 1952, per primo raccontò
della nascita di nuovo un linguaggio espressivo il quale, nell’ambito
delle avanguardie, spezzò il cordone ombelicale con le correnti del
passato, era la nascita dell’informale.
È così che sulle onde informali e divisioniste il linguaggio creativo di
Graziano Ferrari elabora opere che affascinano per armonia ed
offrono un nuovo alfabeto.
La raffinata libertà espressiva affiancata allo studio della storia
dell’arte e attenta ad ascoltare la propria “necessità interiore”,
diventa la caratteristica essenziale del suo mondo espressivo.
Oggi, distante da quell’”abstraction lirique” teorizzata nel 1947 dal
pittore francese Georges Methieu, il linguaggio di Ferrari è forse più
vicino alla filosofia concretista di Gillo Dorfles, elaborata per andare
oltre l’astrattismo attraverso riflessioni filosofiche ed estetiche
particolarmente profonde.
Nel 2013 nasce da Graziano Ferrari, il “Divisionismo non proiettivo”,
un momento determinante che segna la nascita di uno stile che non
abbandonerà più, pur innovando il suo linguaggio costantemente
grazie ad un desiderio di sperimentazione che lo caratterizza
nell’ampio panorama dell’arte contemporanea.
L’energia che sprigiona la pittura di Ferrari appartiene a
quell’impulso naturale legato ad una sensibilità molto spiccata verso
un atteggiamento riflessivo particolarmente profondo nell’analisi
della realtà. Quello che si materializza nelle sue opere sono le
emozioni, assimilate, elaborate e reinterpretate e costantemente
rinnovate. Le opere dell’artista milanese sono esposte e conservate in
importanti Gallerie e Musei.
L’anno 2018 è senza alcun dubbio un anno molto importante. La
mostra personale ospitata presso il Museo d’Arte e Scienza, nel
cuore di Milano, non è da considerarsi come punto d’arrivo ma come
una tappa che segna un passaggio prestigioso della storia
dell’artista, è una nuova partenza.
Il Museo è un luogo dotato di particolare autorevolezza istituzionale
che offre al pubblico la possibilità straordinaria di conoscere da
vicino alcune delle opere più rappresentative del cammino
espressivo di Graziano Ferrari e comprenderne così la sua essenza
teoretica.
Conoscere da vicino la produzione dell’artista significa lasciarsi
coinvolgere da un racconto che affonda le radici nella storia dell’arte,
proprio come i celebri Cèzanne e Seurat, che molto hanno
contribuito alla nascita artistica e estetica di Ferrari, si lasciarono
coinvolgere dagli insegnamenti che Piero della Francesca lasciò
quattro secoli prima ed oggi sono raccontati nei libri dello storico
dell’arte Roberto Longhi.
L’opera di Graziano Ferrari offre dunque l’opportunità di immergersi
in un mondo sospeso nel tempo e nello spazio, dove le emozioni si
elevano grazie al sapiente dialogo tra colore e luce.
17
novembre 2018
Graziano Ferrari – La foresta dietro gli alberi
Dal 17 al 24 novembre 2018
arte contemporanea
Location
MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA
Milano, Via San Vittore, 21, (Milano)
Milano, Via San Vittore, 21, (Milano)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00
Vernissage
17 Novembre 2018, ore 16.30
Autore