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Helmut Dirnaichner – Pietracolore
Lo Spazio heart ospita una personale di Helmut Dirnaichner, il grande “alchimista” del colore. La sua ricerca, fondata sulla trasformazione dei materiali naturali in pigmenti di colore, sarà raccontata attraverso una ricca selezione di opere di fasi diverse della sua produzione
Comunicato stampa
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Nel momento in cui scelgo una pietra - o una terra o un minerale - essa acquista significato.
(Helmut Dirnaichner)
Lo Spazio heart prosegue la sua indagine sul colore nell’arte con la personale di un grande maestro
in materia: Helmut Dirnaichner.
Con un’ampia selezione di opere che vanno dagli anni Settanta a oggi, la mostra, curata da Simona
Bartolena e Alberto Crespi, racconta la straordinaria produzione di un artista che ha fondato la propria
ricerca sulla conoscenza e l’impiego del colore naturale.
Da decenni, infatti, Dirnaichner rilegge in chiave plastica e sottilmente simbolica la vicenda antica
del colore, interpretando e risolvendo, in una lunga strada di curiosità e pazienza, il contrasto fra
eternità e transitorietà.
A quarant’anni dal suo arrivo a Milano per studiare, nel 1978, Helmut Dirnaichner ci offre con la mostra
odierna una traccia consistente della sua filosofia di vita e del suo lavoro d’Artista d’alto profilo
professionale.
Varie sono state le afferenze alla sua formazione di uomo di cultura e d’artista, inequivocabile la sua
conoscenza della Storia, inestinguibile la sua curiosità, precisa la coscienza della necessità del fare,
paziente l’apprendimento, profondo l’impegno per giungere a una conoscenza raffinata del mestiere
e ben individuato il campo d’azione, salde le dinamiche e preziosi i rapporti interpersonali.
Gli esiti sono sotto i nostri occhi: perfetta coerenza e qualità del lavoro costantemente alta si sposano
a un’ innata grazia nel porgere la sua scienza degli elementi nascosti.
Poiché terre e pietre – che lui ha scelto come materie del proprio esprimersi – non son tanto oggetti,
visibili o meno, passibili di metamorfosi, bensì ragioni stesse del rapporto con il mondo, precisi
interlocutori, verbi di una lingua degli albori che è madre di tutte. In ultima analisi è per l’Artista il
suo proprio farsi terra, è il suo farsi pietra a guidare l’ordine del discorso, così che le coordinate del
pensiero ne risultano impresse indelebilmente.
C’è qualcosa di potentemente evocativo nell’opera di Helmut Dirnaichner. Qualcosa che è al contempo
spirituale e materiale. La fisicità dell’uomo si riflette nella sua opera, che trasforma la solidità
della roccia nell’intangibilità della luce e la matericità della terra nella poeticità del colore. Sono
opere che vivono sul filo dell’ossimoro percettivo: ciò che immaginiamo pesante diventa leggero, ciò
che non ha concretezza prende corpo. Straordinario è il contrasto tra la forza del minerale che ha
generato il colore e la fragilità della materia di cui sono costituite le opere: una sottile foglia di cellulosa,
impastata con il pigmento. Anche le sostanze naturali perdono la propria identità nella ricerca
dell’artista; si trasformano con prodigiose metamorfosi sublimando la propria essenza: il fango, la
pietra, la terra diventano colore, diventano luce, diventano arte.
Dirnaichner sembra poter parlare con le pietre, sembra saperle ammansire per sottrarre loro la
parte più intima e magica, trasformandole in opere d’arte. Il colore in Dirnaichner non è solo un
fatto percettivo. Esso non è studiato come fenomeno legato esclusivamente alla capacità del nostro
occhio di accogliere lo spettro luminoso e tradurlo in colori, ma anche e soprattutto come elemento
fisico.
(dal testo in catalogo di Simona Bartolena)
Nato nel 1942 in Baviera, Dirnaichner studia alla Akademie der bildendend Künste di Monaco. Nel
1978 riceve una borsa di studio del DAAD per Milano e da allora si divide tra la Germania, l’Italia (in
particolare la Brianza e la Puglia) e i numerosi viaggi in giro per il mondo in cerca di pietre da cui
trarre i pigmenti di colore per le sue opere. Moltissime le sue esposizioni personali e altrettanto
numerosi i riconoscimenti da lui ricevuti in Italia e all’estero.
(Helmut Dirnaichner)
Lo Spazio heart prosegue la sua indagine sul colore nell’arte con la personale di un grande maestro
in materia: Helmut Dirnaichner.
Con un’ampia selezione di opere che vanno dagli anni Settanta a oggi, la mostra, curata da Simona
Bartolena e Alberto Crespi, racconta la straordinaria produzione di un artista che ha fondato la propria
ricerca sulla conoscenza e l’impiego del colore naturale.
Da decenni, infatti, Dirnaichner rilegge in chiave plastica e sottilmente simbolica la vicenda antica
del colore, interpretando e risolvendo, in una lunga strada di curiosità e pazienza, il contrasto fra
eternità e transitorietà.
A quarant’anni dal suo arrivo a Milano per studiare, nel 1978, Helmut Dirnaichner ci offre con la mostra
odierna una traccia consistente della sua filosofia di vita e del suo lavoro d’Artista d’alto profilo
professionale.
Varie sono state le afferenze alla sua formazione di uomo di cultura e d’artista, inequivocabile la sua
conoscenza della Storia, inestinguibile la sua curiosità, precisa la coscienza della necessità del fare,
paziente l’apprendimento, profondo l’impegno per giungere a una conoscenza raffinata del mestiere
e ben individuato il campo d’azione, salde le dinamiche e preziosi i rapporti interpersonali.
Gli esiti sono sotto i nostri occhi: perfetta coerenza e qualità del lavoro costantemente alta si sposano
a un’ innata grazia nel porgere la sua scienza degli elementi nascosti.
Poiché terre e pietre – che lui ha scelto come materie del proprio esprimersi – non son tanto oggetti,
visibili o meno, passibili di metamorfosi, bensì ragioni stesse del rapporto con il mondo, precisi
interlocutori, verbi di una lingua degli albori che è madre di tutte. In ultima analisi è per l’Artista il
suo proprio farsi terra, è il suo farsi pietra a guidare l’ordine del discorso, così che le coordinate del
pensiero ne risultano impresse indelebilmente.
C’è qualcosa di potentemente evocativo nell’opera di Helmut Dirnaichner. Qualcosa che è al contempo
spirituale e materiale. La fisicità dell’uomo si riflette nella sua opera, che trasforma la solidità
della roccia nell’intangibilità della luce e la matericità della terra nella poeticità del colore. Sono
opere che vivono sul filo dell’ossimoro percettivo: ciò che immaginiamo pesante diventa leggero, ciò
che non ha concretezza prende corpo. Straordinario è il contrasto tra la forza del minerale che ha
generato il colore e la fragilità della materia di cui sono costituite le opere: una sottile foglia di cellulosa,
impastata con il pigmento. Anche le sostanze naturali perdono la propria identità nella ricerca
dell’artista; si trasformano con prodigiose metamorfosi sublimando la propria essenza: il fango, la
pietra, la terra diventano colore, diventano luce, diventano arte.
Dirnaichner sembra poter parlare con le pietre, sembra saperle ammansire per sottrarre loro la
parte più intima e magica, trasformandole in opere d’arte. Il colore in Dirnaichner non è solo un
fatto percettivo. Esso non è studiato come fenomeno legato esclusivamente alla capacità del nostro
occhio di accogliere lo spettro luminoso e tradurlo in colori, ma anche e soprattutto come elemento
fisico.
(dal testo in catalogo di Simona Bartolena)
Nato nel 1942 in Baviera, Dirnaichner studia alla Akademie der bildendend Künste di Monaco. Nel
1978 riceve una borsa di studio del DAAD per Milano e da allora si divide tra la Germania, l’Italia (in
particolare la Brianza e la Puglia) e i numerosi viaggi in giro per il mondo in cerca di pietre da cui
trarre i pigmenti di colore per le sue opere. Moltissime le sue esposizioni personali e altrettanto
numerosi i riconoscimenti da lui ricevuti in Italia e all’estero.
28
ottobre 2018
Helmut Dirnaichner – Pietracolore
Dal 28 ottobre al 29 dicembre 2018
arte contemporanea
Location
HEART SPAZIO VIVO
Vimercate, Via Trezzo, (Monza E Brianza)
Vimercate, Via Trezzo, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
e in occasione degli eventi in calendario
Vernissage
28 Ottobre 2018, ore 18
Autore
Curatore